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Per la crisi del Roma
incontro al sindacato |
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IL PRIMO INCONTRO per discutere dello stato di crisi del Roma si terrà il 16 novembre alle 14,30 nella sede dell’Associazione napoletana della stampa. I partecipanti annunciati sono il comitato di redazione, formato da Salvatore Caiazza, Antonella Monaco e Claudio Silvestri, il presidente dell’Assostampa Enzo Colimoro, il direttore responsabile Antonio Sasso e l’amministratore della società Salvatore Santoro.
All’incontro giornalisti e azienda arrivano con le idee chiare perché nelle ultime settimane ci sono state riunioni, assemblee, una visita del cdr e del direttore allo studio di Francesco Ruscigno, il commercialista che rappresenta la |
proprietà del Roma ed è anche consigliere d’amministrazione del quotidiano E Polis, e due comunicazioni dell’azienda: la prima firmata da Santoro un mese fa; la seconda del 30 ottobre con la consegna del “piano di ristrutturazione per crisi aziendale”.
Per la società il nodo da sciogliere è l’azzeramento delle perdite quantificato per il 2008 in 323.844 |

Enzo Colimoro e Salvatore Santoro |
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euro e per i primi sette mesi del 2009 in 354.484 euro. Nella prima lettera inviata al cdr Santoro ricordava la riduzione secca dell’area diffusionale decisa sei mesi fa con il taglio di Roma e delle province di Avellino, Benevento, Caserta e Salerno e ipotizzava la riduzione della foliazione (quattro pagine) e dei compensi destinati ai collaboratori, con l’eliminazione di alcuni corrispondenti e opinionisti.
L'amministratore individuava le aree sulle quali intervenire con le forbici: economia, esteri, politica nazionale, attualità e sport. E annunciava che i risparmi sarebbero stati utilizzati anche per attivare un abbonamento al notiziario dell’Ansa, perché l'agenzia è intenzionata a promuovere azioni giudiziarie contro il Roma per l’uso illegittimo dei suoi testi.
Nel ‘piano di ristrutturazione’ vengono citate le varie cause della crisi: i new media e il calo di interesse verso la carta stampata, la concorrenza di iniziative editoriali locali e dei quotidiani free press, l'aumento del costo della carta, il calo della raccolta pubblicitaria locale e nazionale. A questo elenco dal primo novembre si è aggiunta la rottura del tandem con il Giornale decisa dal direttore del quotidiano milanese Vittorio Feltri, in risposta agli attacchi del patron del Roma Italo Bocchino.
Cambiano nel piano i settori da comprimere: economia, spettacolo e politica; mentre si parla di dare spazio alla cronaca locale, alla nera e soprattutto allo sport, cui è assegnato il compito di far lievitare diffusione e vendite (una scommessa forse sulle fortune del Napoli di De Laurentiis e Mazzarri). Per contenere i costi vengono individuate tre strade: tagli a notturni, domenicali e alla foliazione, che, dimenticate le ambiziose 48 pagine, si assesta su 36-40, di cui solo otto a colori; da gennaio prepensionamento del direttore Antonio |

Aurelio De Laurentiis con il figlio Eduardo e la moglie Jacqueline Baudit
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Sasso, che, seguendo l’esempio del direttore amministrativo del Mattino Massimo Garzilli, rimane al suo posto, anche in gerenza, con un contratto di consulenza: con questa operazione, |
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tra stipendio e contributi, si può ipotizzare un risparmio di oltre duecentomila euro, cui andranno sottratti i costi della consulenza; il licenziamento di quattro giornalisti, su un organico che oggi ne conta quattordici (oltre il tandem di direzione Sasso-Manzi), di un grafico e di un amministrativo.
Niente paura, però; per evitare i licenziamenti è già stata individuata una soluzione: contratti di solidarietà con una autoriduzione del trenta per cento degli stipendi, compensata per i giornalisti da un contributo Inpgi del 18 per cento. Questo dovrebbe essere il punto di avvio della trattativa per approdare a un taglio del venti con un rientro Inpgi del 12 per cento; alla fine i redattori dovranno rinunciare all’otto per cento della retribuzione.
“Con la piena disponibilità d parte di tutti, - dichiara Salvatore Santoro – per altro già verificata nei preincontri, contiamo di evitare decisioni traumatiche. Non siamo ancora in grado di quantificare il calo copie dovuto al divorzio dal Giornale, ma con un’autoriduzione che tocca tutti (giornalisti, amministrativi, grafici e vertici della società) assorbiremo anche questo passaggio. Del resto, in qualche modo, il buon esempio l’ho dato io quando sei mesi fa sono passato da un rapporto da dipendente a un contratto a progetto”. |
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