Martino che raccoglie una preferenza in più di Amato e Petino appaiati.
Petino non ci sta: spedisce telegrammi, chiede all’Ordine nazionale di impedire l’insediamento del nuovo consiglio, impugna il risultato. Tutto inutile: Ottavio Lucarelli, presidente uscente ed entrante dell’Ordine regionale, insedia il consiglio e De Martino diventa segretario. Intanto la commissione ricorsi dell’Ordine nazionale comincia l’esame dell’esposto e ai lavori non partecipa il presidente Lino Zaccaria perché, con Enzo Colimoro e Ermanno Corsi, è il coordinatore della corrente di minoranza a cui fa riferimento Petino.
Il 24 settembre la commissione completa il suo lavoro con otto pagine firmate dai relatori Antonio Borra, segretario, Aleandro Di Silvestre, vice presidente, e Santo Gallo che smontano il testo di Petino e del suo avvocato. In particolare sui due giornalisti che, secondo il ricorso, avrebbero pagato in ritardo le quote e che quindi non avrebbero dovuto essere ammessi al voto i relatori scrivono: “alla luce della documentazione acquisita dal consiglio regionale dell’Ordine della Campania, il consiglio nazionale ha preso atto che gli iscritti Gregorio Di Micco e Marco Vecchione si trovassero in una posizione regolare, per quanto riguarda il pagamento delle quote, in data anteriore alle operazioni elettorali contestate”.
E aggiungono: “si fa riferimento a due distinte ricevute su carta intestata del consiglio regionale dell’Ordine della Campania, recanti numero progressivo, nome e cognome del giornalista, indicazione dell’elenco di appartenenza,
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