La procura di Napoli
penalizza tv e on line

IL 21 OTTOBRE il procuratore della Repubblica di Napoli Giovanni Melillo ha incontrato nel suo ufficio al centro direzionale un gruppo di giornalisti per discutere delle direttive introdotte per regolamentare le notizie da far conoscere ai media e l’accesso agli atti da parte dei cronisti con rilascio di copie e immagini a pagamento. Disposizioni che hanno suscitato molte polemiche tra gli operatori dell’informazione anche

perché le altre procure hanno procedure diverse e più attente alle necessità della stampa.
L’incontro è stato sollecitato da Ansa Napoli e dalla sede Rai di Fuorigrotta attraverso la mediazione del presidente dell’Ordine dei giornalisti campani

Angelo Cerulo e Giovanni Melillo

Ottavio Lucarelli; al gruppo di Ansa Napoli (il capo Angelo Cerulo, il redattore Nando Piantadosi, il fotografo Ciro Fusco) e al tandem Rai (il capo Antonello Perillo e l’inviato Vincenzo Perone) si sono aggregati Leandro Del Gaudio (Mattino), Dario Del Porto (Repubblica Napoli), Titti Beneduce (Corriere del Mezzogiorno) e Rossana Russo (collaboratrice del tg de La7).
Melillo ha citato l'ordine di servizio che, a suo giudizio, non è limitativo della libertà dei giornalisti ma è una scelta dell’autorità inquirente più avanzata e progressista che potrebbe essere ripresa dalla procura di Milano. In questo modo, ha continuato il procuratore, si sottrae il giornalista a una contrattazione continua. Chiunque vuole può contattare la sua segreteria per avere, a pagamento, copia degli atti e dei video.
Tutti i giornalisti si sono detti in sostanza d’accordo con il procuratore con tre eccezioni; le voci critiche sono state quelle di Cerulo, Fusco e Perone. Il capo di Ansa Napoli ha ricordato che il giornalista è il medium tra i fatti e l’opinione pubblica e il suo ruolo non può essere messo sullo stesso piano delle parti del procedimento fino a fargli pagare gli atti. A nome dei fotografi e dei videomaker Fusco ha segnalato che se magistrati e forze dell’ordine non dicono neanche dove avvengono i fatti

Rossana Russo e Vincenzo Perone

si impedisce ai professionisti delle immagini di svolgere il loro lavoro. Una situazione aggravata dalla distribuzione di video confezionati dalle forze dell’ordine, per di più a pagamento.
Infine Perone ha fatto notare che valutare

l’interesse pubblico di una notizia è la fondamentale prerogativa dell’attività del giornalista. Ha poi insistito sull’impossibilità per il cronista televisivo di registrare le dichiarazioni di inquirenti e investigatori dal momento che agli ‘incontri informali’ in procura non vengono ammesse le telecamere. Una impossibilità a registrare le parole delle forze dell’ordine che, a causa delle direttive fornite dalla procura, vale anche al di fuori dagli ‘incontri informali’.