|
 |
Mobbing, udienza il 3 giugno
per Scribani contro il Mattino
|
 |
NON È STATA una mattinata facile, il 29 novembre, per i testimoni della causa per dequalificazione professionale promossa contro il Mattino dal capo servizio Elio Scribani, che il prossimo agosto festeggerà i venti anni dall’assunzione a via Chiatamone.
Il giudice Michele Caroppoli li ha interrogati a fondo, in media un’ora a testa, per capire come mai un giornalista che era una firma di punta del giornale, oltre che responsabile di cronaca nera e giudiziaria (incarichi ricevuti
|
dai direttori Pasquale Nonno e Paolo Graldi) si è ritrovato poco a poco ai margini dell’attività redazionale fino a diventare una presenza del tutto secondaria.
Per certificare la dequalificazione professionale Scribani, assistito dagli avvocati
|

Bruno Amato, Marcello De Luca Tamajo e Valerio Romano |
|
Bruno Amato e Caterina Malavenda, del foro di Milano, e Valerio Romano di Napoli, ha depositato oltre seicento pagine del Mattino, dalle quali emerge con chiarezza il crollo del suo utilizzo: si passa da 169 articoli e inchieste firmati nel ’99 a 41 del 2004, con il record, diciamo così, di un solo articolo scritto nel settembre 2005. Un’eclisse che Scribani fa partire dal luglio 2002, quando alla direzione del Mattino si insedia Mario Orfeo, indicato nella sua citazione come responsabile dell’operazione insieme a Claudio Scamardella, Carlo Nicotera e Vittorio Del Tufo.
Nell’ultima udienza davanti a Caroppoli si sono seduti a deporre Gianni Ambrosino e Enzo Ciaccio per Scribani e Claudio Scamardella, responsabile del dorso cronaca del Mattino, per l’azienda, difesa dall’avvocato Marcello De Luca Tamajo.
Puntuali le testimonianze di Ambrosino e Ciaccio, due senatori del giornale, in tempi lontani entrambi capo cronisti, che hanno a lungo lavorato gomito a gomito con Scribani. I due testi hanno tra l’altro confermato che a più riprese
|

Vittorio Del Tufo, Carlo Nicotera, Claudio Scamardella e Elio Scribani
|
dal 2005 il caso era stato segnalato dall’Assostampa e dal cdr al direttore e all’azienda.
Meno dettagliata, anche per ragioni di anagrafe, la deposizione di Scamardella, assunto agli inizi
|
|
degli anni novanta e approdato in cronaca una decina di anni fa. E nonostante abbia via via assunto ruoli di responsabilità nel settore, al giudice che gli chiedeva se era a conoscenza di un caso Scribani, Scamardella ha risposto che non si è mai occupato delle voci di corridoio.
La prossima udienza è fissata per il 3 giugno e verrà ascoltato il secondo teste dell’azienda, Carlo Nicotera.
|
 |
|