Impasse all'Ordine
sul revisore-direttore

È RINVIATO AL 14 ottobre, quando si riunirà il consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Campania, lo show down su Mauro Fellico, presidente del collegio dei revisori dei conti dell’Ordine e direttore del periodico Il Punto, che ha firmato gli attestati per diciannove aspiranti pubblicisti.
La vicenda è stata denunciata due mesi fa dal consigliere dell’Ordine regionale Ermanno Corsi, che d’intesa con il segretario Gianfranco Coppola, ha

bloccato l’approvazione delle pratiche sospette. “Al momento di trascrivere i nomi dei nuovi Pubblicisti nel verbale della seduta, – ha scritto Corsi in una lettera indirizzata il 23 luglio al presidente e al segretario dell’Ordine nazionale Lorenzo Del Boca e


Luigi Cesaro e Mauro Fellico

Enzo Iacopino, al segretario della Federazione della stampa Franco Siddi, al presidente dell’Assostampa partenopea Enzo Colimoro e ai fiduciari campani di Inpgi e Casagit, Lino Zaccaria e Alfonso Pirozzi – il Segretario (Corsi sulle maiuscole non risparmia, ndr) Coppola ed io ci siamo accorti che una delle pratiche esaminate e approvate dal relatore (a chi si riferisce?, ndr), portava il nome di un parlamentare (Luigi Cesaro, ndr). Abbiamo aperto il fascicolo e con grande sorpresa abbiamo visto che la pratica era assolutamente priva della documentazione necessaria”.
Come abbiamo letto, Corsi, antico e assiduo frequentatore della politica, era stato colpito dal nome di uno dei diciannove giornalisti del Punto, Luigi Cesaro, napoletano di Sant’Antimo, cinquantasei anni, a Montecitorio dal ’96 sempre con Berlusconi, oggi deputato del Popolo della libertà, e uomo di punta in Campania di Forza Italia: è vicario facente funzioni del segretario regionale Nicola Cosentino, impegnato al governo come sottosegretario


Massimiliano Amato e Ermanno Corsi

all’Economia, e commissario del coordinamento della provincia di Napoli.
Sulla pratica di Cesaro Corsi ha scritto che “era assolutamente priva della documentazione necessaria”.
Interpellato a luglio da Iustitia Fellico

minimizzava: “Quanto all’istanza presentata da Cesaro, posso presumere che mancasse soltanto il certificato dei carichi pendenti”. Ora invece dal consiglio filtrano voci sui fascicoli del Punto, che non avrebbero all’interno le copie degli articoli, ma soltanto gli attestati rilasciati dal direttore e riguarderebbero la testata www.ilpunto.it; però, digitando la testata, compare su internet una pagina bianca.
Napoletano di Giugliano, quarantaquattro anni, da undici pubblicista, impiegato della Casagit, l’attore principale della vicenda, Mauro Fellico, questa volta preferisce defilarsi. Parla invece il segretario dell’Ordine campano Coppola. “Il gruppo che si è insediato al governo dell’Ordine nell’estate del 2007 – dichiara a Iustitia – sta faticosamente modificando abitudini radicate. C’è una questione di metodo da affrontare e a luglio ho varato una nota per fissare tre passaggi: le domande di iscrizione vanno presentate personalmente perché ritengo non corretto che più pratiche vengano consegnate da un collega non direttamente interessato; tutta la documentazione presentata va

datata e protocollata; al momento della richiesta è necessario controllare che la documentazione sia completa. Con una rigorosa applicazione di questa nota non avremo più casi come i diciannove pubblicisti del Punto e le numerose altre pratiche che abbiamo o sospeso o


Lorenzo Del Boca e Franco Siddi

bocciato. Alla domanda: esiste un problema Fellico?, il giornalista Coppola risponde di sì, ma sull’argomento ogni decisone spetta al consiglio”.
Meno propositivo e più drastico un consigliere dell’Ordine nazionale: “Se verranno accertati comportamenti disinvolti o addirittura forzature, il consiglio dovrà prendere  provvedimenti anche duri, a meno che la questione non venga affrontata e risolta all’interno del collegio dei revisori dei conti”.
L’ipotesi viene giudicata irreale da Massimiliano Amato che, con Pino De Martino e Fellico, fa parte del collegio. “Questioni che attengono alle richieste di iscrizione – spiega – e alle pratiche all’esame del consiglio non rientrano nelle competenze del collegio dei revisori, che si occupa esclusivamente di contabilità”.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’altro revisore. “Sulla vicenda Fellico – dice Pino De Martino – c’è un giro vorticoso di voci alle quali non ho dedicato grande attenzione perché nella veste di revisore non mi riguardano. Noi dobbiamo occuparci soltanto dei bilanci. Il presidente dell’Ordine Lucarelli ha avuto il merito di far partecipare alle riunioni del consiglio, da uditori, i componenti del collegio dei revisori, una decisione che ci consente una partecipazione più consapevole all’attività ordinistica, ma la valutazione delle


Ottavio Lucarelli e Alfonso Pirozzi

richieste di iscrizione firmate da Fellico, nella qualità di direttore del Punto, spetta per intero al consiglio. Se la vicenda si rivelerà una bolla di sapone andrà rapidamente archiviata; se invece dovessero emergere elementi gravi i consiglieri potranno adottare le

misure che riterranno più opportune, fino, se necessario, alla denuncia alla procura della Repubblica”. 
Acque mosse all’Ordine campano e acque mosse anche al nazionale. La sera del 26 settembre tutti i consiglieri dell’Ordine nazionale hanno ricevuto un messaggino firmato dal segretario Enzo Iacopino che dava due notizie: il successo, nella mattinata, della prova scritta per diventare giornalista professionista nella quale per la prima volta i candidati avevano utilizzato il computer e le sue irrevocabili dimissioni da segretario.
La notizia è stata ufficializzata  il 29 settembre dall’Ansa. “Pur confermando la notizia, - è scritto nel lancio - Iacopino non ha voluto spiegare le ragioni della sua scelta, in attesa dell'esecutivo dell'Ordine che la prossima settimana dovrebbe valutare la sua lettera di dimissioni”. L’esecutivo è convocato per l’otto ottobre.