Smart working: Gazzettino
e Messaggero, poi Mattino

A METÀ FEBBRAIO l’editore Francesco Gaetano Caltagirone ha avviato le operazioni necessarie per fronteggiare nei suoi giornali l’emergenza coronavirus. E ha cominciato dall’ammiraglia del gruppo editoriale, il Messaggero guidato da Virman Cusenza, e dal Gazzettino diretto da Roberto Papetti. I redattori sono stati dotati di nuovi computer e di una chiavetta per entrare nel sistema e lavorare le pagine,

prima con prove in redazione seguite dal lavoro a casa.
Dopo tre settimane il management della Caltagirone Editore, a cominciare dall’amministratore delegato Albino Majore che è anche presidente e amministratore del Mattino spa, ha iniziato a occuparsi del Mattino. Soltanto il 6 marzo il direttore Federico Monga incontra il comitato di redazione (ne fanno parte Maria Chiara Aulisio,

Albino Majore (*)

Gerardo Ausiello, Paolo Maniero, con Petronilla Carillo per le sedi distaccate e Marcello Colella in rappresentanza dei collaboratori) per annunciare le “prove per lo smart working”. E il cdr ha girato subito la comunicazione a tutti i giornalisti del Mattino: “la redazione sarà fornita di computer portatili dotati di una chiavetta per la rete protetta e di un sistema di messagistica interna. Il redattore capo centrale Antonello Velardi stilerà un calendario in base al quale ogni settore simulerà in redazione il lavoro da casa. Successivamente, la simulazione sarà fatta, per ogni singolo settore, dalle rispettive abitazioni così che in caso di emergenza si sia pronti a partire con lo smart working”.
Sui tempi di arrivo dei computer Monga si è tenuto sul vago ed è stata necessaria una forte scossa dei giornalisti, anche con un’assemblea ‘calda’ tenuta il 9 marzo, per dare un’accelerata all’arrivo dei computer a Torre Francesco, con una prima tranche di una ventina di portatili, molto potenti ma con schermo più piccolo, consegnata l’undici marzo mentre la seconda è annunciata in arrivo per il 16. E l’undici marzo, per consentire in via prudenziale la sanificazione del 33° piano che ospita la redazione

Vittorio Del Tufo
dopo la notizia di un cronista con la febbre, i giornalisti hanno lavorato al 32° che ospita gli ultimi amministrativi rimasti e la Piemme, la società che cura la raccolta pubblicitaria.
Intanto dal 10 marzo sono partite le prime novità organizzative: alle 12 riunione di redazione con il direttore e i capi dei settori in videochat; per tutti arrivo al giornale alle 14. L’avvio della sperimentazione dello smart working è

prevista per il 12 marzo con l’ufficio centrale (oltre a Velardi, il vicario Vittorio Del Tufo, Aldo Balestra e Antonella Laudisi). E il cdr ha chiesto al direttore di utilizzare il lavoro da casa a rotazione per unità di tutti i settori anche senza che ci sia l’emergenza di un caso di infezione tra i redattori perché questa scelta consentirebbe di ridurre o dimezzare le presenze dei giornalisti a Torre Francesco. 


(*) Da www.dagospia.com