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Papere e papaveri
di Josef K. Byte |
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TOP GUN |
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In tutto questo discutere che si fa sull'informazione
televisiva, e sulla sua dipendenza dal potere politico, va segnalata
come un'autentica oasi di democrazia il Tgr Campania. È qui,
piaccia o meno al direttore della testata giornalistica regionale
Angela Buttiglione, che si è realizzato un ideale comunista:
a ciascuno secondo i suoi bisogni, senza nicchie di classe, padroni
e proletari. Altro che Berlusconi, che nella campagna elettorale
di tre anni fa si accreditò come "presidente operaio":
a via Marconi c'è un autentico caporedattore operaio. Il 28
gennaio, nell'edizione serale, va in onda un servizio sul riconoscimento
attribuito a Eugenio De Bellis, caposervizio di lungo corso:
l'insegna d'oro con diamante per il
volo a motore. Il diamante, forse, è nel fatto che il pezzo,
pur non firmato, è del responsabile dei servizi giornalistici
Massimo Milone: inconfondibile la sua voce. Deve essersi sentito
come il direttore |
del
New York Times quando nel 1927 Charles Lindbergh fece
la prima trasvolata atlantica, o come quello della Pravda in
occasione, nel 1961, del primo volo orbitale di Yuri Gagarin.
Ma è un bel tocco di understatement quella mancanza di
firma: mentre scorrono immagini suggestive (De Bellis che vola,
De Bellis che |

Stefano Folli e Massimo Milone |
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tiene
in braccio un cagnolino, De Bellis che riceve il premio),
apprendiamo che quest'uomo - l'unico che definisce ancora un incidente
stradale "il sinistro" e per cui la vittima di un agguato
è stata "attinta" dai proiettili - ha al suo attivo
1200 ore di volo e l'abilitazione su ben dieci aerei diversi. E poi
ce la prendiamo con la Rai: ma riuscite a immaginare il direttore
di Repubblica Ezio Mauro che scrive un articolo su un suo redattore
che ha vinto una gara di bocce o quello del Corriere della Sera Stefano
Folli che celebra un collega trionfatore nel torneo aziendale
di tennis? Non lo farebbero mai. Sono troppo snob. |
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I BACI |
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L'avevamo perso di vista, ma è
tornato alla grande: stiamo parlando di padre Antonio Rungi,
il prete che ha costruito un pulpito nella redazione dell'Ansa Napoli.
Abbiamo già raccontato tutti i lanci di agenzia, messi in rete
dal suo sagrestano, il vice responsabile Angelo Cerulo, sui
decaloghi su come evitare le scappatelle estive e gli incidenti stradali,
le preghiere per invocare la pioggia in caso di siccità, quelle
per i politici egoisti e per i calciatori ossessionati dalla vittoria.
L'otto febbraio, stavolta in un take siglato da Laura Masiello,
arrivano i dieci comandamenti per la festa di San Valentino: un testo
che gli innamorati |

Angelo Cerulo e Ignazio La Russa
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devono
scambiarsi, "per leggerlo e meditarlo". Sono riflessioni
da baci Perugina, con una ossessione centrale: le corna. "Non
avrai altro amore all'infuori di chi ti ama" (vale anche
se ti ama Ignazio La Russa?); "Non cercare invano
altri amori che non sia quello che hai scelto per te" (il
punto è quell'"invano": se la ricerca |
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invece va a buon fine, basta confessarsi);
"Non rubare fidanzata/o o moglie/marito agli altri" (nemmeno
se lei/lui ti fa l'occhiolino e/o piedino); "Non desiderare in
amore la persona che non ti appartiene" (ulteriore replica dello
stesso concetto). Pare che a chi gli contestava l'utilità di
mettere in rete questa caterva di banalità, il responsabile
dell'Ansa Napoli Mario Zaccaria, suggestionato da questo clima
da love story, abbia risposto che lavorare significa non dover mai
dire mi dispiace. |
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ERRORE |
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Sulla prima
pagina del Mattino del 14 gennaio un pezzo di Dario Del Porto
racconta di uno "strappo tra alte cariche della magistratura
apparso sulle prime insanabile". Cos'era successo? Il procuratore
generale della Cassazione, Francesco Favara, nella relazione
introduttiva alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario
a Roma, aveva sottolineato la situazione "anomala" del Tribunale
di Napoli: "dove pendono ancora ben 22.699 cause d'appello 'vecchio
rito' tra lavoro e previdenza contro le sole 100 di Milano".
Il presidente della sezione Lavoro messa sotto accusa, Umberto
Marconi, replica seccato: |
"prima di fornire
numeri e fare paragoni il Pg dovrebbe informarsi meglio".
Marco Pivetti, il magistrato che aveva collaborato con
Favara nella stesura della relazione, controlla e si accorge
di aver dato le cifre aggiornate al luglio 2002 e non al giugno
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Dario Del Porto, Francesco Favara
e Umberto Marconi |
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2003. Immediate
le scuse, che Marconi accetta "soddisfatto" precisando che
voleva "solo difendere l'abnegazione dei colleghi". Le cause
pendenti, infatti, non sono più 22.699 contro le 100 di Milano:
ma 14.429, a fronte delle 33 nel capoluogo lombardo. Quindi non 226
volte virgola 9 in più, ma solo 437,2. Del Porto aveva attaccato
così il suo articolo: "Un dato sbagliato può far
male più di una battuta al vetriolo". Figuriamoci un dato
giusto. |
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C/C |
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Questa è
un po' vecchia, ma merita. Il 13 dicembre sul Roma compare un articolo
di Luca Maurelli intitolato "Ecco i 37 napoletani che
finanziano Saddam". Nel giorno della manifestazione di
Roma "Con il popolo iracheno che resiste", chi non resiste
è il quotidiano edito dal parlamentare di An Italo Bocchino
e diretto da Antonio Sasso, che pubblica nomi e città
di residenza dei sostenitori dell'iniziativa, che prevede anche una
sottoscrizione. Potevano fare di più: specificarne |

Italo Bocchino, Luca Maurelli e Antonio
Sasso
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l'indirizzo,
per facilitare il compito a chi volesse marcare con la vernice
la porta delle loro case. Ma il Roma sceglie la via della prudenza:
"i numeri (del conto corrente postale su cui versare le
sottoscrizioni, ndr), noi, non li diamo, per non essere complici |
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di quest'assurda
operazione, che vede in prima fila la Sinistra estrema e i sindacati
di base". Giusto. Immaginate se il lettore tipo del Roma avesse
letto quei numeri: trasformando la bandiera americana in bandana,
avrebbe annunciato alla moglie esterrefatta: "Cara, non aspettarmi
per il Tg4. Sono cambiato. Corro a finanziare Saddam". |
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ELLAS |
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L'Europa è
fatta, ma non esageriamo. Su Repubblica Napoli del primo febbraio
Antonio Tricomi, in un articolo intitolato "Stasera dove,
Zorbas o Pitagoras", ci fa conoscere, come dice l'occhiello,
"i locali in |
stile ellenico che
conquistano i napoletani". È una succulenta carrellata
sulla cucina greca in città: da Zorbas ai gradini Amedeo
a Nea Polis in via Paladino, da Pitagoras in via Giulio Cesare
a Speedy Pita in via Carelli, da Gyroslindos in via Morghen
a Euridice in via Scarlatti; poi, senza nemmeno un a capo, ci
viene segnalata, "affacciata sul porto dell'isola di Andros,
La Trattoria, tra i locali italiani più amati dell'intera
Grecia". L'altra sera Pitagoras e Speedy Pita erano chiusi:
allora ai nostri |

Antonio Tricomi |
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amici abbiamo
proposto, anziché una moussaka al Vomero, una spaghettata nelle
Cicladi. Hanno declinato, quei pigri. |
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PALLONE D'ORO |
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Che il Napoli
non stia facendo un gran campionato è una triste realtà:
ma la fantasia è ancora più triste. Nell'edizione serale
del Tg Campania dell'otto febbraio, il conduttore Ermanno Corsi
annuncia infatti nei titoli: "Contro il Messina il Napoli ha
badato al sodo. Vittoria dopo oltre due anni". Per la precisione,
sono passati solo due mesi: dopo due anni all'asciutto gli azzurri
difficilmente sarebbero ancora in serie B. Intimidito da tanta scienza
calcistica del collega, che in più è anche presidente
dell'Ordine dei giornalisti della Campania, Carlo Verna cerca |

Stefano Pioli, Gigi Simoni e Zdenek
Zeman
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di adeguarsi:
dopo aver parlato della vittoria del Napoli di Gigi Simoni,
passa alle altre squadre, e ci racconta del buon pareggio della
Salernitana a Palermo, anche se a Palermo, senza voler togliere
nulla ai granata allenati da Stefano Pioli, ha |
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pareggiato l'Avellino
di Zdenek Zeman. E per non essere tacciato di scarsa coerenza,
ribadisce il concetto anche nel tg del giorno dopo, il 9 febbraio,
continuando a parlare della bella prestazione della Salernitana a
Palermo. Fossero stati in campo, l'arbitro avrebbe fischiato contro
Corsi e Verna un fallo mai sentito prima: il fallo di testa. |
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