Ottavio Lucarelli; al gruppo di Ansa Napoli (il capo Angelo Cerulo, il redattore Nando Piantadosi, il fotografo Ciro Fusco) e al tandem Rai (il capo Antonello Perillo e l’inviato Vincenzo Perone) si sono aggregati Leandro Del Gaudio (Mattino), Dario Del Porto (Repubblica Napoli), Titti Beneduce (Corriere del Mezzogiorno) e Rossana Russo (collaboratrice del tg de La7).
Melillo ha citato l'ordine di servizio che, a suo giudizio, non è limitativo della libertà dei giornalisti ma è una scelta dell’autorità inquirente più avanzata e progressista che potrebbe essere ripresa dalla procura di Milano. In questo modo, ha continuato il procuratore, si sottrae il giornalista a una contrattazione continua. Chiunque vuole può contattare la sua segreteria per avere, a pagamento, copia degli atti e dei video.
Tutti i giornalisti si sono detti in sostanza d’accordo con il procuratore con tre eccezioni; le voci critiche sono state quelle di Cerulo, Fusco e Perone.
Il capo di Ansa Napoli ha ricordato che il giornalista è il medium tra i fatti e l’opinione pubblica e il suo ruolo non può essere messo sullo stesso piano delle parti del procedimento fino a fargli pagare gli atti. A nome dei fotografi e dei videomaker Fusco ha segnalato che se magistrati e forze dell’ordine non dicono neanche dove avvengono i fatti |
l’interesse pubblico di una notizia è la fondamentale prerogativa dell’attività del giornalista. Ha poi insistito sull’impossibilità per il cronista televisivo di registrare le dichiarazioni di inquirenti e investigatori dal momento che agli ‘incontri informali’ in procura non vengono ammesse le telecamere. Una impossibilità a registrare le parole delle forze dell’ordine che, a causa delle direttive fornite dalla procura, vale anche al di fuori dagli ‘incontri informali’. |