La testata della Città
di proprietà della Bnl

NELL’ARCO DI un anno la proprietà della testata del quotidiano la Città è stata trasferita da Roma a Salerno e ora sembra avere fatto il percorso inverso, ritornando nella capitale.
Il 25 ottobre del 2016 nello studio del notaio romano Paolo Fenoaltea viene suggellato il passaggio del giornale, fondato nel 1996 e leader a Salerno e provincia, dalla Finegil, una spa controllata dall’allora Editoriale L’Espresso, alla srl Edizioni Salernitane di proprietà dell'imprenditore Giovanni
Lombardi
, titolare del 70 per cento, e del distributore di giornali Vito Di

Canto, detentore del 30 per cento.
Il 14 giugno scorso le Edizioni Salernitane cedono la testata alle Edizioni Regionali Campania, una srl con un capitale sociale di 100mila euro e sede legale a Roma in via Vittorio Veneto. Neanche due mesi più tardi, il 2 agosto, le Edizioni Regionali affittano la testata alle Edizioni Salernitane che il 12 agosto passa sotto il pieno controllo di Media Service, una srl costituita il 22 ottobre 2015 con un

Clemy De Maio

capitale di 10mila euro, di cui 2500 euro versati, e amministratore unico e proprietaria Carmela Prisco, mentre la carica di amministratore di Edizioni Salernitane, che nella fase iniziale era affidata a Rosario Emanuele Alfano, uomo di fiducia di Lombardi, dall’undici settembre scorso viene assunta da Salvatore Sorrentino, nato ad Arzano nel 1954, fino al 2013 centralinista del quotidiano Roma. Chiudiamo il tourbillon delle società con qualche notizia in più sulle Edizioni Regionali Campania, srl costituita il 7 marzo 2017 e interamente controllata dalla spa 'Servizio Italia / Società fiduciaria e di servizi per azioni' della galassia Bnl Paribas.
Difficile capire dove stanno portando le varie capriole societarie. Gli imprenditori non parlano e i loro collaboratori si allineano. Si può soltanto ipotizzare che la testata, scorporata da Edizioni Salernitane che ha conservato il fardello dei ventidue dipendenti, sia stata data in garanzia per ottenere un finanziamento. Una operazione simile a quella realizzata poco meno di dieci anni fa da Gabriella Buontempo, allora moglie del deputato Italo
Bocchino
, socia di maggioranza del Roma e proprietaria dell’immobile che ospitava la redazione del quotidiano, che per mettere al sicuro la proprietà la affidò a una società di leasing alla quale il giornale versava un canone mensile.

Carlo Meoli

L’operazione comunque non andò a buon fine per il fallimento della società che editava il Roma.
Torniamo a Salerno, ricapitolando i passaggi degli ultimi giorni. Il 18 ottobre il consulente degli editori Lorenzo La Duca invia a tutte le controparti sindacali e al direttore Andrea Manzi un piano di riorganizzazione aziendale in cinque pagine. Il comitato di redazione (Clemy De Maio, Carlo Meoli, Monica Trotta), eletto da pochi giorni, e il segretario del Sindacato unitario dei giornalisti campani Claudio Silvestri concordano un incontro con gli editori per discutere del

piano. Alla riunione tenuta nella sede del giornale a piazza Sant’Agostino a Salerno il 26 ottobre sono presenti anche l’avvocato Ottavia Antoniazzi per la Federazione della stampa, il consigliere Fnsi Gerardo Ausiello, il delegato dei poligrafici Alberto Santoriello, il rappresentante della Fistel Cisl provinciale Antonio Abagnara e per l’azienda il direttore amministrativo Giuseppe Carrieroin qualità di delegato del signor Salvatore Sorrentino, legale rappresentante e amministratore unico della società Edizioni Salernitane srl, editrice del quotidiano ‘la Città’, giusta delega agli atti”, assistito da Lorenzo La Duca.
Nel verbale che chiude l’incontro, con le firme di tutti i presenti, l’azienda riepiloga nel dettaglio i passaggi del piano, il cdr e i rappresentanti dei poligrafici presentano una serie di richieste ma soprattutto sottolineano che i mutamenti societari non sono stati comunicati nel maggio scorso quando è stato siglato un accordo per il rilancio del giornale. Per riprendere il confronto viene fissato un nuovo incontro per il 7 novembre alle ore 12.
Nel pomeriggio si riunisce l’assemblea di redazione che dalle visure camerali legge le manovre societarie portate avanti dagli editori, con la separazione della proprietà della testata dall’organico redazionale, l’atmosfera si riscalda e

viene proclamato un giorno di sciopero immediato; la decisione passa all'unanimità, con il voto favorevole anche dei tre cdr che poche ore prima hanno firmato il verbale per rivedersi il 7 novembre. La mattina successiva il lavoro dovrebbe riprendere ma arriva la nota dell'azienda che comunica la sospensione del tavolo delle trattative; quindi nuova assemblea con l'annuncio di tre giorni di sciopero. Sabato 28 ottobre viene organizzata davanti alla sede del

Monica Trotta

giornale una manifestazione per denunciare una situazione poco chiara nella gestione dell'azienda con modifiche dell’assetto societario mai comunicate alla redazione. Per questo motivo i giornalisti chiedono l’intervento dell’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, alla Finegil, che fino all’anno scorso era proprietaria del giornale, e a Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria e stampatore del giornale.
La Città è stata assente nelle edicole quindi venerdì, sabato, domenica e lunedì quando i giornalisti sono tornati al lavoro in una situazione di calma apparente, ma è evidente che in tempi brevi ci saranno novità, a cominciare forse da uno show down tra i proprietari, anche se le delicate vicende giudiziarie che riguardano Lombardi spingono tutti a muoversi con cautela.