Ordine e Sugc denunciano
le censure di pm e polizia 

SI VA ESAURENDO la pazienza dei cronisti napoletani davanti ai silenzi, alle omissioni e ai ritardi nel fornire notizie essenziali da parte della procura partenopea guidata da Gianni Melillo e dei vertici delle forze dell’ordine spenti esecutori delle indicazioni della magistratura. In questi giorni sono stati i giornalisti di nera, e tra questi Giuseppe Crimaldi del Mattino, Irene De Arcangelis di Repubblica e Luigi Sannino del Roma a sollecitare un intervento degli organismi di categoria, invito prontamente raccolto l’otto giugno.
"Da molti mesi i giornalisti impegnati sul fronte della cronaca nera e giudiziaria sono costretti a vivere una situazione di fortissimo disagio professionale causato da un incomprensibile atteggiamento da parte

delle fonti ufficiali che non forniscono più notizie e materiale utile al lavoro dei cronisti e alla pubblica opinione".
Lo hanno denunciato in una nota congiunta Ordine regionale

Il generale Pasquale Angelosanto davanti alla procura di Napoli

dei giornalisti, presieduto da Ottavio Lucarelli, e il Sindacato dei giornalisti campani, guidato dal segretario Claudio Silvestri.
"Si tacciono persino fatti e situazioni accadute in luoghi pubblici. In occasione dell'accoltellamento - in una domenica di fine maggio - di un ragazzo nella centralissima piazza Bellini, in un orario che vedeva decine di persone consumare l'aperitivo, i cronisti si sono trovati di fronte a un muro innalzato dagli organi investigativi. Dopo sole tre ore le forze dell'ordine erano riuscite a identificare e arrestare il presunto colpevole, eppure sono dovuti passare giorni prima di riuscire ad avere conferme. Oggi i cronisti di nera sono costretti a seguire veline sbiadite che - quando va bene, il che capita rarissimamente - si limitano a riassumere genericamente i fatti omettendo persino i nomi degli arrestati, finanche quando si riferiscano a noti pregiudicati. Oppure - perché è questo a cui stiamo assistendo e questo denunciamo - le notizie vengono date mesi dopo rapine, ferimenti e aggressioni di ogni tipo
.”
E Lucarelli e Silvestri continuano: "in questo contesto i giornalisti che operano nel settore della cronaca nera sono costretti a lavorare con le spalle al muro, rischiando di scivolare nell'approssimazione, in errori di compilazione e senza alcun supporto di fonti qualificate, che da sempre invece costituiscono l'interfaccia indispensabile per poter garantire un prodotto professionale di qualità. Tale situazione sta creando un oggettivo danno agli operatori della libera informazione e all'opinione pubblica con un vulnus che colpisce il fondamentale diritto di cronaca".
Come si legge, sono parole molto dure che però non scalfiscono il tetragono capo della procura, non a caso definito più volte da Iustitiavero dominus della cronaca nera e giudiziaria, una sorta di Alberto Sordi - marchese del Grillo”, che ignora i giornalisti ed emargina i capi delle forze dell’ordine, dal questore Alessandro Giuliano ai generali di

Gabriele Failla, Alessandro Giuliano e Canio Giuseppe La Gala

brigata comandanti provinciali di Napoli Canio Giuseppe La Gala per i carabinieri e Gabriele Failla per la Guardia di finanza.
Clamoroso l’ultimo episodio avvenuto il nove giugno. In

procura c’è la solita pseudo conferenza stampa senza la possibilità di girare immagini e di registrare dichiarazioni per il maxi blitz dei Ros, il Raggruppamento operativo speciale guidato dal generale dei carabinieri Pasquale Angelosanto, che ha portato all’esecuzione di 59 arresti e tra questi tre fratelli del senatore di Forza Italia Luigi Cesaro.
Per rilasciare dichiarazioni alla stampa il generale è stato invitato a lasciare gli uffici della procura e a concedersi ai microfoni dei giornalisti all’aperto, davanti all’ingresso della procura. È vero che i carabinieri sono ‘usi a obbedir tacendo’ ma ‘usque tandem’?