Giornalisti sportivi,
Coppola presidente

AVREI VOLUTO occuparmi di esteri e nei primi anni Ottanta leggevo la Stampa, che sul mondo aveva le pagine migliori. Ma a Salerno gli unici spazi liberi per cercare di scrivere qualcosa erano gli sport olimpici, pugilato, atletica e nuoto soprattutto, perché sul calcio i giornalisti più esperti non ti permettevano di entrare”. Così Gianfranco

Coppola, salernitano, sessanta anni da compiere a settembre, professionista dal 1987, dal dicembre 2019 redattore capo vicario della sede Rai di Napoli, si è sempre occupato

Emanuela Audisio, Lia Capizzi e Gianfranco Coppola

di sport, ha seguito tre olimpiadi e quattro mondiali di calcio echi ama lo sport vive un’indimenticabile esperienza perché segui atleti e team straordinari, per di più ospitato in strutture alberghiere che non ti potresti mai permettere con lo stipendio di cronista”.
Il 9 marzo all’hotel Villa Maria regina di Roma il ragazzo che voleva scrivere da Rio de Janeiro e da Pechino è stato eletto, con 50 preferenze su 84 votanti, presidente dell’Ussi, l’unione della stampa sportiva fondata nel 1946, che associa i cronisti sportivi italiani e conta oggi 4mila iscritti. Dell’Ussi Coppola era vice presidente dal 1988 ed è stato anche numero uno dell’Unione campana. All’assemblea il neo presidente ha esposto il suo programma per realizzare un radicale rinnovamento dell’unione. Ma scorrendo i nomi dei ventiquattro eletti al consiglio e al collegio dei revisori emerge un dato clamoroso: la presenza di una sola donna, Mimma Caligaris, che peraltro è risultata la più votata. 
La presenza femminile nell’Unione - ammette Coppola – è uno dei primi nodi da affrontare e risolvere. Tra i giornalisti sportivi ci sono tantissime donne di prima fila. Messe da parte le star come Ilaria D’Amico e Diletta Leotta, potrei citare per Repubblica Emanuela

Mimma Caligaris, Elisabetta Caporale e Diletta Leotta

Audisio, e Alessandra Retico, per la Rai Elisabetta Caporale, Alessandra De Stefano, Sara Meini e Simona Rolandi, per Mediaset Irma D’Alessandro e

Monica Vanali, per Sky Lia Capizzi e potrei continuare con una lunga serie di altri nomi. Se non sono iscritte, cosi come anche tanti uomini, è colpa nostra perché abbiamo perso i contatti con i giornalisti più popolari e più solidi da un punto di vista contrattuale. Tocca a noi uscire dal bunker e far capire che può essere utile associarsi, impegnarsi e far crescere l’Unione anche per migliorare il nostro lavoro e aprire spazi per le nuove generazioni”.