"Il cozzo dialettico"

"Io credo che un progetto debba essere un segmento, limitato nel tempo. Per me otto anni sono la giusta durata”. Chissà se Edoardo Sant’Elia, giornalista della sede Rai di Napoli (anche se preferisce definirsi “poeta-saggista”), ha immaginato la comprensibile delusione dei lettori quando, il 16 gennaio, ha affidato queste parole a Silvia Miller de Il Denaro a margine della presentazione di La freccia e il cerchio, rivista letteraria bilingue (italiano e inglese) da lui fondata e diretta, che lo terrà impegnato fino al 2017 per otto numeri complessivi. Piccola digressione: fa simpatia vedere in conversazione amabile i rampolli di due protagonisti della Procura partenopea degli anni Ottanta: il procuratore Alfredo Sant’Elia e uno dei pm di punta, Arcibaldo Miller.
Sant’Elia anticipa il menù delle uscite. “Si parte da automa-anima, si procede con memoria-limite, festa-famiglia, specchio-maschera, assenza-voci, destino-numeri, illusione-indizio, nemico-scelta. Il cozzo dialettico di questi due temi, che diventano un unico tema, ambiguamente, drammaticamente, vuole essere spunto per queste aperture di finestre che sono dodici punti di vista degli autori”. Ci tocca un cozzo all’anno, non uno solo in più, perché Sant’Elia, opportunamente, evita il cozzo filosofia-assenteismo e da convinto ammiratore degli equilibri cosmici divide equamente le cadenze del proprio impegno tra la scrivania di via Marconi e le uscite de La freccia e il cerchio.  
Della rivista si occupa anche, in un intervento su Repubblica Napoli del 17 gennaio, il filosofo Ernesto Paolozzi che esalta la nuova iniziativa (un evento che “testimonia un segno di forte vitalità in una città che ha bisogno di riacquistare la consapevolezza di sé, di ridisegnare la sua immagine nel mondo, di riscoprire le sue radici”) e poi presenta il primo numero, “che si apre con un dialogo tra il filosofo Maurizio Ferraris e il sottoscritto”. Cioè proprio lui, Paolozzi Ernesto, che sottolinea come “in un momento cruciale della storia politica e culturale di Napoli, si consuma una stagione ma non si intravedono ancora i contorni della nuova”. Calma e gesso: otto anni sono un soffio. Non siamo mica palloncini, avrebbe detto Totò. Tuttavia, così come alla fine del tunnel si intravede la luce, c’è un messaggio di ottimismo che ci regala lo stesso Sant’Elia: “alla fine del progetto gli otto volumi saranno raccolti in un cofanetto come un serial televisivo”. Intanto, in tema di cozzi, i curatori del quarto, quello previsto nel 2013 tra specchio e maschera, se la prendono comoda, e prima aspettano il 21 dicembre 2012 per scoprire se davvero si realizzerà la profezia dei Maya, secondo cui in quel giorno ci sarà la fine del mondo (argomento che già da tempo vede Roberto Giacobbo impegnato a proporre risposte scientifiche con il programma di Rai 2 Voyager).
Notizia confortante per gli eventuali sopravvissuti: il quinto cozzo sarà dedicato a assenza-voci, con la partecipazione di alcuni dei giornalisti della sede Rai di Napoli.    

Masino Pavese

(*) Da www.quattrotempi.it
(**) Da www.100letture.it
 
Edoardo Sant'Elia
Silvia Miller
Alfredo Sant'Elia
Arcibaldo Miller
Totò (*)
Roberto Giacobbo (**)