Flash e flashback

Servizio pubblico. Il 14 gennaio i primi due quotidiani partenopei, Il Mattino e Repubblica Napoli, hanno aperto la cronaca con l’aggressione subita al Vomero da un quattordicenne colpito alla testa con una bottiglia di vetro da due ragazzi (“bambini” li definisce l’Adn Kronos) di dodici e tredici anni. Un nuovo preoccupante gradino dell’escalation di violenze di baby gang attive ormai a qualsiasi ora del giorno e della notte in tutti i quartieri della città. Un nuovo gradino al quale Mattino e Repubblica hanno dedicato le locandine che segnalano il fatto più importante della giornata.
La notizia è arrivata nelle redazioni poco prima delle venti del 13 gennaio con i lanci delle agenzie: il primo, alle 19,45, è di Apcom, con in calce la sigla (Psc) di Paola Sciarrillo; a seguire due lanci (alle 20,01 e 20,29) dell’Adn Kronos firmati Iam, sigla del collaboratore Carmine Spadafora; bronzo alle 20,31 per l’Agi, con la collaboratrice Lucia Licciardi; buon ultima, e non è una novità, l’Ansa, che va in rete con dodici righe firmate da Alfonso Pirozzi alle 20,57, con oltre un’ora di ritardo su Apcom e senza aggiungere neanche una notizia a quanto già pubblicato.
Alle 23 l’edizione del Tgr Campania, diretto da Massimo Milone, docente di Etica della comunicazione al Suor Orsola Benincasa, non riserva né un’immagine, né una riga agli episodi di violenza accaduti al Vomero. Ma Milone ha delle attenuanti; la scaletta del tg era già zeppa di notizie, tutte di primo livello.
L’edizione della notte si apre infatti con un interminabile resoconto di Massimo Calenda sull’esordio del ‘Famiglia Salemme show’ trasmesso dagli studi Rai di Fuorigrotta; compare quindi il conduttore Enzo Calise, che lancia una serie di servizi: si va da Annalisa Angelone, che parla di un convegno sul Borgo orefici, ad Antonello Perillo, che informa i telespettatori della presentazione di un calendario a Ercolano. Come in tutte le feste di paese, i fuochi migliori sono alla fine e tocca a Calise lanciarli. Nella rosa conclusiva c’è “la liturgia solenne dei primi vespri a Monteruscello con monsignor Gennaro Pascarella”, ma sul Vomero, quartiere teatro dell’aggressione, non manca una notizia: è l’annuncio di “una cerimonia ad Antignano per il decimo anniversario del centro pastorale Shekinà con la partecipazione del vescovo ausiliare monsignor Iannone”.


La ribattuta
. Lunedì 19 dicembre non è stata una giornata facile per i quotidiani. Alle 16,25 l’Ansa con un flash di tre righe dà la notizia delle dimissioni di Antonio Fazio, che chiudono una vicenda durata sei mesi. Direttori e capi redattori sono costretti a ripensare le aperture e il primo sfoglio dei giornali.
Anche al Mattino si sono dovuti impegnare. Chiusa poco prima di mezzanotte la prima edizione, hanno deciso di rimettere le mani nelle pagine di cronaca, guidate dal responsabile del secondo dorso Claudio Scamardella e dal capo cronista Carlo Nicotera e dal suo vice Vittorio Del Tufo. C’era da intervenire su un taglio basso di terza pagina dedicato alla festa dei cinquanta anni di Teresa Armato, assessore regionale alla Ricerca scientifica e all'università e giornalista del Mattino in aspettativa.
A villa Vittoria, a via Petrarca, c’erano centinaia di invitati, con una fetta larga del bosco e sottobosco politico cittadino e regionale e di chi intorno a questo mondo ruota. Con un elenco largamente insufficiente, ricordiamo il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, fresca del ripensamento sulla candidatura a palazzo san Giacomo, Antonio Bassolino e Ciriaco De Mita; rappresentanti dei partiti, parlamentari, assessori regionali e comunali come Ennio Cascetta, Andrea Cozzolino, Marco Di Lello, Rachele Furfaro, Maria Fortuna Incostante, Antonio Di Laurenzio, Angelo Montemarano, Raffaele Porta, Domenico Tuccillo, Antonio Valiante, Riccardo Villari; esponenti del mondo universitario (con i rettori Pasquale Ciriello, Gennaro Ferrara, Raimondo Pasquino e Guido Trombetti) e delle professioni e manager della sanità (tra gli altri, i fratelli Santangelo, Mario e Tino). Presenti in forze i giornalisti. Tra i primi ad arrivare il direttore del Corriere del Mezzogiorno, Marco Demarco e il responsabile della redazione Rai di Fuorigrotta Massimo Milone, con una nutrita pattuglia di giornalisti Cormezz (Angelo Agrippa, Simona Brandolini, Vanni Fondi) e Rai (Corrado Fidora, Maria Laura Massa, Geo Nocchetti). A metà serata si è visto il direttore del Mattino Mario Orfeo, ma in rappresentanza di via Chiatamone c’erano già il numero due Antonello Velardi, Titta Fiore, Titti Marrone, Marilicia Salvia; dopo mezzanotte è comparso il capo di Repubblica Napoli, Giustino Fabrizio; della squadra di piazza dei Martiri c’erano anche il vice di Fabrizio, Ottavio Ragone, con Patrizia Capua e Ottavio Lucarelli. Accanto ai numeri uno del giornalismo partenopeo una folla di figure di contorno; tra le presenze minori il direttore di Iustitia Nello Cozzolino, che insieme all’Armato nel ’79 ha lavorato al Diario, quotidiano dalla breve vita diretto da Massimo Caprara.
Nel bilancio della giornata il compleanno dell’assessore alla Cultura è stato un avvenimento importante per la città che assisteva (e assiste) perplessa alle mosse e contromosse dei due poli in attesa che vengano definiti gli sfidanti per la poltrona di sindaco, le squadre e i programmi. Una serata che sul Messaggero sarebbe diventata un pezzo doppio: da un lato la cronaca minuta con curiosità, dettagli e gossip; dall’altro la lettura di uno spaccato di mondo politico, con presenze e assenze, conciliaboli e inciuci, alleanze e riposizionamenti, con voltagabbana pronti al salto e infedeli, come Fulvio Martusciello, venuti a annusare l’aria. Ma il Mattino non è il Messaggero. Il pensatoio della cronaca (con Scamardella, il vicario Antonino Pane, Titti Marrone e Francesco De Core) è impegnato in riflessioni di più alto livello, il responsabile di turno chiude la prima edizione in edicola a mezzanotte optando per un taglio basso in terza pagina con una cronachetta pigra affidata a Luigi Roano. A corredo le foto della festeggiata, di Bassolino e di Riccardo Villari.
Allo scoccare della mezzanotte il responsabile di turno della cronaca ha finalmente un’idea per dare verve alla pagina: fa addirittura una ribattuta. Qualche decennio fa per ribattere una pagina non era sufficiente che ci fosse un morto, ce ne volevano almeno due; erano altri tempi, altri giornalisti, altre tecnologie. E anche se la ribattuta costa qualcosa all’editore, chi se ne importa: importa dare al lettore del Mattino notizie fresche ed esclusive. Il giornalista però non interviene sull’articolo, si limita a cambiare le foto: confermati Villari e la festeggiata, viene sacrificato Bassolino e messo in pagina Cozzolino, Nello.
Non è la prima volta che i responsabili della cronaca del Mattino si occupano di Iustitia e del suo direttore. Basti citare due episodi: era ancora capo cronista Giuseppe Calise quando Gambescia impose ai graduati del settore una doppia lettura prima di dare il via libera agli articoli di una redattrice protagonista di papere clamorose raccontate da K. Byte; all’inaugurazione dell’anno giudiziario del 2003 l’allora capo cronista Scamardella spedì il fotografo, Antonio Di Laurenzio, a fare una decina di scatti al direttore di Iustitia.
Comunque, nel resocontare il compleanno dell’assessore Armato era forse preferibile lasciare in pagina la foto di Bassolino.

 
Alfonso Pirozzi
Massimo Milone
Calenda
Salemme
Pascarella
Antonio Fazio
Scamardella
Vittorio Del Tufo
Teresa Armato
Bassolino
Ennio Cascetta
Incostante
Tuccillo
Antonio Valiante
Caprara
Martusciello
Di Laurenzio