È giusto chiamare ‘Croce’ la Nazionale

Con un fondo pubblicato il 25 gennaio sulla prima pagina del Mattino il giornalista e scrittore Nico Pirozzi ha riproposto l’urgenza di cancellare il nome di Vittorio Emanuele III dalla Biblioteca nazionale e magari di intitolarla a Benedetto Croce, anche se la seconda proposta non ha trovato tutti d’accordo.
Con l’associazione ‘Memoriae – Museo della Shoah di Napoli’ Pirozzi, con altre otto organizzazioni, il 9 gennaio ha presentato nella sede del Sindacato unitario dei giornalisti a via Monteoliveto una lettera appello indirizzata al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per chiedergli di “porre fine a un insopportabile scempio della memoria (presente fin dal 1925), restituendo alla Biblioteca nazionale della città la denominazione a lei più confacente: quella del filosofo e letterato Benedetto Croce”.
Nell’appello viene anche ricordato che delle leggi razziali firmate da Vittorio Emanuele III nel novembre del 1938 furono vittime non soltanto “gli 8564 ebrei deportati dall’Italia e dai territori occupati dai nostri militari (sud della Francia e isole di Rodi e Kos), ma anche le decine di migliaia di nostri connazionali di religione o discendenza ebraica che, pur non avendo vissuto il dramma della deportazione e dell’internamento, per anni furono privati dei più elementari diritti”.
All’incontro del 9 gennaio erano presenti, tra gli altri,
il segretario del Sindacato Claudio Silvestri, Sandro Temin in rappresentanza dell’Ucei, l’Unione delle comunità ebraiche italiane, una delle associazioni promotrici dell’iniziativa, l’ex assessore del comune di Napoli Nino Daniele.
Sangiuliano ha immediatamente dichiarato a quotidiani e tv di condividere in pieno l’iniziativa. Ora c’è da verificare se alle parole seguiranno interventi concreti.

Duca Lamberti

 
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