Mattino, voto di fiducia
e cinque giorni di sciopero
UNA LETTERA DI richiamo indirizzata il 27 ottobre dal direttore Virman Cusenza a tutti i giornalisti del Mattino ha risvegliato una redazione intorpidita dal secondo stato di crisi nel giro di quattro anni che porta fuori dal giornale, tra prepensionamenti e pensionamenti, altri dodici giornalisti. Cusenza segnalava “l'aumento esponenziale di refusi ed errori nei titoli e nei testi del giornale” che “ha superato i livelli di guardia e di tollerabilità”. Il richiamo però cadeva nel giorno sbagliato. La sera prima infatti i vertici del giornale avevano ordinato di cambiare pagine, titoli e articoli senza tenere conto che l’organico del Mattino in questi anni è stato via via prosciugato: venti anni fa era di 155

unità; nel 2009 superava le cento unità e oggi ne conta ottantuno, compresi direttore e vice, e altri pezzi sono in uscita nei prossimi mesi. Il risultato prodotto dalla lettera è stato quindi che l’assemblea convocata dal comitato di redazione (Marisa La Penna,


Virman Cusenza, Adolfo Pappalardo e Cristiano Tarsia

Riccardo Marassi, Adolfo Pappalardo e Claudio Coluzzi per le sedi distaccate) per venerdì 26 ottobre è andata deserta, mentre la riconvocazione per martedì 30 ottobre ha visto il salone Siani affollato da oltre venti giornalisti, la gran parte dei redattori quel pomeriggio in servizio a via Chiatamone.
Dopo l’introduzione di Marassi c’è stata una raffica di interventi favorevoli a dare un segnale ai vertici del giornale. Da qui la decisione di affidare al cdr un pacchetto di cinque giorni di sciopero e di votare sul piano presentato a luglio dal direttore per una riorganizzazione globale del giornale che, a distanza di tre mesi, ancora non c’è. Il voto, causa festività, verrà fissato tra il 5 e il 7 novembre, ma sono ancora da definire le modalità perché in assemblea c’è chi ha chiesto di non rendere noti i nomi dei giornalisti che votano. “Con grandi sacrifici – dice Marassi – tutti i giornalisti stanno facendo la loro parte; tocca ai vertici del giornale e all’azienda adeguarsi alle nuove dimensioni. Per essere chiari i primi passi sono il rispetto dell’accordo sullo stato di crisi laddove fa riferimento alla riduzione della foliazione e un controllo attento dei flussi di lavoro calibrati sugli organici ridotti dei vari settori e delle sedi distaccate”.    
In attesa di presentare la ‘riorganizzazione globale’ Cusenza ha per ora avviato soltanto qualche aggiustamento. Con un ordine di servizio inviato ai redattori il 22 ottobre il direttore ha ufficializzato due promozioni operative dal 25 ottobre: il nuovo capo dello sport è Francesco De Luca; Alessio Fanuzzi viene nominato vicario della sede di Salerno. Completano l’elenco degli spostamenti il passaggio a Benevento per un anno di Cristiano Tarsia proveniente dalla redazione Internet; il rientro da Salerno a Napoli del


Gianni Colucci, Toni Iavarone e Fulvio Scarlata

partenopeo Fulvio Scarlata assegnato alla squadra del mattino on line e il trasferimento da Salerno a Benevento di Gianni Colucci.
“Le variazioni dell’organizzazione redazionale”, come le definisce Cusenza, scaturiscono dall’avvio

dei tagli per lo stato di crisi, operativo dall’otto ottobre, che ha portato fuori dal giornale, con un prepensionamento preceduto da un passaggio in cassa integrazione, Bruno Abbisogno, Paola Di Pace, Toni Iavarone, per anni responsabile dello sport, Titti Marrone, firma storica della cultura, Annibale Discepolo, della redazione di Avellino, e per la sede di Benevento Gianni De Blasio e Nico De Vincentiis. È in pensione anche Enrico Marra, a lungo capo della edizione sannita, che il quattro settembre ha compiuto sessantacinque anni, e il primo dicembre lo seguirà un altro sessantacinquenne, Armando Borriello.
E sono due le novità più significative dell’ordine di servizio di Cusenza: il quarantaseienne De Luca capo dello sport e il trentunenne Fanuzzi vicario a Salerno (anche se, e non si capisce perché, il direttore non comunica i gradi assegnati ai nuovi ufficiali). Ma proprio lo sport e Salerno, due tra le realtà più importanti del giornale, richiedono un intervento urgente perché entrambe stanno viaggiando con un organico che ha subìto il taglio di due unità.