Ansa, Dente
torna al lavoro

IL 12 GENNAIO, alle 10 in punto, Maurizio Dente è tornato a via San Tommaso d’Aquino, alla redazione napoletana dell’Ansa, e si è seduto alla sua scrivania, 164 giorni dopo il licenziamento.
Due mesi fa i dirigenti dell’agenzia avevano disatteso l’ordinanza del giudice Gabriella Marchese che aveva, con effetto immediato, reintegrato in servizio il giornalista. Quando, con il provvedimento depositato il 27 dicembre, il tribunale del lavoro di Napoli (presidente Maria Della Rossa,

giudici a latere Dario Simeoli e l’estensore Luigi Ruoppolo) ha confermato in pieno il primo giudizio, smontando in maniera articolata le argomentazioni degli avvocati dell’agenzia, condannata a pagare anche le spese legali, il responsabile Risorse
Orazio Abbamonte, Maurizio Dente e Maria Carmela Spadaro
umane dell’Ansa Alessandro Barberi ha finalmente scritto a Dente per comunicargli il rientro al lavoro.
Che succede ora? Innanzi tutto vanno avanti la causa per il mobbing e il giudizio di merito sul licenziamento. La prima udienza per il risarcimento da mobbing, azione promossa da Dente nel novembre del 2005 con l’assistenza degli avvocati Orazio Abbamonte e Maria Carmela Spadaro, è fissata per il 22 marzo davanti al giudice Marchese, che deciderà anche sul licenziamento, per il quale nei prossimi giorni verrà stabilita la data di avvio del giudizio.
Intanto nella sede romana di via della Dataria ci sono importanti novità che potrebbero aprire spiragli per una soluzione non giudiziaria. Dal 4 dicembre si è insediato il nuovo direttore Giampiero Gramaglia che ha davanti il difficile compito di far crescere l’agenzia dopo i sette anni della direzione Magnaschi. Per ora si sta assestando perché vuole capire bene i margini del suo mandato, mentre si parla anche dell’arrivo dall’esterno di un nuovo vice direttore. Del resto la nomina di Gramaglia è scaturita da un’improvvisa accelerazione decisa a metà novembre dal presidente Boris Biancheri, stufo delle punture di spillo e degli attacchi frontali che gli arrivavano da vari giornali, probabilmente


Boris Biancheri, Pierluigi Magnaschi e Mario Rosso

ispirati da gruppi interni. Bisognerà poi veder come si muoveranno l’amministratore delegato Mario Rosso e il condirettore generale Michele Gatta e come si riposizioneranno gli alti gradi dell’amministrazione e della redazione.
L’altra novità è il voto per

il comitato di redazione, oggi formato da Antonietta Avolio, Loredana Colace e Guido Columba. Il cdr, che non disponeva di grandi margini di manovra, è apparso spesso nei fatti remissivo, salvo qualche segnale di reattività della Colace, ed è riuscito a non proclamare uno sciopero neanche di fronte a un’azienda che ha fatto pedinare per mesi e ha poi licenziato un suo redattore, con un provvedimento che la magistratura, almeno finora, ha giudicato del tutto illegittimo.
Il presidente della commissione elettorale Stefano Fabbri ha avviato la complessa procedura che porta al nuovo cdr: dal 21 al 23 gennaio ci sarà la presentazione delle candidature, il 24 e 25 verranno resi noti i programmi, dal 26 al 2 febbraio si vota.