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Note agiografiche
sulla visita di Draghi |
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TEMPO DI GUERRA, e a Napoli spuntano i giornalisti ‘embedded’, anche se da noi non si combatte. Dopo il presidente della Repubblica in visita l’11 settembre 2021 a Pozzuoli e al carcere minorile di Nisida - della quale Iustitia ha scritto – anche il premier Mario Draghi ha escluso i cronisti dalla copertura della sua visita alla Basilica di Santa Maria alla Sanità e alle Catacombe di San Gaudioso.
“I giornalisti non saranno ammessi. Le immagini saranno fornite dalla Presidenza del Consiglio”, avevano avvertito i comunicati stampa |
prima dell’evento. Per le foto viene ammesso un unico fotografo, Sergio Siano del Mattino, che ha lavorato in pool. Per la cronaca, invece, solo il racconto unilaterale ed interessato fornito |
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Carlo Borgomeo e don Antonio Loffredo |
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dagli addetti stampa delle associazioni che gestiscono le visite alle Catacombe, della ‘Fondazione per il Sud’, presieduta da Carlo Borgomeo, e del parroco-manager don Antonio Loffredo. Tutto il contrario della terzietà rispetto ai fatti indispensabile nella professione.
In italiano ‘embedded’ si traduce incorporato, inserito. E proprio come i giornalisti al seguito degli eserciti in guerra, con una unica fonte a disposizione (l’unità militare che li protegge), i cronisti napoletani incorporati nell’organizzazione hanno trasformato la visita di Draghi in un bollettino vittorioso di guerra.
Sulle pagine napoletane di Repubblica Conchita Sannino il 30 marzo racconta che “il premier si è commosso vedendo i bambini ucraini cantare con la piccola mano sul cuore il loro inno” , prima della “visita ammirata al Presepe dei fratelli Scuotto” mentre don Loffredo, sacerdote diocesano (impropriamente qualificato come “padre Loffredo”) parla di “mattinata bellissima”.
Un altro ‘embedded’, Valentino Di Giacomo, diventa lirico: “gli occhi lucidi hanno tradito, anche se per poco, quell’aria di imperturbabile bonarietà che quasi sempre lo contraddistingue”. Non parla di san Vincenzo de’ Paoli, al quale alla Sanità è intitolata una grande chiesa, ma di san Mario Draghi. Infatti Il Mattino del 30 marzo titola: “il premier si‘scioglie’ alla Sanità tra bimbi ucraini e Livella di Totò”. A Napoli, oltre al sangue di San Gennaro, si scioglie quello della compatrona santa Patrizia e di altri santi meno noti. La liquefazione di Draghi va ad aggiungersi agli eventi prodigiosi.
In questo contesto agiografico e celebrativo, poteva trovare spazio la realtà, che era in strada, con le decine e decine di persone che hanno contestato e coperto di insulti, anche dalle finestre e dai balconi, Draghi all’arrivo e alla partenza, unendosi ai gruppetti organizzati dei Centri sociali e dei disoccupati? Certamente no. E dunque siamo informati dello scontato “patto della pizza”, cito Repubblica, siglato con De Luca e |
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Ottavio Bianchi e Sergio Siano |
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Manfredi da “Concettina ai tre Santi”, mentre la contestazione viene descritta dal Mattino con gli occhiali della “realtà aumentata”.
Per Valentino Di Giacomo: “sparuti contestatori, pur se |
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rumorosi, sono apparsi anche alla Sanità. Mentre dalle finestre e dai balconi i residenti hanno acclamato il premier”.
Ma dov’era Di Giacomo? Altrove. Lo testimonia il seguito: “e lui alzando lo sguardo ha ricambiato gli incitamenti all’uscita della basilica della Sanità che dà sulla piazza”. Ma Draghi, proprio per le contestazioni in atto, non è uscito dalla porta della Basilica “che dà sulla piazza”, ma da una porta laterale.
Ottavio Bianchi, ruvido allenatore del Napoli del primo scudetto diceva ai giornalisti che si lanciavano in domande tecniche sgradite nel post-gara: “mi sa che lei ha visto un’altra partita”. Ecco Di Giacomo, ha visto un’altra visita, non quella di Draghi al rione Sanità. |
Aramis de Vannes |
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