Ordine del Piemonte:
no a Moggi giornalista

“DICHIARAZIONE NON corretta sulla sussistenza di pendenze penali a suo carico” e “valutazione della condotta dell’aspirante pubblicista in relazione ai valori deontologici che ogni giornalista è tenuto a rispettare”: queste le motivazioni che hanno spinto il 3 maggio l’Ordine dei giornalisti del Piemonte, presieduto da Sergio Miravalle, a bocciare la domanda d’iscrizione all’albo dei pubblicisti presentata da Luciano Moggi, senese di Monticiano, settantatre annia luglio, da trenta protagonista del calcio italiano, dirigente di

Roma, Lazio, Torino, Napoli e, per dodici anni, Juventus.
Dal 2006 Moggi, che ha la residenza a Torino, firma una rubrica per il quotidiano Libero ed è spesso ospite di  trasmissioni televisive nazionali e locali, è al


Maria Pia Gualtieri, Teresa Casoria e Francesca Pandolfi

centro di inchieste giudiziarie e di processi per Calciopoli, lo scandalo delle partite truccate grazie a una fitta rete di rapporti con interventi sui designatori arbitrali e sugli stessi arbitri. Attualmente è imputato a Napoli, per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva al processo per Calciopoli davanti alla nona sezione penale, presieduta da Teresa Casoria, con giudici a latere Maria Pia Gualtieri e Francesca Pandolfi.
Nei vari filoni di indagine scaturiti dalle intercettazioni di Calciopoli sono stati coinvolti diversi giornalisti: Aldo Biscardi (La7), Tony Damascelli (Il Giornale) Guido D’Ubaldo (Corriere dello Sport), Franco Melli (Il Tempo), Lamberto Sposini (ospite del Processo di Biscardi), Ciro Venerato (Rai Sport) e Ignazio Scardina (Rai Sport). Qualcuno è stato anche sanzionato dall’Ordine dei giornalisti, ma l’unico che è imputato nel processo di Napoli è Scardina.
La domanda di iscrizione è stata presentata da Moggi nel dicembre 2008 e la decisione di respingere la richiesta è stata adottata a maggioranza, quattro a tre con due consiglieri assenti. “È stata un’istruttoria complessa; – spiega Sergio Miravalle, redattore capo della Stampa, corresponsabile del settore Province – per avere un quadro giudiziario completo abbiamo scritto alle procure di Torino, Roma e Napoli e recuperato dagli Ordini di Roma e Milano le delibere a carico dei giornalisti raggiunti da sanzioni disciplinari per comportamenti scorretti e violazioni degli obblighi deontologici in vicende che vedevano Moggi tra i protagonisti. E il 12 aprile c’è stato il penultimo atto dell’istruttoria con un’audizione di Moggi lunga e intensa”.