Dobbiamo delle scuse a Lino Ferrara, imprenditore e presidente del Nautic Sud. E a Andrea Manzi, vice direttore del Roma che lo aveva intervistato nel marzo scorso. Ora sappiamo che non c’era nulla di esagerato nelle parole del manager napoletano e sappiamo che Manzi aveva visto giusto nel chiedere proprio a lui dove va l’Italia. Ad un certo punto infatti diceva Ferrara: “Berlusconi ha un posto di diritto nella Treccani, perché è come Napoleone Bonaparte e Cesare”.
A noi, lì per lì, sembrò un paragone che non stava in piedi, anzi piuttosto un tentativo di acquisire benemerenze nei salotti buoni della finanza nella speranza che Silvio Berlusconi decidesse di dotare ogni ministero non più di auto blu ma di motoscafi blu di servizio.
Poi c’è stata, ricorderete, la storia estiva della presunta nuova P2, la loggia massonica segreta che brigava per inquinare la vita democratica del nostro Paese.
L'otto luglio finiscono in carcere Flavio Carboni, affarista già noto alle cronache dell’intrallazzo con cappuccio e cazzuola, e Arcangelo Martino, ex assessore socialista napoletano di rito craxiano, compagno di partito (ma anche di buffet happy hour) negli anni 90 di Silvano Masciari, Nello Polese, Antonio Cigliano, Gennaro Salvatore e Giulio Di Donato.
Ma bando alla nostalgia dei bei tempi andati. Martino, che aveva nella propria segreteria politica il mitico Elio Letizia, papà di Noemi, ha sbobinato assieme ai giudici un po’ di intercettazioni telefoniche e le ha decriptate.
In alcune conversazioni gli indagati parlano di un Cesare e di un vice Cesare al corrente dei loro maneggi oscuri. “Cesare - ha detto Martino - è Berlusconi, e il vice Cesare è Marcello Dell’Utri”, come riporta tra gli altri repubblica.it del giorno 11 settembre.
Aveva ragione dunque Lino Ferrara, che da vecchio lupo di mare aveva intuito prima di tutti da che parte soffia il vento. Ora attendiamo fiduciosi che ci sveli altre identità nascoste: soprattutto, chi si nasconde dietro Diabolik? |