Rai, le due Italie
di Salini e Casarin

LA VICENDA È nota. Il 28 aprile nelle edizioni delle 14 e delle 19,35 del tg Rai dell’Emilia Romagna viene messo in onda un servizio firmato da Paolo Pini su un gruppo di nostalgici di Mussolini che si è riunito a Predappio per commemorare il Duce, riportando senza commenti frasi del tipo “il più grande uomo storico che abbiamo avuto in Italia”.
Scoppia il caso con prese di posizione di diversi esponenti politici. Il segretario della commissione di Vigilanza sulla Rai Michele Anzaldi

parla di due minuti di interviste e immagini, con tanto di saluti romani, sulla manifestazione fascista”. e chiede le dimissioni del direttore della Tgr Alessandro Casarin che pure ha preso subito le distanze dal servizio su Predappio. A viale Mazzini intanto si muovono; non lo fa il capo del personale ma l’amministratore delegato Fabrizio Salini che chiede al vertice Tgr una relazione dettagliata su quanto

Michele Anzaldi

è accaduto. Si avvia quindi una verifica interna che viene stoppata dal redattore capo responsabile del tg emiliano Antonio Farné il quale, prima di far scadere i tempi concessi per fornire spiegazioni sul servizio messo in onda, il 3 maggio si dimette. E Casarin copre il buco a Bologna nominando ad interim capo del tg Emilia Ines Maggiolini, vice direttore della Tgr con deleghe su Emilia e Romagna e  Sardegna oltre che responsabile delle rubriche della Tgr.
Un mese prima della manifestazione per celebrare il Duce alla sede Rai di Napoli è venuta fuori una vicenda diversa ma forse altrettanto grave.
Il cronista politico della redazione di via Marconi Massimo Calenda ha chiesto al capo redattore Antonello Perillo tre settimane di ferie per motivi personali e poi le ha spese per assistere il candidato di Forza Italia Vito Bardi nella cavalcata che lo porterà alla conquista della presidenza della Regione Basilicata. Sul fronte della politica si può svolgere un doppio ruolo, cronista Rai e comunicatore? Se lo chiede il 10 aprile il Fatto diretto da Marco Travaglio con un articolo di Vincenzo Iurillo.

Ines Maggiolini

Sono trascorse diverse settimane ma dalla Rai non arrivano risposte limpide. A Roma tutti tacciono; Carlo De Blasio, vice direttore della Tgr con delega al Mezzogiorno peninsulare e sede Napoli, aveva assicurato al Fatto che si sarebbe occupato del caso ma per ora non dà notizie; Perillo si è limitato a convocare Calenda per comunicargli non si sarebbe più occupato delle vicende politiche. Così l’unico risultato

ottenuto è che il tg della Campania non segue più con assiduità gli avvenimenti della politica. Un esempio? Il 26 aprile Ciriaco De Mita fa sapere che a 91 anni si ricandida a sindaco di Nusco. Ne scrivono tutti i giornali italiani; alla sede di Fuorigrotta ignorano la notizia.
Forse Fabrizio Salini dovrebbe spiegare perché la Rai ha regole che mutano a seconda delle aree geografiche