Ordine, Alemi ha scelto
il consiglio di disciplina

IL CINQUE APRILE è nato il consiglio di disciplina che si occuperà del rispetto rigoroso della deontologia da parte degli oltre diecimila giornalisti professionisti e pubblicisti iscritti in Campania. I consiglieri dell’Ordine regionale hanno impiegato più di tre mesi per preparare una rosa di diciotto nomi, dodici professionisti e sei pubblicisti, che il 26 marzo il numero uno dell’Ordine regionale Ottavio Lucarelli e il vice Domenico Falco hanno voluto consegnare di persona al presidente del tribunale Carlo Alemi (forse

non si fidano della posta elettronica). Decisamente più operativo Alemi, che in dieci giorni, incluse le festività pasquali, ha scelto i nove componenti del consiglio di disciplina e ha firmato il decreto di nomina.
Del consiglio fanno parte sei professionisti, tutti


Carlo Alemi, Domenico Falco e Ottavio Lucarelli

pensionati con età media superiore ai settanta anni: Romolo Acampora, napoletano di Agerola, settantadue anni, ex giornalista del Mattino, a lungo al vertice del collegio dei probiviri della Federazione della stampa; Federico Ricciuti, natali palermitani, settantuno anni, ex giornalista Rai; Claudio Azzolini, napoletano, settantadue anni, lunga attività di addetto stampa e responsabile comunicazione in aziende pubbliche, eletto nelle liste di Forza Italia prima al parlamento europeo e poi alla camera dei deputati; Domenico Gargano, barese, settantasei anni ad agosto, ex segretario di redazione della Rai; Carmela Maietta, napoletana, settantuno anni, ex giornalista del Mattino; Titti (Nunzia) Marrone, napoletana, sessanta anni, da sei mesi ex giornalista del Mattino. E tre pubblicisti: Armando De Rosa, napoletano di Villaricca, sessantatre anni, giornalista dell’ufficio stampa della Regione Campania già componente del consiglio di disciplina nazionale dal quale ora dovrà dimettersi; Carlo Alvano, napoletano, sessantasette anni, avvocato; Barbara Ruggiero, salernitana di Pagani, trentuno anni a giugno, laurea in Scienze della comunicazione nel 2005 a Salerno con una tesi sulla Deontologia, giornalista free lance.
Intanto il 4 aprile a Napoli, all’hotel Alabardieri, si è svolto lo stanco rituale dell’approvazione del bilancio consuntivo 2012 e del preventivo 2013. Come ormai accade da diversi anni, i bilanci sono in ordine; non ci sono debiti ma


Romolo Acampora, Claudio Azzolini e Federico Ricciuti

crediti (l’Associazione della stampa, guidata da Enzo Colimoro, deve 75mila euro e nel 2012 per ridurre il debito ha effettuato un versamento di 175 euro, forse per contribuire alle spese per il caffé); sui conti correnti ci sono centinaia di migliaia di euro; e questo è il

principale dato positivo della gestione Lucarelli, presidente dell’Ordine regionale dal 2007. Nessuna novità sostanziale invece sugli altri fronti. La trasparenza è parola ancora sconosciuta a via Cappella Vecchia. C’è un sito dell’Ordine, ma a nessuno viene in mente di mettere in rete i bilanci o la relazione del tesoriere Pino De Martino, che si limita a leggere un testo in assemblea, ma è determinato a non lasciare tracce scritte. Inutile ricordare il fronte deontologia sul quale con una serie di slittamenti si è arrivati alla prescrizione (è il caso di Ciro Venerato) o al rinvio di qualsiasi decisione definitiva (Balivo e altre miss), prima che arrivasse la sospensione di ogni attività con l’introduzione dei consigli di disciplina.