Riorganizzazione ferma:
manca l'ok del ministero

I DIRIGENTI DEL Mattino hanno quasi completato l’iter per accedere alle agevolazioni collegate alla ‘riorganizzazione aziendale in presenza di stato di crisi’ che consentirà di prepensionare dieci giornalisti nell’arco di tempo che va dal primo giugno 2012 al 31 maggio 2013. Manca soltanto il via libera dal ministero del Lavoro, retto da Elsa Fornero, e non è un sì scontato perché sono tante le imprese editoriali che stanno bussando a soldi per scaricare i

redattori più anziani e quindi più costosi, infischiandosene del fatto che sono anche i giornalisti che rappresentano la parte più significativa del patrimonio professionale dei giornali. Il 17 maggio a via  Chiatamone c’è stato l’incontro tra i vertici del Mattino spa (il direttore


Massimo Garzilli e Giovanni Santorelli

amministrativo Massimo Garzilli in pensione dal gennaio 2008, il capo del personale Raffaele Del Noce e il responsabile dell’ufficio legale Giovanni Santorelli), il comitato di redazione (Marisa La Penna, Riccardo
Marassi
, Adolfo Pappalardo e, per le redazioni distaccate, Claudio Coluzzi) e l’Associazione napoletana della stampa (il presidente Enzo Colimoro, il segretario Cristiano Tarsia e il consigliere Maurizio Cerino), concluso con la firma di un testo di tre paginette scritto in un italiano improbabile (“giornalisti ai quali verrà risolto il rapporto di lavoro”), che nessuno può raddrizzare perché sono stati fatti fuori tutti i correttori.
Il 30 maggio a Roma, nella sede della Federazione editori, si è riunita la stessa compagnia con in più i rappresentanti della Fieg e della Federazione editori; insieme  hanno sottoscritto l’accordo già firmato a Napoli, con in più la precisazione che eventuali decessi e altre uscite dal giornale verranno defalcati dal numero dei giornalisti da pensionare.
Ora sono tutti in attesa di sapere se e quando arriverà il via libera dal ministero e tra i tutti ci sono in prima fila i dieci da prepensionare, con situazioni diverse


Marisa La Penna e Cristiano Tarsia

tra loro, per le quali l’azienda dovrà trovare una soluzione; per esempio c’è chi (come Carla Di Napoli), anche con lo scivolo di cinque anni, non raggiunge i trent'anni di contributi. E fuori dall’accordo sono anche i quattro redattori del Mattino (Gerardo

Ausiello, Marco Piscitelli, Pino Taormina e Marco Toriello) che nei dodici mesi dello stato di crisi chiudono il quarto anno di contratti a termine e dovranno attendere giugno 2013 per sperare di essere ripresi e assunti.
“Aspettiamo una comunicazione dal ministero; – dice Riccardo Marassi – nel caso non dovesse arrivare il via libera, sarà necessario passare al piano b che prevede l’avvio dei contratti di solidarietà. Il piano b, che comporta una decurtazione dello stipendio per tutti i redattori, verrebbe in ogni caso poi discusso a fondo con l’azienda”.