Fuori Grauso, E Polis
va a Dell'Utri e Rigotti

E POLIS, IL quotidiano nazionale con 15 edizioni inventato il primo ottobre del 2004 dall’editore sardo Nicola Grauso, per due mesi ha sospeso le pubblicazioni: si è fermato il 17 luglio, è ripartito il 10 settembre. Con la pausa estiva parecchie cose sono cambiate e il giornale è molto dimagrito: ha perso pagine, giorni di uscita, tiratura, sedi e giornalisti. Ma il dato più importante è

un altro: il giornale ha cambiato timoniere.
Cominciamo dalla cura dimagrante. La pagine sono state ridotte da 64 a 48 e i giorni di uscita da sette sono diventati sei: E Polis non esce la domenica,


Daniela Amenta, Antonio e Gianni Cipriani, Alessandro Ledda

quando molti dei punti utilizzati per la distribuzione gratuita del giornale sono chiusi, e tutti i redattori il sabato sono in corta. La tiratura è calata vistosamente: il dato pubblicato quotidianamente sul giornale prima della chiusura era sempre oltre le 600mila copie, da settembre è poco oltre le 550mila; su Napoli veniva dichiarata una tiratura di sessantamila copie, oggi lo si trova con difficoltà persino in edicola. Va infatti ricordato che E Polis è un free press anomalo, con doppia rete distributiva: gratuito presso bar, tabaccai e altri negozi e in vendita in edicola a cinquanta centesimi. Sono state tagliate le redazioni, già azzerate nelle quattro edizioni nate per ultime: Milano, Roma, Bologna e Napoli. Per ripartire le prime undici edizioni (Cagliari, Sassari, Bergamo, Brescia, Firenze, Mestre, Padova, Venezia, Verona, Vicenza, Treviso), con qualche mal di pancia soprattutto a Brescia e Firenze, hanno dovuto accettare il telelavoro.
Anche il numero dei giornalisti si è ridotto: erano 136 articoli uno, oggi sono 106. Un taglio di oltre il 20 per cento dell’organico sul quale il comitato di redazione (Giuliano Cesaretto, Massimiliano Lasio, Antonio Moro e Raffaele Rosa) ha avviato una trattativa con la nuova proprietà.
L’edizione partenopea è partita il 6 dicembre 2006 con sei redattori su Napoli


Arnaldo Capezzuto, Gianluca Mancuso e Daria Simeone

(Arnaldo Capezzuto, Gianluca Mancuso, Alessandro Migliaccio, Francesco Modugno, Ciro Pellegrino e Daria Simeone) e due deskisti su Cagliari: il capo servizio Antonio Montanaro e il praticante Davide Certosino. Da settembre a Napoli lavorano in

cinque perché Daria Simeone è stata chiamata a Cagliari e le pagine napoletane vengono seguite da Certosino, dopo il passaggio di Montanaro alla ‘cucina’ di altre edizioni.
Una cura dimagrante ancora più drastica è stata imposta al parco collaboratori. Ai redattori è stato infatti chiarito che, finché il giornale non cammina a pieno regime, bisogna stringere la cinghia. La dieta non ha risparmiato Napoli; alcuni hanno ridotto le collaborazioni, altri, pure molto attivi, non vengono più utilizzati; tra questi, Livio Coppola.
Occupiamoci infine della novità più importante: l’assetto societario. In tre anni Grauso ha accumulato debiti per quaranta milioni, di cui ventidue con lo stampatore Umberto Seregni, ed è stato costretto a farsi da parte. Ha lasciato tutti gli incarichi operativi, conservando soltanto il 25 per cento della società E Polis spa; il 75 per cento è passato alla banca d’affari AbmMerchant, attraverso la società Valore Editoriale. Si è scritto di un investimento da cinquanta milioni di euro, di cui tredici per ricapitalizzare la società e ventidue per azzerare i debiti con lo stampatore. La trattativa con Grauso è stata condotta dal finanziere Alberto Rigotti, di Abm Merchant, che è il nuovo presidente di E Polis spa. Il battesimo della nuova squadra di

comando è avvenuto il 10 settembre, quando l’assemblea di E Polis ha approvato organigramma e ricapitalizzazione della società. Del consiglio d’amministrazione fanno parte, con Rigotti presidente, Nicola Grauso, Luigi Barone, direttore centrale della


Livio Coppola, Antonio Montanaro e Ciro Pellegrino

banca Antonveneta Abn Amro, Felice Emilio Santonastaso, Umberto Seregni e Marcello Dell’Utri, nominato presidente della concessionaria di pubblicità, la controllata Epm, che cambia ragione sociale e diventa PubbliEPolis.
Certamente Rigotti non è una testa di legno, ma la presenza decisiva della nuova compagine è il senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri, palermitano di sessantasei anni, amico di Berlusconi dai tempi dell’università, con gravi condanne penali (in primo grado ha avuto nove anni per associazione mafiosa), tra i fondatori di Forza Italia, inventore e condottiero di Pubblitalia, di cui è stato amministratore delegato e presidente, la macchina macinasoldi dell’impero berlusconiano.
La sua sola presenza, in qualche modo, influisce sulla linea politica di un’iniziativa editoriale che non aveva orientamenti di partito, ma era certamente aperta a sinistra. Basti pensare alla linea di comando del giornale formata da Antonio Cipriani, direttore, Gianni Cipriani, condirettore, e Daniela Amenta, redattore capo, tutti provenienti dall’Unità (completa lo staff di vertice il redattore capo centrale Alessandro Ledda, ex Unione sarda).
Per ora da Rigotti e Dell’Utri arrivano dichiarazioni chiare, ma soft, sul fronte linea politica, mentre l’attenzione viene concentrata sulle iniziative di sviluppo,


Ezio Mauro e Paolo Mieli

a cominciare dall’annuncio del varo entro l’anno di altre quattro edizioni: Torino, Genova, Bari e Palermo, che assicurerebbero una copertura completa dell’intero paese. Intanto si parla di un trasferimento a Milano della redazione centrale, anche perché

con l’uscita di scena di Grauso non ha più senso avere in Sardegna il cervello del giornale. A Cagliari si potrebbe conservare la sede prestigiosa e destinarla ad altre iniziative.
Del resto Dell’Utri è sicuramente consapevole di avere in mano uno strumento che può riuscire dove l’operazione Giornale ha fallito. Berlusconi e i suoi pensavano di farne un quotidiano in grado di gareggiare con Corriere e Repubblica; nonostante i soldi investiti, è diventata una cannoniera solida e potente, ma non è in grado di competere in diffusione e autorevolezza con i giornali di Mieli e Mauro.
E Polis si presenta come uno strumento nuovo e diverso, è un quotidiano completo e non uno dei tanti foglietti gratuiti, che può calamitare pubblicità anche in un mercato in affanno, giovandosi dell’esperienza di Dell’Utri e di eventuali sinergie. Adeguatamente potenziato, dovrebbe garantire un radicamento regionale capillare, grazie anche all'effetto moltiplicatore di iniziative come la distribuzione del giornale ai condomini che ne fanno richiesta, e il misto free-pay potrebbe consentire di far esplodere le tiratura ogni volta che sarà necessario.