Caro direttore,
ho letto con curiosità e divertimento l’articolo sul concorso per i quattro contratti a tempo determinato nell’ufficio stampa della giunta provinciale di Napoli, vinti da Gianni Russo, Debora Minghelli, Alessandro Fava Del Piano e Davide Cerbone.
Chi segue con attenzione le vicende di questo ente, governato dal verde e bassoliniano Dino Di Palma, sa che negli ultimissimi giorni del 2005 a piazza Matteotti si è assistito a un “assalto alla diligenza”.
A che mi riferisco? Mi segua: la legge Finanziaria dice che gli enti pubblici che violano il patto di stabilità vengono “sanzionati” con una serie di vincoli e di limiti nella spesa e nella possibilità di effettuare comandi di personale, disporre consulenze esterne, rinnovare contratti. Lo sforamento del patto di stabilità della Provincia di Napoli, certificato nel settembre 2005 da una delibera dell'assessore alle Finanze Guglielmo Allodi (Democratici di sinistra) con un atto consapevole delle conseguenze che ne sarebbero derivate, aveva quindi reso edotti con largo anticipo presidente, assessori, consiglieri e dirigenti della Provincia che con lo scattare del nuovo anno avrebbero dovuto stringere la cinghia e rinunciare al superfluo. Di qui l’assalto alla diligenza: il concorso per giornalisti che “per forza” doveva concludersi entro l’anno, ma non solo. Gli addetti agli staff di presidente e assessori, che di solito vengono assunti con contratti a tempo determinato di un anno che scattano dal 10 gennaio e scadono il 31 dicembre, stavolta sono stati fatti dimettere prima della scadenza del 31 dicembre per poi essere “ricontrattualizzare” in extremis, tra il 29, 30 e 31 dicembre con nuovi contratti della durata di diciotto mesi.
Lo stesso gioco è stato fatto con il portavoce del presidente, Angelo Cirasa, verde come il suo presidente tanto da essersi candidato alle politiche nel 2001: il suo contratto scadeva nell’estate 2006 e con questi chiari di luna, coi vincoli del patto di stabilità, una volta giunti a quella data, non poteva più essere rinnovato. E voilà: anche per lui è stata fatta una delibera durante le vacanze di natale: revoca del contratto vecchio e stipula di uno nuovo, fino al luglio 2007. I costi graveranno nei conti del 2005, già sforati, quindi nessun problema. Un po’ come nascondere la polvere sotto il tappeto. Già che c’erano, gli hanno anche aumentato lo stipendio del 17 per cento: da 65mila a 76mila euro. Alla faccia di un ente dai conti in rosso. Cordiali saluti
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