All'Ordine spaccato
un ricorso e un mistero

IL 18 GIUGNO si insedierà il consiglio dell’Ordine nazionale che eleggerà i propri dirigenti e avrà tra le prime questioni da affrontare il  ricorso presentato da Pier Paolo Petino, secondo dei non eletti tra i professionisti dell’Ordine campano, che, con un esposto dettagliato scritto con la consulenza del suo avvocato, ha denunciato gravi irregolarità nelle operazioni di voto del 19 e del 26 maggio e segnalato che almeno tre persone hanno votato e non avevano

titolo per farlo. “Domenica 26 maggio – dichiara Petino a Iustitia – si è presentato al seggio un giornalista con un bigliettino che lo autorizzava a votare. Dopo alcune domande dei componenti del seggio su come e quando avesse pagato le quote ha lasciato


Cristiana Barone e Pier Paolo Petino

il bigliettino e si è allontanato velocemente. A questo punto una giornalista che aveva assistito alla scena (Cristiana Barone, ndr) ha chiamato i carabinieri. E il bigliettino ‘abbandonato’ non è l’unico visto nei due giorni di elezioni, contraddistinte da varie irregolarità. Mi hanno riferito, tra l’altro, che diverse schede erano segnate, quindi riconoscibili, quindi da annullare, fino alla conclusione paradossale con tre conteggi delle schede che hanno dato tre risultati differenti”. “Conclusione paradossale”, con animi surriscaldati e aspri scontri verbali fino a sfiorare la rissa.
Prima del ricorso, Petino ha spedito il 27 maggio un telegramma al presidente e al vice dell’Ordine campano (Ottavio Lucarelli e Domenico Falco), ai presidenti delle commissioni elettorali (Liberato Ferrara e Giovanni Lucianelli) e al direttore dell’Ordine nazionale (Ennio Bartolotta) per diffidarli dall’insediare il nuovo consiglio, annunciando “azioni in separata sede anche risarcitorie a tutela dei miei diritti”.
La diffida però non ha sortito alcun effetto. Lucarelli ha rapidamente convocato il nuovo consiglio che si è riunito il 3 giugno. Su nove consiglieri erano presenti soltanto i cinque professionisti eletti dalla maggioranza uscente:


Paolo Maniero e Rossana Russo

con Lucarelli, Paolo Mainiero, Rossana Russo, Enzo Esposito e Pino De Martino. Gli assenti erano il professionista Enzo Colimoro, che guida la lista dell’opposizione, e i pubblicisti Domenico Falco, Gennaro Guida e Lucio Perone, che il 31

maggio riuniti in assemblea con l’intera squadra avevano deciso di non prendere parte a nessuna seduta dell’Ordine regionale fino a quando tra le componenti il clima non tornerà sereno e di presentare una propria lista di professionisti alla tornata elettorale dell’autunno 2014 per il rinnovo della Fnsi e delle Associazioni regionali. Intanto il 3 giugno i cinque consiglieri insediati hanno eletto il presidente, con la conferma scontata di Lucarelli, il segretario (De Martino) e il tesoriere (Mainiero), mentre per la vice presidenza, carica che spetta ai pubblicisti, ci sono state cinque schede bianche; poi hanno anche assegnato le deleghe.
Ma dopo la presentazione del ricorso era opportuno convocare il consiglio e procedere all’elezione dei vertici dell’Ordine regionale?
Resta infine un piccolo mistero. Con Lucarelli, l’unico professionista eletto al primo turno all’Ordine regionale, con 358 preferenze, è stato Paolo Mainiero, napoletano di Torre del Greco, cinquant’anni a luglio, professionista da diciotto, cronista politico del Mattino. Era quindi il candidato naturale alla

segreteria e si ritrova tesoriere. Era tesoriere uscente e si ritrova invece segretario Pino De Martino, napoletano, cinquantotto anni, da ventuno professionista, ex direttore editoriale di Cronache di Napoli. Perché lo scambio?
In assenza di versioni


Enzo Esposito e Ottavio Lucarelli

ufficiali c’è soltanto una riflessione aritmetica. Lucarelli più tre consiglieri da una parte; tre pubblicisti che potrebbero trovare strategie comuni con Colimoro dall’altra: al centro De Martino eletto con Lucarelli “senza vincolo di mandato”. Una ‘libertà’ che forse l’ex tesoriere avrà ricordato al presidente.