15
marzo
2003
/ anno
XI
numero
9
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politica (*) |
economia (*) |
giustizia (*) |
media
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sanità (*) |
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ZERO |
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Può
accadere che un ascensore, precipitando,
si trascini dietro anche quel minimo
di decenza che andrebbe sempre salvaguardato.
Il 9 marzo, in un incidente al Vomero,
a Napoli, muore una donna, Bianca
Maria Zichichi; restano feriti
il marito Raffaele Sapienza,
il figlio Alessio e la fidanzata
del ragazzo. Due giorni dopo, l'undici
marzo, al Tgr Campania delle 14
la conduttrice Marisa Figurato
intervista sulla vicenda il vicepresidente
nazionale dell'Associazione dei
costruttori di ascensori Antonio
Paravia, che si trova negli
studi di Salerno. Sembra una via
di mezzo tra Marco Pannella quando
si |
presenta in tv col
numero di conto corrente dei
radicali appeso al collo e
il prigioniero di una banda
di rapitori che debba dimostrare
di essere vivo in un dato
giorno. Paravia, infatti,
per tutto il tempo dell'intervista
stringe in mano, tenendola
poco sotto al mento, bene
in vista, una |
Marisa
Figurato e Marco Pannella
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copia
di Costozero, la rivista degli industriali
salernitani: rivista di cui è
direttore (con Alfonso Ruffo
responsabile, poiché è
distribuita col Denaro), industriali
di cui è presidente. Possiamo
solo immaginare la concatenazione
dei suoi pensieri: cade un ascensore,
una donna muore, io devo andare
al tg a tranquillizzare gli utenti
sulla sicurezza degli impianti,
mo' quasi quasi ne approfitto e
faccio un po' di pubblicità
al mio giornalino. Come diceva quello
slogan, "comprereste un'auto
usata da quest'uomo?". Noi,
nemmeno nuova. |
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GLI EROI |
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A volte,
non conoscere la verità (non
la Verità: ma le piccole
verità quotidiane) può
essere un bene. Ci è capitato,
quanto meno, di non volerla sapere.
Aiuta a dimenticare. Sul posto dove
è precipitato l'ascensore,
naturalmente, arrivano anche i giornalisti.
Per l'Ansa è |

L'ascensore di via Toma |
Mariano
Del Preite che ricostruisce
i fatti e raccoglie testimonianze.
Una è particolarmente
toccante, quella di un inquilino
del palazzo, il medico Pasquale
Romanelli. La donna
morta era sua amica e sua
paziente. "Insieme
con altri condomini, il
medico è riuscito
a estrarre dal vano dell'ascensore
i tre feriti, e ha poi tentato
di soccorrere la donna.
'Ho provato anche a praticarle
la respirazione artificiale,
ma era troppo tardi'".
Il racconto coincide con
quello che il giorno dopo,
il 10 marzo, fa Paola
Perez sul Mattino. "'Conoscevo
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Bianca
Maria da una vita - racconta Pasquale
Romanelli, inquilino del terzo piano
- ero suo amico, ero anche il suo
medico curante. (...) Abbiamo tirato
fuori Raffaele, suo figlio Alessio
e la ragazza. Poi mi sono avvicinato
a Bianca Maria. Le ho preso il polso:
niente battito. Ho avvicinato il
mio viso al suo: non si sentiva
il fiato. Allora ho cercato di rianimarla,
ho provato con la respirazione artificiale,
ma già sapevo che era troppo
tardi, già sapevo che non
potevo far nulla. Però andavo
avanti. Mi ripetevo: sono il suo
medico, sono suo amico, per il bene
che le voglio non devo arrendermi.
Tutto inutile".
Ma un lancio dell'Adn Kronos siglato
da Carmine Spadafora racconta
un'altra storia. "Parla un
pompiere, per primo giunto in via
Toma (
). 'Io e due miei colleghi
siamo scesi e a piedi abbiamo raggiunto
l'ascensore della morte. Con le
mani e con le pinze abbiamo cercato
di salvare quelle vite umane.
Abbiamo sentito dei flebili lamenti,
abbiamo visto le gambe spezzate
delle vittime, quei corpi che sembravano
abbracciati, l'uno con l'altro.
(
) Accanto a quei corpi c'era
quello di una donna, probabilmente
morta sul colpo. Ho cercato di rianimarla,
pensavo che ci fosse ancora qualcosa
da fare'". È la versione
che il giorno dopo ritroviamo nella
cronaca nazionale di Repubblica.
Ottavio Ragone e Conchita
Sannino scrivono: "Tutti
e quattro aspettano per circa mezz'ora
di essere |
liberati dalla trappola: il
tempo che i soccorritori facciano
un chilometro a piedi, perché
un centinaio di auto in sosta
selvaggia rallentano la corsa
di ambulanze e vigili del
fuoco. (
) 'È
una vergogna, siamo stati
costretti a correre a piedi,
per la discesa, per cercare
di |
Mariano
Del Preite e Ottavio Ragone
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salvare quelle vite', s'indigna
uno dei primi pompieri che ha soccorso
quella famiglia devastata dalla
tragedia".
E così, non vogliamo conoscere
la verità. Se a estrarre
i corpi dall'ascensore e a tentare
un estremo aiuto alla donna sia
stato un vicino o un pompiere. Ci
basta sapere che forse qualcuno,
all'ora di pranzo di una pigra domenica,
di fronte ai giornalisti ha ceduto
al brivido ineffabile di travestirsi
da eroe; o magari, di fronte a un
potenziale eroe, di travestirsi
da giornalista. |
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BLOCCATI
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È
una settimana in cui, come misteriosamente
succede per certi fatti di cronaca,
episodi simili, più o meno
gravi, sembrano accadere tutti insieme.
Il 14 marzo, i telespettatori del
Tgr Campania delle 14 |

Tullio Cusano |
sentono
dare dal conduttore Antonello
Perillo la notizia che
all'ospedale Monaldi, di
cui è direttore generale
Tullio Cusano, undici
persone sono rimaste bloccate
in un ascensore, e che per
liberarle i vigili del fuoco
stanno tagliando il tetto
della cabina, per estrarre
dall'alto i malcapitati.
È in tutto e per
tutto il lancio dell'Ansa
Napoli delle 12.42, siglato
da Pasquale Faiella.
Poco importa che alle 13.31
un altro lancio dia una
versione dei fatti
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meno
spettacolare: "I pompieri usando
alcuni divaricatori sono riusciti
a sbloccare le porte e a effettuare
la manovra per riportare al piano
la cabina". E ancora meno importa
che l'Agenzia Italia dia la versione
corretta dei fatti.
A quel punto dal responsabile dell'ufficio
stampa del Monaldi, Carlo
Cammarota, parte un
duro comunicato: "Smentisce
nel modo più categorico,
come erroneamente riportato nel
notiziario odierno del Tg3 regionale
delle ore 14 (per la verità,
si tratta del Tgr, ndr) che le persone
rimaste momentaneamente bloccate
nell'ascensore siano |
state salvate dai vigili del
fuoco che avrebbero tagliato
con una sega pneumatica
le lamiere del tetto della
cabina!!!". Quando si
usano tre punti esclamativi,
si è davvero arrabbiati.
Ma, se può consolarlo,
sappia che cose del genere
accadono spessissimo e in
tutti i |
Carlo Cammarota e Antonello
Perillo
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settori,
come documentiamo con un ghigno
sempre più spento. Rimanessero
bloccati a vita in un ascensore,
per certi giornalisti non cambierebbe
niente: isolati dal mondo erano,
isolati dal mondo restano. |
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FIABA |
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Uno dei tratti più
liberali del Tgr Campania è
quello di dare carta bianca alla
fantasia dei redattori, lasciando
che il controllo su quello che
va in onda sia affidato, quando
ormai è troppo tardi, ai
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Salvatore Biazzo |
telespettatori.
Il 23 febbraio Gianni
Porcelli parla della
partita fra Salernitana
e Lecce, e ci dice che i
calciatori sono scesi in
campo indossando le magliette
della Fiaba, un'associazione
per l'abbattimento delle
barriere architettoniche
che rendono difficile la
vita ai disabili. Poi prosegue:
"Scelta particolarmente
azzeccata, visti gli handicap
che entrambe le squadre
hanno mostrato sia in difesa
che in attacco". Non
sappiamo se Salvatore
Biazzo, vice
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caporedattore
responsabile dello sport, sia un
seguace di André Breton:
ma, anche in questo caso, la differenza
tra humour nero e cattivo gusto
dovrebbe apparirgli chiara. |
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ALLEGRIA |
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La conferma
che Gianni Porcelli sia un autentico
mattacchione |
arriva due settimane dopo.
Nel Tgr Campania del 9 marzo
il suo servizio su Salernitana-Genoa,
finita 2-2, si apre con un
commento sulla prova di carattere
di una squadra che non si
rassegna all'ultimo posto
in classifica: i granata sono
"un malato terminale
che non muore e non accetta
l'eutanasia". Ci vuole
del talento per riuscire a
tirare in ballo, parlando
di sport, sedie a rotelle
e malati moribondi. Ma pare
che non sia nuovo a esprimersi
in |
Giuseppe
Blasi
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modo
incongruo: una volta, rivolgendosi
al responsabile del tg Giuseppe
Blasi, lo avrebbe chiamato "capo". |
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CENTRALITÀ |
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Se già
allora il Roma fosse stato diretto
da Antonio Sasso, il 21 luglio
1969 avremmo forse letto questo
titolo: "L'uomo è sulla
Luna, Capri esulta / Il satellite
fu celebrato in una famosa canzone
dedicata all'isola azzurra".
È la sindrome detta "tutte
le strade portano a casa nostra":
ogni cosa che accade, scava scava,
ci riguarda. Il 4 marzo il quotidiano
apre la prima pagina con un titolo
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Antonio Sasso |
sulla sparatoria
sul treno Roma-Firenze,
in cui sono morti un agente
e un brigatista rosso: "Terrore
Br, allarme a Napoli / È
di Arzano il poliziotto
che ha catturato i terroristi".
La prima impressione è
che si temano ritorsioni
contro l'intera provincia
per aver dato i natali a
chi ha arrestato
Nadia Desdemona Lioce;
più semplicemente,
come in tutta Italia, la
questura ha messo sotto
controllo gli ex brigatisti
a piede libero residenti
in zona.
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Del resto, è lo stesso
meccanismo che portò il Roma,
dopo l'11 settembre, a titolare
"L'America colpita a morte
/ E Napoli trema". Ora aspettiamo,
per diversi motivi, un altro titolo
ispirato a quella sindrome: "Pomodori
contro Berlusconi / Il prodotto
San Marzano tira e viene tirato". |
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INTERROGAZIONE |
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Credevamo
che il Golfo, il quotidiano ischitano
diretto da Domenico Di Meglio,
avesse lanciato una campagna contro
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Antonio
Bassolino e il suo progetto,
quand'era sindaco, di rilanciare
l'immagine di Napoli nel mondo:
il titolo a tutta pagina,
infatti, è "Rinascimento,
una storia da chiarire".
Ma a leggere l'articolo (non
esageriamo: è la trascrizione
integrale di un'interrogazione
del capogruppo regionale di
An Salvatore Ronghi,
con tanto di a capo e la parola
"interroga" scritta
in maiuscolo al centro del
rigo) si capisce che la questione
è quella del ripascimento,
e |
Salvatore
Ronghi
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non
del rinascimento, delle spiagge
ischitane. Speriamo che a Pasqua
non parlino del risorgimento di
Gesù. |
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Da
internet in libreria
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Papere
e papaveri |
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"Ho
capito del malcostume
esistente
a Napoli
più leggendo in
una notte questo
libro che in anni
e anni
di studio". |
Gerardo
Marotta
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Papere
e papaveri può essere
acquistato nelle
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o, via internet,
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Ziccardi - libreriaziccardi@tin.it
(tel. 081-5799113) |
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