Corecom, il Tar
rigetta il ricorso

L’EQUIPE DEL nuovo Corecom campano, pilotata dal presidente Gianni Festa, ha scapolato un primo scoglio pericoloso: il Tar ha respinto il ricorso presentato da cinque ex componenti Corecom che chiedevano venisse accertata l’ineleggibilità di sette, presidente incluso, dei nove eletti nello scorso

novembre a far parte del Comitato regionale per le comunicazioni. Tempi rapidi per la decisione: il 28 gennaio udienza camerale, il 5 febbraio il deposito della sentenza della prima sezione, presieduta da Antonio Guida, con Fabio Donadono consigliere estensore e Michele Buonauro primo referendario. Il tribunale ha scelto una strada breve perché ha


Gianni Festa e Antonio Guida

ritenuto che il giudizio fosse “suscettibile di immediata definizione nel merito, con motivazione in forma semplificata”. E in poche righe ha liquidato il ricorso. “Non risulta manifestamente irragionevole, - è scritto nella sentenza - in un apprezzamento che spetta unicamente al legislatore ed è incensurabile nel merito in sede giurisdizionale, che sia ritenuto ostativo alla nomina nel Corecom l’incarico nel Corerat (la precedente denominazione del Comitato, ndr), che ha gestito in via transitoria le funzioni nelle more dell’istituzione del nuovo organo, posto che la stessa disposizione esclude anche la rieleggibilità consecutiva nei mandati”. Data la premessa, inevitabile la conclusione: “I ricorrenti (l’ex presidente del Corerat-Corecom Norberto Vitale e i componenti Roberto Colizza, Vincenzo Gazzillo, Riccardo Plazza e Isidoro Tardivo, assistiti dall’avvocato Luigi Adinolfi, ndr), che per quanto sopra detto sono ineleggibili, non hanno pertanto titolo a contestare la nomina dei controinteressati, per cui le relative doglianze si rivelano inammissibili e non


Riccardo Plazza e Norberto Vitale

possono essere esaminate nel merito nel processo amministrativo”. Quindi ricorso respinto e spese compensate.
La pattuglia degli ex Corecom non demorde e ha già avuto un incontro con l’avvocato Adinolfi per decidere cosa fare. “Ci siamo dati una pausa di riflessione di un paio di settimane; – dichiara l’ex vice presidente Riccardo Plazza –

il ricorso è nato come iniziativa collettiva e, per coerenza, ha senso se va avanti (con l’appello al Consiglio di Stato, ndr) come iniziativa collettiva. In ogni caso io sto verificando la possibilità di percorrere anche altre strade”.