Sepe ha 75 anni:
rimane o va via?

È ARRIVATO il 2 giugno, il cardinale Crescenzio Sepe ha compiuto 75 anni e dovrebbe andare in pensione. Ma ci andrà?
Dalla curia di Napoli non arrivano risposte. Intanto da settimane sono all’opera i suoi cantori che hanno messo a disposizione del cardinale i microfoni del tgr Rai sugli argomenti più vari. Il 6 maggio al telegiornale delle 14 Guido Pocobelli Ragosta manda in onda un servizio su ‘San Gennaro, il prodigio si rinnova, il monito di Sepe’ e il 12 maggio al tg delle 19,35 piazza una seconda intervista su ‘Accordo tra curia e sovrintendenza’. Ma anche quando San Gennaro non c’entra, una dichiarazione del cardinale ci sta comunque bene: il 9 maggio al tg delle

14 ci pensa Edoardo Sant’Elia con il servizio su ‘Napoli, il passato nel presente’ e nella stessa giornata, al tg della sera, Sepe interviene anche su ‘Sostegno ai giovani e alle imprese’, mentre il 4 maggio è Vincenzo Perone a raccogliere il pensiero del capo della curia napoletana addirittura su ‘Premiati giovani magistrati’.
Diversa la copertura dei giornalisti di via Marconi quando c’è da riportare

Silverio Mura

notizie e non chiacchiere. Il 28 aprile l’attenzione alta dei media, nazionali e locali, e del Vaticano sulle denunce che da otto anni fa Diego Esposito, nome di fantasia, sulle violenze subite a tredici anni da don Silverio Mura, il suo insegnante di religione in una scuola media di Ponticelli, sostanzialmente ignorate dalla curia napoletana, costringe Sepe a diffondere un comunicato.
Con un eufemismo, possiamo definire la nota ‘singolare’ perché certifica l’insensibilità degli uomini di largo Donnaregina. Prendiamo in esame soltanto due passaggi. Il primo. “L’indagine presenta qualche difficoltà - fanno sapere dalla curia – perché non risulta pervenuta alla cancelleria della nostra diocesi alcuna nuova denuncia di persona diversa dal primo accusatore”. Se ne deduce che se c’è uno ‘stupratore’ seriale di minori la chiesa napoletana si muove ma se un sacerdote decide di concentrare le sue violenze su un solo ragazzino non c’è materia per approfondire e intervenire. Il secondo passaggio riguarda l’invito a eventuali altri 'violentati' “in possesso di elementi utili per le indagini a darne comunicazione alla cancelleria della curia di Napoli entro e non oltre

Carlo Grezio

trenta giorni dalla data del comunicato stampa”. Le vittime di don Silverio Mura (secondo Carlo Grezio, il legale che assiste Esposito, sarebbero almeno una decina) che dovessero trovare la forza di venire allo scoperto da giugno in avanti non verrebbero ascoltate perché sono ‘scaduti i termini’ per la denuncia.
In ogni caso c’è da domandarsi, vista la linea ‘insabbiatrice’ di Sepe e dei

suoi, perché qualcuno dei ragazzi di Ponticelli vittima di stupri andati avanti per anni dovrebbe raccontare le sue drammatiche vicende al cardinale. Senza contare la copertura che la curia ha fornito a Mura dichiarando che era stato isolato in una struttura specializzata per tentarne il recupero, mentre era stato organizzato il suo trasferimento in una parrocchia di Montù Beccaria, un piccolo comune in provincia di Pavia, nella quale era tornato a contatto con i bambini per il catechismo, utilizzando lo pseudonimo di Saverio Aversano, salvo poi scomparire subito dopo la messa in onda di uno straordinario reportage delle Iene firmato da Paolo Trincia e mandato in onda il 7 marzo su Italia 1.
Dopo questa lunga digressione torniamo alla redazione napoletana della Rai. Per Antonello Perillo, per il vicario Procolo Mirabella e per tutti i responsabili di line una vicenda così grave e delicata non merita un servizio. Il 28 aprile al tg delle 14 si limitano ad affidare alla conduttrice

Antonella Fracchiolla la lettura di una breve sintesi del comunicato.
Se a Napoli i giornalisti riposano, nel resto d’Italia lavorano e lavorano bene. Dopo l’inchiesta delle Iene giornali cartacei come La Provincia Pavese, on line (Fanpage e il Faro di Roma che si occupa delle vicende della chiesa) e trasmissioni televisive (l’ultima, il 23 maggio, Chi l’ha visto?, il programma di Federica Sciarelli) si sono occupati

Federica Sciarelli

a fondo di Diego Esposito che però oramai è stanco e il 28 maggio ha deciso di iniziare lo sciopero della fame. L’ha interrotto il giorno dopo quando alle 11 ha telefonato a casa sua il dirigente della prima sezione della Congregazione della dottrina per la fede, guidata dal prefetto Luis Francisco Ladaria Ferrer. “Ho ascoltato finalmente parole amichevoli e rassicuranti; - racconta Diego Esposito – mi ha detto di stare tranquillo, di avere fiducia nella chiesa perché il Papa conosce bene la mia situazione, l’ha presa a cuore e si è impegnato a risolvere il caso. E io del Papa mi fido”.