Chiude il centro di Monte di Dio

Gentile direttore,
sono la madre di una ragazza colpita da una grave malattia mentale. Sono laureata in medicina, anche se non esercito, e vivo a Napoli. Da molti anni mia figlia è in cura alla Salute Mentale di Monte di Dio, che si occupa sia dei quartieri “bene” della città, ma anche di una parte dei Quartieri Spagnoli, del Pallonetto a Santa Lucia, del Petraio, di Santo Strato e di altre zone difficili della città. Tutti gli operatori del centro, infermieri, psicologici, medici e assistenti sociali fanno del loro meglio per controllare la sofferenza di mia figlia, molto instabile e imprevedibile.
Da molti anni sotto la spada di Damocle dello smantellamento e dello sfratto noi familiari, pazienti e operatori siamo molto pessimisti sul futuro del Centro che nel bene e nel male garantisce una presenza costante, 24 ore su 24, per le emergenze, le terapie mediche e psicologiche e riabilitative. Anche se negli ultimi tempi le difficoltà economiche e i continui pensionamenti degli operatori della Asl Napoli 1 Centro hanno inferto fieri colpi alla funzionalità della struttura. Il presidio è oramai fatiscente, degradato, fuori da ogni normativa, e circondato da una intollerabile discarica a ridosso del centro crisi, di cui mia figlia ha spesso usufruito.
La Asl Napoli 1 Centro, al cui vertice si susseguono commissari demotivati e privi di reale potere, afferma di  non riuscire a trovare un luogo alternativo e dignitoso (la necessità di una nuova sede esiste dal 2006) per il centro, sfrattato definitivamente il 24 maggio. I luoghi che potrebbero agevolmente ospitarlo nel loro territorio di competenza sono l’Ospedale Loreto Crispi, o le strutture del Molosiglio accanto al Molo Beverello. Ma per la resistenza opaca e omertosa di non si sa chi, i nostri accaniti nemici sono sempre riusciti a bloccare qualsiasi soluzione dignitosa.
Il degrado della salute mentale di San Ferdinando, Chiaia, Posillipo e Capri mi offende, mi avvilisce e mi danneggia come madre, come cittadina, come napoletana e come medico, frutto avvelenato di un federalismo sanitario scellerato e perverso. Gli operatori del centro, per quanto gentili e disponibili, hanno paura di esporsi, perché più volte diffidati dai vertici della Asl a parlare con i media o a diffamare (!!!) la loro azienda.
Noi familiari, tranne qualche articolo sporadico sui quotidiani cittadini, non siamo riusciti a ottenere l’attenzione dei media, non so se per collusione politica o assuefazione al peggio della nostra città. Qui si parla di circa 2500 pazienti che corrono il rischio di essere dispersi, distribuiti come i loro sanitari negli altri centri cittadini, perché è la risposta più semplice ed economica, che non tocca gli interessi delle lobby mediche della Asl.
Se non si troverà una struttura accettabile per trasferire un centro che da molti anni funziona efficacemente e soprattutto umanamente, i suoi pazienti in generale e mia figlia in particolare subiranno un danno irreparabile per l'inerzia, l'incapacità e il cinismo di tecnici e politici.
Allo stato è quindi del tutto impossibile assicurare i livelli assistenziali minimi  fondamento indispensabile della sanità regionale. Chiedo quindi al Commissario della Asl Napoli 1 Centro Mario Vasco quali iniziative intende adottare per scongiurare l’abbandono psichiatrico di mia figlia e dei suoi sfortunati compagni di sventura.

Federica Guidi

 
Il degrado