L'ordine del giorno
sul 'danno erariale'

A palazzo Madama il 31 marzo, nell’ambito della discussione delle norme anticorruzione, è stato votato l’ordine del giorno presentato da Vilma Moronese e altri senatori 5 Stelle che chiedeva al governo due impegni: “provvedere alla revoca immediata di ogni incarico affidato dalla pubblica amministrazione a chi viene condannato per illeciti amministrativi; incrementare le situazioni giuridiche di inconferibilità degli incarichi amministrativi anche per soggetti condannati per illeciti amministrativi, con specifico riguardo al danno erariale”.
Di seguito l’intervento di Vilma Moronese e la sua dichiarazione di voto

Senatrice Vilma Moronese, prima firmataria dell’ordine del giorno G7.105. Signor presidente “La corruzione è dilagata perché mafiosi e corrotti hanno un terreno comune: arricchirsi. La corruzione in Italia è un fenomeno di sistema assolutamente dilagante perché mai efficacemente contrastata e combattuta, ma anzi per troppo tempo tollerata e giustificata e sul cui fronte vi è stato un deciso arretramento quando sono state assicurate ampie prospettive di impunità per il falso in bilancio”. Utilizzo e condivido queste parole del procuratore nazionale antimafia Franco Roberti.  Il Movimento 5 Stelle è stato sempre duro in materia di lotta alla corruzione ed alla mafia e lo dimostriamo ogni giorno.
Al momento ci troviamo di fronte ad un sistema normativo insufficiente e contraddittorio e non mi riferisco solo alle pene per i delitti di corruzione di cui abbiamo più volte discusso. Pensiamo ad esempio alla disciplina dell’inconferibilità degli incarichi amministrativi. Attualmente il decreto legislativo numero 39 del 2013 individua i casi di inconferibilità degli incarichi dirigenziali e degli incarichi di responsabilità amministrativa di vertice che comportano l’esercizio di funzioni amministrative e di amministrazione e gestione delle pubbliche amministrazioni e negli enti di diritto privato sottoposto a controllo pubblico a soggetti interni o esterni alla pubblica amministrazione; sono inconferibili, cioè è precluso il conferimento di incarichi nei confronti di: coloro che abbiano riportato condanne penali anche con sentenza non passata in giudicato per i reati previsti dal capo I del titolo II del libro II del codice penale; coloro che abbiano svolto incarichi o ricoperto cariche di enti di diritto privato regolati o finanziati da pubbliche amministrazioni o svolto attività professionali a favore di questi ultimi; coloro che siano stati componenti di organi di indirizzo politico.