Barcellona, Repubblica
fa salire le vittime a 35

ALLE 17 del 17 agosto un furgone Fiat bianco punta la folla di turisti a passeggio nella Rambla, la via centrale di Barcellona, e falcia centinaia di persone. Il bilancio è pesantissimo: quattordici morti e 130 feriti. Due le vittime italiane: Bruno Gullotta di Legnano e Luca Russo di Bassano del Grappa.
Il 18 agosto il direttore di Repubblica Mario Calabresi e il vertice del giornale (i vice direttori sono Fabio Bogo, Dario Cresto-Dina, Gianluca Di Feo, Angelo Rinaldi, Sergio Rizzo, Giuseppe Smorto e il redattore capo centrale Claudio Tito) decidono di realizzare uno speciale per spiegare il vero obiettivo della cellula di terroristi islamisti che si richiamano all’Isis: colpire uno

dei luoghi dove l’integrazione tra giovani e meno giovani di tutto il mondo è più visibile.
Preparano quindi una sovraccopertina di quattro pagine con in prima articoli dell’ex direttore Ezio Mauro e dello

Tahar Ben Jelloun e Alicia Giménez Bartlett

scrittore di origini marocchine Tahar Ben Jelloun e all’interno dello speciale una riflessione dello scrittore romano Paolo Di Paolo e una testimonianza dell’autrice spagnola Alicia Giménez Bartlett.
In prima una grandissima foto della folla raccolta intono ai fiori e alle candele che ricordano i morti; il titolo è “Il mondo in una strada / La Rambla, l’integrazione che dobbiamo difendere”, il sommarioNell’attentato di Barcellona sono morte persone di trentacinque nazionalità / È questo il modello globale che vogliono distruggere”.“Sono morte persone di trentacinque nazionalità”? Ma le vittime non sono quattordici?
A volte qualche quotidiano alza il numero delle vittime per non trovarsi la mattina dopo spiazzato dalle notizie maturate nella notte. Il 28 giugno dello scorso anno alle 22,10 (in Italia sono le 21,10), all’aeroporto Ataturk di Istanbul tre attentatori kamikaze con kalashnikov e bombe e diversi complici scatenano l’inferno all’ingresso dei voli internazionali dello scalo. A fine serata il ministro della Giustizia turco Bekir Bozdag comunica in via ufficiale che “le vittime sono almeno 28 e una sessantina i feriti, di cui sei gravissimi”. Il direttore del Mattino Alessandro Barbano è certo che il numero crescerà e, a differenza dei principali quotidiani italiani allineati ai dati forniti dal ministro

Bruno Gullotta e Luca Russo

turco, azzarda un titolo senza se e senza ma: “Terrore in aeroporto: 50 morti”. Non è questo però il caso di Repubblica del 19 agosto. In seconda pagina l’incipit di Paolo Di Paolo è “Non è accaduto solo a

Barcellona, l’attentato del 17 agosto 2017. È accaduto in trentacinque Paesi diversi, nello stesso istante. Proiettate su un planisfero, le nazionalità di vittime e feriti toccano tutti i continenti”. Un deskista distratto ha tagliato la parola “feriti” e controllori altrettanto distratti non hanno corretto. Ma questa non è Repubblica, questa è sciatteria da social.