Chiudo con le querele temerarie. Nel corso degli anni ne sono state presentate diverse alla tenenza dei carabinieri per presunta diffamazione, ma quasi tutte sono state cestinate sul nascere dalla Procura. Nel 2011, però, con il direttore del Roma, Antonio Sasso, sono stato rinviato a giudizio, ed entrambi siamo stati assolti, in merito ad una querela per diffamazione inerente un articolo del 2007, fatta da quello stesso consigliere comunale Giovanni Conte (del lontano 1993). Ma i problemi maggiori, anche dal punto di vista delle querele temerarie sono stati quelli che hanno accompagnato l’azione intimidatoria contro i giornalisti da parte dell’ultima amministrazione comunale commissariata per camorra, quella guidata dalla sindaca Fiorella Esposito. Dopo lo scioglimento per camorra, infatti, su Arzano News pubblicai le motivazioni articolate che determinarono il provvedimento, come da atti istituzionali. Ne conseguì querela nei miei confronti. Nonostante l’archiviazione del pubblico ministero, la sindaca si appellò e si andò quindi in udienza davanti al gip. Il 15 febbraio 2020 il giudice Antonino Santoro del tribunale di Napoli Nord rigettò l’opposizione e dispose l’archiviazione del procedimento. 
Altra querela per diffamazione mi arrivò da un altro esponente della amministrazione Esposito, l’assessore Giuseppina Piglia. Anche in questo caso la querela venne subito archiviata dal pubblico ministero ma la Piglia si oppose e si finì anche in quel caso davanti al gip Daniele Grunieri, che nell’udienza del 3 novembre 2020 dispose l’archiviazione del procedimento. 
Non contenta di quella sentenza, sempre la Piglia, per un errore del tribunale di Aversa, un cosiddetto “ne bis in idem” riguardante il caso sopracitato, fece di nuovo appello per la stessa querela con altro gip, bocciato comunque con sentenza del primo giugno 2021 perché improcedibile (tempo perso, sperpero di denaro pubblico con udienze varie, querela temeraria che ha comunque comportato costi legali).

Post scriptum. Questi esponenti politici, soprattutto Giuseppina Piglia, fedelissima della sindaca Esposito, sono comunque chiamati in causa anche per le vicende del lockdown che hanno coinvolto il sottoscritto e la Commissione prefettizia e sulle quali ci sono indagini ancora in corso. Vennero infatti fomentate le forti proteste del 2020, al limite dell’eversivo, fatte da commercianti ma anche da infiltrati della camorra. Su queste vicende che hanno anche fatto scattare la scorta bisognerà aspettare gli sviluppi giudiziari