La cronologia
delle minacce

Il cronista Mimmo Rubio ripercorre in maniera sintetica oltre venticinque anni di minacce e intimidazioni ricevute per la sua attività giornalistica su Arzano e sui comuni vicini.

Il rapporto difficile con la politica ad Arzano comincia nella prima metà degli anni Novanta. Lavoravo al Giornale di Napoli e durante una seduta del consiglio comunale, un politico locale, Giovanni Conte, mi disse che fare il giornalista alla Siani era pericoloso per me e per il paese. Lo denunciai. Poi mi chiese scusa pubblicamente e ritirai la querela.

Con il mensile Hinterland nato nel novembre 1998 e diffuso nei comuni di Arzano, Casavatore e Casoria (il primo numero uscì con la notizia esclusiva della fuga del super latitante cutoliano Pasquale Scotti in Brasile) si alzò l’asticella delle minacce. Il 18 maggio del 2000 mi venne fatta recapitare una busta con due proiettili e minacce tese a fermare l’attività giornalistica di Hinterland di cui ero editore e direttore. Negli anni successivi ho ricevuto molte altre minacce che riguardavano anche i miei familiari.

Problemi ancora più seri arrivarono nel 2004 quando con un’inchiesta giornalistica del settimanale Napoli Metropoli aprii uno squarcio sulle mani del clan Moccia nel project financing per l’ampliamento del cimitero consortile Arzano-Casoria-Casavatore. Vennero avviate indagini della Dia e un’inchiesta della magistratura che coinvolse i politici dell’epoca (il sindaco era Nicola De Mare, dei Democratici di sinistra). Il consiglio comunale fu poi sciolto per mafia (2008). In quegli anni ricevetti diverse minacce con proiettili che fecero scattare una prima tutela con sorveglianza dell’abitazione e del luogo di lavoro. 

Sono poi seguite altre intimidazioni con missive e proiettili dopo le mie denunce nella campagna elettorale del 2010 contro il candidato sindaco di Forza Italia, Giuseppe Fuschino, per i suoi rapporti con i clan. Fuschino venne eletto e poi mandato a casa per camorra (fu anche arrestato per una vicenda relativa a un tentativo di estorsione alla ditta rifiuti e condannato in primo grado). 

Ma i problemi maggiori li ho avuti in particolare modo dal 2017, dopo l’elezione dell’amministrazione guidata della sindaca Fiorella Esposito, espressa da una coalizione a guida De. Ma. (la formazione promossa dall’allora sindaco di Napoli Luigi De Magistris), mandata a casa anzitempo prima come le dimissioni della maggioranza del consiglio e poi con il commissariamento del comune per camorra. Quello fu un periodo contrassegnato da una campagna di intimidazione, delegittimazione ed isolamento contro di me e contro il giornalista Giuseppe Bianco, corrispondente del Roma, sottolineato addirittura in una sentenza del Tar del Campania sul ricorso contro lo scioglimento fatto dagli stessi politici. Da una parte le minacce arrivavano dalla politica, dall’altra dalla camorra.
Nell’estate del 2018 si sono quindi registrati tre gravissimi episodi ai miei danni, tutti notturni, con due “cortei di moto ed auto in stile tipico da stesa” con esplosioni di batterie di fuochi d’artificio e un terzo con il lancio di una bomba carta sul balcone della mia abitazione da parte del clan della 167 di Arzano, cosca federata al cartello degli Amato-Pagano, i cosiddetti “scissionisti’. E subii anche aggressioni fisiche; in un’occasione fui schiaffeggiato in villa comunale e naturalmente presentai una denuncia alla procura della Repubblica. Da quel momento è stata attivata di nuovo una prima tutela nei miei confronti con abitazione vigilata dalle forze dell’ordine. Fu in quel periodo che sollevai un problema di sicurezza personale unitamente a Bianco chiedendo provocatoriamente il porto d’armi per potermi difendere, visto il pericolo sempre in agguato. Vivevo con il terrore e mia madre era rimasta segnata dallo scoppio di quella potente bomba carta lanciata di notte sul balcone di casa. Nel 2019, grazie anche alle nostre denunce, fu poi sciolto per la terza volta per camorra il consiglio comunale di Arzano.