IL 2 LUGLIO l’editore Sergio Fanucci ha mandato nelle librerie italiane quarantamila copie de ‘La bibliotecaria’, edizione aggiornata del romanzo che Claudio Ciccarone, giornalista telecineoperatore Rai, ha pubblicato con Guida nel febbraio 2000. Le mille copie tirate otto anni fa sono esaurite da anni e il libro è stato ristampato anche sull’onda delle polemiche suscitate dalle grandi somiglianze, di trama e di testo, tra Marta, la tarma de La bibliotecaria, |
il caso nei primi giorni di giugno e, in qualche modo, un mese dopo l’ha chiuso. Il 4 giugno nella pagine della Cultura viene pubblicato un articolo a firma di Gian Paolo Serino; nelle due colonne, intitolate “Una tarma di nome Firmino”, si elencano vari passaggi simili tra i due testi, precisando che ce ne sono almeno una trentina, si ricorda che nella biblioteca dell’università di Yale dove Savage avrebbe lavorato c’è una copia della ‘Bibliotecaria’; si sostiene che l’autore di Firmino conosce la lingua italiana e che, secondo quanto riportato dal sito Coffee house press, a chi gli chiedeva del perché avesse scelto come protagonista un topo, avrebbe risposto: “Non potevo mica scegliere una tarma”.
Il 4 luglio scende in campo Irene Bignardi. La pagina che apre la Cultura del quotidiano diretto da Ezio Mauro è riservata a un’intervista via mail con l’autore di Firmino, rintanato nel suo eremo nel Massachussetts. L’ultima colonna della lunga intervista è riservata a Ciccarone e alla sua Marta con un Savage secco (“Non parlo e non leggo l’italiano”, “non ho mai sentito parlare di questo scrittore e del suo libro”, “non ho mai messo piede nel campus di Yale dal 1979”), liquidatorio (“Quanto agli animali intelligenti che raccontano, risalgono ai tempi di Esopo e sono numerosi come le foglie di un albero”), sprezzante (“La questione è troppo sciocca perché se ne parli seriamente”).
E dopo il primo articolo di Repubblica, diversi quotidiani e settimanali si sono
occupati del ’plagio’, dalla Stampa a Libero, dal Venerdì a Donna moderna. |