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Dal 6 dicembre
E Polis
a Napoli |
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IL 6 DICEMBRE nascono le edizioni di Napoli e Bologna di E Polis, il quotidiano a distribuzione mista (80 per cento gratuito, 20 per cento in edicola a 50 centesimi), inventato dall’editore sardo Nicola (Niki) Grauso.
Partito il primo ottobre del 2004 con base Cagliari e testata Il Sardegna, il giornale guidato da due fratelli di provenienza Unità, il direttore Antonio Cipriani e il condirettore Gianni Cipriani, raggiunge con Napoli e Bologna le quindici edizioni: dopo Sardegna sud (Cagliari) e nord (Sassari e Olbia), all’inizio del 2006 c’è stata una raffica veneta-lombarda: Padova, Venezia, Mestre, Verona, Treviso, Vicenza, Bergamo e Brescia; a giugno è nata la redazione di Firenze, mentre il 28 settembre c’è stato il battesimo di Milano e
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Roma. E ogni mattina tutti i quotidiani sono leggibili per intero su internet collegandosi al sito www.epolis.sm.
Il motore dell’operazione è a Cagliari, dove si
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Nicola Grauso, Daniela Amenta e Alessandro Ledda |
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produce e cucina la parte nazionale e c’è il desk delle vari edizioni cittadine; insieme al direttore e al condirettore completano la testa di E Polis il redattore capo centrale Alessandro Ledda, ex Unione sarda, e il redattore capo Daniela Amenta, ex Unità. Il formato è 27,5cm x 39,5, la metà del vecchio lenzuolo; le pagine sono sessantaquattro, di cui tra venti e ventotto riservate alle edizioni locali; la raccolta pubblicitaria è gestita dalla Publikompss.
Intervistato dal mensile specializzato Prima comunicazione Grauso ha dichiarato: “Riassumo i punti del cambiamento rispetto alla tradizione: facciamo quindici giornali con un direttore, 120 giornalisti, una quarantina di commentatori illustri, quattro grafici, sette tecnici del sistema, quattro diffusori, undici amministrativi, zero poligrafici”.
Le ultime quattro edizioni sono segnate da una novità importante, anzi rivoluzionaria: è sparita la redazione, intesa come sede. Tutte le edizione hanno un desk di riferimento a Cagliari, ma la cronaca viene coperta con il telelavoro. “Ogni redattore – chiarisce Gianni Cipriani – opera in totale autonomia, con un kit fornito dall’azienda: un portatile con l’accesso alle agenzie e al sistema, che consente di titolare e impaginare; una stampante; un
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Arnaldo Capezzuto, Antonio Montanaro e Daria Simeone
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cellulare Nokia Comunicator, con il collegamento a internet e la possibilità di scrivere; una mazzetta di giornali; un fondo per spese e rappresentanza”.
Il coordinatore dell’edizione partenopea è il capo servizio Antonio Montanaro, da un anno
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imbarcato nell’impresa di Grauso, che da Cagliari, insieme a Davide Certosino, praticante del secondo biennio della master di giornalismo del Suor Orsola Benincasa, cucinerà le pagine de “Il Napoli”, testata con fondo azzurro che dovrebbe subito catturare la simpatia dei tifosi di calcio.
Trentacinque anni, studi interrotti di Scienze politiche, Montanaro inizia a scrivere a diciannove anni sulle pagine del Mattino prodotte dalla redazione di Nola, guidata da Michele Tanzillo; quando a via Chiatamone decidono la chiusura delle sedi dell’hinterland, lascia Napoli per seguire vocazione e affetti e si trasferisce a Verona, dove lavora all’Arena; il praticantato arriva nel 2001 al Tempo, quindi il rientro a Napoli per la breve esperienza dell’Articolo, il quotidiano elettorale voluto nella primavera del 2004 da Bassolino e soppresso un anno dopo nel silenzio generale.
Il Napoli, che viene stampato a Salerno nella tipografia della Stiem con una tiratura dichiarata di sessantamila, è distribuito in città e in gran parte della provincia. Il numero delle pagine riservate alla città è elastico: oltre alla prima,
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ci sono 13/14 pagine di cronaca, due di cultura e spettacoli, una riservata alla rubrica degli sms, due di sport, che lievitano in occasione delle partite del Napoli.
Con Montanaro e Certosino, lavorano su Napoli Daria Simeone, ex Articolo, che si occupa
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Massimo Alberizzi, Nicola Quatrano e Michele Tanzillo |
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di Cultura, Francesco Modugno, assegnato allo sport, e un quartetto in arrivo dal quotidiano Napolipiù: Arnaldo Capezzuto (cronaca nera), Gianluca Mancuso (giudiziaria), Alessandro Migliaccio (quartieri) e Ciro Pellegrino (bianca).
Per gli editorialisti la caccia è ancora aperta; tra i contattati il giudice Nicola Quatrano, l’ex giornalista Rai Luigi Necco, la scrittrice Antonella Cilento, il direttore della Biblioteca nazionale Mauro Giancaspro e, per il football, l’ex terzino del Napoli Giuseppe Bruscolotti.
Su Napoli E Polis trova un mercato affollato di quotidiani gratuiti (City, Leggo, Seracittà), situazione peraltro non diversa da Roma e Milano. Funzionerà? Finora la formula Grauso ha trovato estimatori convinti: vedi l’articolo che ha dedicato a E Polis a settembre Prima comunicazione; ma ha anche suscitato aspre polemiche soprattutto sul versante sindacale: leggi l’attacco messo in rete a fine settembre da Senzabavaglio, la componente della Fnsi guidata dall’inviato del Corriere della sera Massimo Alberizzi. Nel mirino di
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Giuseppe Bruscolotti, Mauro Giancaspro e Luigi Necco
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Senzabavaglio un quotidiano che verrebbe realizzato da redattori precari sia per il contratto con il quale vengono assunti, la cui durata sarebbe al massimo annuale, che per l’organizzazione del lavoro costruita in maniera tale da imporre a ciascun
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giornalista di coprire una molteplicità di ruoli, che, a norma di contratto, andrebbero affidati a più persone.
Gianni Cipriani dice: “C’è un equivoco ormai radicato: free press dovrebbe mettere in evidenza il sistema distributivo utilizzato, è invece diventato sinonimo di bassa qualità. Noi invece siamo un giornale vero dato gratis. E l’investimento che stiamo facendo su editorialisti di prestigio e le inchieste che, superata la fase di start up, andremo a mettere in cantiere ne daranno piena conferma”.
Bisogna allora avere pazienza e seguire con attenzione l’esperimento E Polis, a Napoli e su tutto il territorio nazionale, per capire se Grauso è un negriero di nuovo genere o un rivoluzionario che sta per far saltare il mercato tradizionale dei quotidiani di fascia bassa e media, Mattino incluso.
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