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L'Ordine ha crediti
per tre milioni di € |
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ALL’APPARENZA c’è nel bilancio consuntivo 2017 dell’Ordine dei giornalisti della Campania un dato straordinariamente positivo e riguarda i crediti da incassare dagli iscritti morosi che ammontano a tre milioni di euro, per la precisione due milioni e 938.914 euro; tra l’altro, si tratta di una somma che è lievitata di oltre 250mila euro rispetto al 2016.
In realtà i tre milioni certificano soltanto una gestione approssimativa della platea degli iscritti. Con la legge istitutiva, che risale al marzo del |
1963, agli Ordini nazionale e regionali sono stati affidati in sostanza due compiti: la tenuta degli albi di professionisti e pubblicisti; il controllo sulle vicende deontologiche e disciplinari dei giornalisti. Con la legge del 2012 e il successivo regolamento di attuazione il secondo incarico è stato assegnato ai consigli di disciplina nazionale e territoriali. Per gli Ordini c’è però da seguire anche la formazione |
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Paolo Mainiero |
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professionale degli iscritti. Chiarito quindi che gli Ordini devono concentrarsi sulla tenuta degli albi non si capisce perché la questione venga se non ignorata, certamente molto trascurata.
Nell’assemblea convocata il 9 aprile all’hotel Alabardieri per votare e approvare i bilanci consuntivo 2017 e preventivo 2018 della questione morosità si è parlato poco. Il nodo non è stato affrontato da Ottavio Lucarelli, che guida l’Ordine regionale dall’estate del 2007, né dal segretario Titti Improta, in carica soltanto da cinque mesi, mentre le relazioni del tesoriere Paolo Mainiero e del presidente del collegio dei revisori dei conti Francesco Marolda hanno fornito soprattutto notizie sulle singole voci dei bilanci.
Dei tre milioni di crediti non incassati si è occupato invece il vice presidente dell’Ordine campano Domenico Falco che ha parlato di una cifra largamente gonfiata. I motivi, secondo Falco, sono due. Il primo. I giornalisti deceduti negli ultimi anni non sono stati ancora cancellati. Il secondo. Ci sono iscritti con morosità decennali che vengono contabilizzate ma per legge le annualità esigibili
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Francesco Marolda |
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sono soltanto le ultime cinque. Una attenta revisione degli albi, che andrebbe effettuata con cadenza biennale, porterà al taglio di diverse centinaia di iscritti, ma questo forse è un risultato non desiderato.
L’opacità dei documenti contabili spiega forse perché i bilanci, a differenza di altri Ordini regionali, non vengono messi in rete impedendo agli iscritti di leggerli e valutarli a fondo ma |
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sono distribuiti in sede di assemblea quando c’è soltanto il tempo di approvarli al buio. Eppure da molto tempo nelle assemblee annuali e con interventi sui media viene girata a Lucarelli e agli altri componenti del consiglio la richiesta di conoscere con congruo anticipo rispetto all’appuntamento assembleare i numeri che fotografano la gestione dell’Ordine. Lucarelli ha ogni volta ha assicurato che ne avrebbe tenuto conto l’anno successivo, poi se ne sarà dimenticato. |