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Rai Napoli, al tg di Milone
49 redattori e 21 'ufficiali'
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CONTINUA A LIEVITARE l’organico della redazione napoletana della Rai: con l’assunzione a ottobre, con contratto a termine di otto mesi, di Renato D’Emmanuele e Diego Dionoro, due prodotti della premiata ditta Suor Orsola Benincasa, è stata toccata la vetta delle quarantanove unità, se ai quarantasei redattori aggiungiamo i tre giornalisti telecineoperatori (Giuseppe Caterino, Carlo De Cesare e Claudio Della Rocca). E nel conteggio abbiamo lasciato fuori i due giornalisti professionisti, Claudio Ciccarone e |
Gianni Occhiello, da venti anni in Rai con contratto da operatori di ripresa (almeno fino a quando la magistratura del lavoro non regolarizzerà la loro posizione).
Con Ciccarone e Occhiello si sfonda il tetto delle cinquanta unità, un primato che costa al |

Salvatore Biazzo, Gianfranco Coppola e Antonio Forni |
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cittadino contribuente due milioni e mezzo di euro per la sola redazione partenopea, calcolando un costo medio prudenziale di 50mila euro all’anno a giornalista, con un range che spazia dai poco più di 1500 euro netti degli ultimi arrivati ai circa 7500 netti al mese del capo.
Lievitano i redattori, lievitano le promozioni. Ai primi di dicembre il responsabile della redazione partenopea Massimo Milone ha ufficializzato due terne di nomi trasmesse a Angela Buttiglione, il direttore della Tgr, la testata giornalistica regionale: i galloni di vice redattore capo premieranno Antonio Forni, mentre gli sconfitti sono Enzo Calise e Gianfranco
Coppola; la promozione a capo servizio andrà a Marialaura Massa, che nella terna è accompagnata da due damigelle: Annalisa Angelone e Francesca Ghidini.
Con l’ormai prossima consegna dei gradi a Forni e Massa, gli ufficiali di via Marconi diventano ventuno su trentasette giornalisti con contratto a tempo indeterminato, il 57 per cento. Sono tre i redattori capo: il centrale Milone, il vicario Procolo Mirabella e Silvio Luise; hanno i gradi di vice redattore |

Annalisa Angelone, Francesca Ghidini e Marialaura Massa
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capo Salvatore Biazzo, che forse per meriti speciali ha lo stipendio da redattore capo, Antonio Di Nunno, Gabriella Fancelli, Giuseppe Mariconda, Antonello Perillo, mentre in panchina c’è Forni; in un tg che per le scelte del vertice non copre |
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adeguatamente neanche la strage di Castelvolturno, sette morti a sessanta chilometri dalla redazione di Fuorigrotta, gli inviati sono sette: Anna Teresa Damiano, Marisa Figurato, Antonella Fracchiolla, Geo Nocchetti, Massimo Ravel, Nando Spasiano e Carlo Verna; a chiudere i capi servizio Enzo Calise, Sandro Compagnone, Gianfranco Coppola, Lelia Meola e l’annunciata Maria Laura Massa.
Ma come motivano i vertici Rai e il direttore Buttiglione un investimento così massiccio di risorse in Campania? Ufficialmente assunzioni e promozioni sono dovute “alle nuove esigenze redazionali scaturite dal varo di ‘Buongiorno regione’ “, il programma di informazione partito il 20 ottobre, che va in onda sulla terza rete dal lunedì al venerdì dalle 7,30 alle 8.
Certo se la Buttiglione non batte ciglio neanche davanti a defaillances clamorose della redazione partenopea, deve essere davvero entusiasta del lavoro di Milone, sia sul versante della produttività che su quello della professionalità. E l’entusiasmo della Buttiglione trova concordi i giornali che pubblicano interviste a Milone in cui il Tg Campania risulta un misto del tradizionale rigore della Bbc e dell’aggressiva tempestività della Cnn. Nel coro di elogi spicca, e non poteva essere diversamente, il Denaro; il direttore |
Alfonso Ruffo affida a Giancarlo Panico, delegato campano della Ferpi, la Federazione relazioni pubbliche, l’articolo su ‘Buongiorno regione’, e lo piazza nella pagina ‘Comunicazione & marketing’, una testatina un programma. Le interviste aggiungono |

Angela Buttiglione, Antonio Di Nunno e Lelia Meola |
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anche un altro tassello a un’impresa che sembrava impossibile: con Milone al vertice della redazione rimpiangere il predecessore Giuseppe Blasi, capo a via Marconi dal 1989 al 2003. All’intervistatore che chiedeva i nomi dei bravi della sua scuderia, Blasi citava le redattrici sbarcate in Rai dopo aver vinto un concorso: “Angelone, Damiano e Fracchiolla sono i migliori giornalisti di via Marconi”; al cronista del Mattino Milone detta, non richiesto, una serie di nomi, tra cui Adriano Albano, Lelia Meola e “la giovanissima (trent’anni, ndr) Letizia Cafiero”, praticantato al Suor Orsola, al master di cui Milone è docente, seguito da un rapido approdo in Rai.
Ma vediamo più da vicino il lavoro del responsabile dei servizi giornalistici di via Marconi. Sul versante produttività basta scorrere l’organico giornalistico per incontrare nomi di cui il telespettatore ha perso memoria o che in fondo non ha mai conosciuto, redattori che potrebbero tranquillamente essere pagati a collaborazione o andare in pensione. L’azienda risparmierebbe decine e decine di migliaia di euro, ma è un risparmio che non interessa nessuno. |

Gilly Castellano, Pellegrino Genovese e Massimo Ravel
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Più complicato il discorso sulla professionalità. Una decina di anni fa Massimo D’Alema, in un’intervista al mensile Prima comunicazione, dichiarava ironico che l’unica professionalità che non si può misurare è quella del giornalista. E certo le rose con un petalo |
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che stradomina sugli altri hanno suscitato più di un malumore perché mancano criteri chiari e condivisibili e tutto viene affidato alle scelte o, in alcuni casi, all’arbitrio del capo. Nella terna per capo servizio sono rimaste a terra Annalisa Angelone e Francesca Ghidini che nelle rose per capo servizio c’erano già nel gennaio 2004, quando Maria Laura Massa aveva ottenuto l’assunzione soltanto da cinque mesi. Per questa decisione c’è stata anche qualche timida protesta con il cdr (Gilly Castellano, Pellegrino Genovese e Massimo Ravel), che ha replicato: sulle promozioni non abbiamo titolo per intervenire. Risposta inesatta perchè in passato il cdr e la redazione hanno protestato e scioperato, sia per una promozione (Geo Nocchetti nell’agosto 1995, con dieci giorni di sciopero decisi dall’assemblea) che per un’assunzione (Gennaro Sangiuliano nell’agosto 2003, con tre giorni di sciopero proclamati dalla redazione).
Per la promozione a vice redattore capo il candidato naturale era il capo servizio e responsabile dei Gr Sandro Compagnone, per l’anzianità professionale, gli oltre quindici anni spesi a lavorare alla fascia del mattino con attività di gestione, scrittura e conduzione una larga riconoscibilità esterna, grazie anche alla collaborazione con quotidiani e riviste nazionali. Per non |
rischiare errori da parte della Buttiglione al momento della nomina, Milone non l’ha neanche inserito nella rosa.
Se la professionalità non si può misurare e, comunque, se pure c’è non serve a niente, conviene battere altre strade. La più collaudata |

Letizia Cafiero, Gabriella Fancelli e Geo Nocchetti |
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è scegliere la slitta giusta e sperare che porti lontano. Da mesi si aspetta lo sblocco delle nomine che riguardano la Rai: quando verrà finalmente accantonato Riccardo Villari e, con Zavoli o senza, sciolto il nodo della commissione di vigilanza, toccherà rinnovare il consiglio d’amministrazione con presidente e direttore generale; da lì a cascata ci saranno movimenti fin verso la parte bassa della piramide.
Le voci che vorticano da mesi danno tra i promuovendi Gennaro Sangiuliano, oggi redattore capo a Roma della Testata giornalistica regionale; per lui si parla di due sbocchi: la guida della redazione di Napoli, ipotesi che l’interessato smentisce con decisione; la nomina a vice direttore della Tgr. Oggi accanto alla Buttiglione, già entrata nel biennio che porta alla pensione, ci sono sette vice direttori: il vicario Pierluigi Camilli, Dario Carella, Giuseppe Casagrande, Alessandro Casarin, Mario Colangeli, Domenico Nunnari e Paolo Petruccioli. Spazi affollati, ma Sangiuliano ha due carte: ad aprile Colangeli va in pensione; nella pletora dei vice direttori |

Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano e Sergio Zavoli
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non c’è nessuno con la maglietta di An.
E veniamo alla notizia. Il 9 dicembre nell’aula magna dell’università Lumsa si discute del libro di Sangiuliano ‘Giuseppe Prezzolini, l’anarchico conservatore’, edito da Mursia. Presentano il volume il rettore della |
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Lumsa Giuseppe Della Torre, la professoressa Fiammetta Mignella Caluosa, il consigliere d'amministrazione della Rai Gennaro Malgieri e il presidente della Camera Gianfranco Fini.
L’appuntamento è importante, soprattutto per il bosco, e il sottobosco, di An (Fini, Malgieri, Sangiuliano), e il pubblico folto. Tre gli spettatori interessati arrivati da via Marconi: Massimo Calenda, Enzo Calise e Antonello Perillo. |
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