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4 febbraio
2003 / anno XI
numero 3
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I
DIRIGENTI DELL'ASSOCIAZIONE
napoletana della
stampa sembrano decisi
a prorogare per l'ennesima
volta il loro mandato
da due a tre anni. Già
nei consigli direttivi
tenuti nei mesi scorsi
l'argomento elezioni
era stato ripetutamente
toccato senza che emergesse
una posizione ufficiale.
Invece nell'ultimo direttivo,
tenuto il 24 gennaio,
il presidente Gianni
Ambrosino e i consiglieri
che lo appoggiano hanno
deciso di venire allo
scoperto.
"L'articolo 12
del nuovo statuto della
Napoletana, -ha detto
Ambrosino - conformato
allo statuto nazionale,
recita testualmente:
il consiglio direttivo
dura in carica tre anni
ed è composto
da undici componenti"
All'interno del gruppo
capeggiato da Ambrosino
e dal presidente dell'Ordine
dei giornalisti della
Campania Ermanno
Corsi l'unica voce
dissonante è
stata quella del fiduciario
regionale dell'Inpgi
Lino Zaccaria,
che si è dichiarato
a favore del rispetto
del termine biennale
per la convocazione
delle
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elezioni.
Invece altri, sulla
scia di Ambrosino,
hanno detto che
il rinnovo degli
organismi direttivi
deve avvenire nella
primavera del 2004,
in concomitanza
quindi con il voto
per l'Ordine nazionale
e regionale. In
particolare Giuseppe
Mariconda, consigliere
Assostampa e componente
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Gianni Molinari
e Lino Zaccaria
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del cdr della sede napoletana
della Rai, ha sostenuto
che "avendo alcuni
iscritti al sindacato
scelto di adire le vie
legali sia il giudice
a decidere con una sentenza
definitiva e inappellabile".
E non è stato il
solo, nell'ultimo come
nei precedenti direttivi,
ad avventurarsi su terreni
tecnico-giuridici: qualcuno
ha parlato di notifica
delle sentenze, altri
di silenzio-assenso.
Su una linea diametralmente
opposta a quella di Ambrosino
e Mariconda il consigliere
della Fnsi Patrizia
Capua, che con Antonio
Fiore e Enzo Palmesano
fa parte della segreteria
campana di Autonomia e
solidarietà, la
componente che con il
segretario generale Paolo
Serventi Longhi guida
la Federazione della stampa.
L'esponente di Autonomia
ha messo a verbale una
lunga dichiarazione, allegando
copia dello statuto in
vigore, approvato nel
1954, che fissa in due
anni la durata del mandato
del direttivo.
"Da moltissimi anni
il gruppo che guida l'Associazione
napoletana della stampa
- ha dichiarato Patrizia
Capua - viola sistematicamente
e scientemente il dettato
dello statuto che, all'articolo
12, fissa in due anni
la durata degli organismi
direttivi. Su questa decisione
è intervenuta la
magistratura con un sentenza
pronunciata nel luglio
2002. Ciò nonostante,
nel corso dei direttivi
tenuti nei mesi scorsi
alcuni consiglieri hanno
manifestato nuovamente
la volontà di autoprorogarsi
(qualcuno in maniera poco
responsabile sul versante
della correttezza politico-sindacale
e su quello dell'attenzione
alle disastrate finanze
dell'Assostampa, è
arrivato a dire: "se
non siete d'accordo, fate
un'altra causa")."
"Se la nuova presidenza
vuole dare un segnale
chiaro della volontà
di riportare gli organismi
di categoria all'interno
dei binari della legalità
e della |

Patrizia Capua,
Antonio Fiore e
Enzo Palmesano |
trasparenza
- ha concluso la
rappresentante di
Autonomia - deve
avviare oggi le
procedure per indire
le elezioni da tenere
nell'ormai prossima
primavera. In caso
contrario la |
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componente di Autonomia
e solidarietà adotterà
tutte le iniziative necessarie
perché anche in
Campania gli organismi
di categoria rispettino
a pieno statuti e sentenze".
Prima di andare avanti
è necessario fare
un riepilogo sulla questione
della data delle elezioni
per chi ancora segue le
vicende dell'Assostampa
partenopea, da anni ormai
in crisi profonda, aggravata
da un bilancio, che, nonostante
alcuni piccoli e apprezzabili
sforzi, è connotato
da un rosso costante e
indebolita da un clamoroso
calo di iscritti (oltre
cinquecento in meno nell'ultimo
anno: 1911 nel 2001, 1404
nel 2002).
Dal 1985 (presidente Lello
Barbuto, scomparso
nel '94, segretario Gianni
Ambrosino), cioè
da diciotto anni, il gruppo
che governa l'Assostampa
si allunga il mandato
da due a tre anni, con
una patente violazione,
come già detto,
dello statuto della Napoletana.
Nel gennaio del 1998,
con una sessione straordinaria
del XXII congresso nazionale
tenuta a Riccione, la
Fnsi ha modificato il
proprio statuto introducendo
alcune linee guida che
le associazioni regionali
di stampa avrebbero dovuto
recepire (e tra queste
la durata triennale del
mandato). La questione
del nuovo statuto va quindi
valutata sia sul versante
sindacale che sul versante
giuridico.
La Napoletana ha inviato
alla Fnsi un nuovo statuto
approvato l'otto giugno
del '99 dal consiglio
direttivo, ma mai votato
dagli iscritti al sindacato.
Invece lo statuto del
1954 prevede, all'articolo
27, che "eventuali
modifiche al presente
statuto possono essere
portate soltanto da un'assemblea
generale dei soci professionisti
appositamente convocati".
C'è però
da aggiungere che Franco
Maresca, all'epoca
al vertice della |
Napoletana, dopo
avere inviato il
12 luglio del '99
lo statuto alla
Fnsi, nel luglio
del 2000 integra
la documentazione
con una lettera
indirizzata all'allora
presidente della
Federazione Lorenzo
Del Boca. Nella
lettera si comunica
che "l'assemblea
dei soci ha approvato
in data dieci luglio
gli adeguamenti
allo statuto federale
decisi dal direttivo".
Oggi la Napoletana
è tra le
pochissime associazioni
(tre su diciannove)
che non hanno |

Magda Cristiano
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ancora avuto l'approvazione
del consiglio nazionale,
il cui compito è
verificare che gli statuti
regionali rispettino i
principi fissati dallo
statuto federale.
Ma a che punto è
l'iter della nuova versione
inviata alla Fnsi? Giriamo
la domanda a Gianni
Molinari, giornalista
dell'Ansa di Potenza,
presidente dell'Assostampa
della Basilicata e consigliere
nazionale della Fnsi con
la delega, su incarico
della giunta, a relazionare
sugli statuti regionali
al consiglio nazionale.
"Gli uffici della
Federazione - dice un
Molinari particolarmente
cauto - stanno esaminando
lo statuto della Napoletana
e le integrazioni via
via fornite. In uno dei
prossimi appuntamenti
il consiglio nazionale
discuterà e voterà
lo statuto. Va detto però
che si tratta di un esame
non semplice per la natura
delle modifiche apportate".
Mentre a Roma si valuta
lo statuto, più
volte, negli ultimi anni,
gruppi di giornalisti
napoletani hanno cercato
di far rispettare le regole
in vigore, con risultati
via via più significativi.
Risale infatti all'inverno
del '98 il primo ricorso
alla magistratura. L'iniziativa
venne promossa da un neonato
raggruppamento sindacale
formato dai dirigenti
campani di Autonomia e
dal gruppo guidato da
Domenico Ferrara
e Franco Mancusi,
assistito dagli avvocati
Roberto Fabbri e
Giuseppe Marziale.
Appena iniziato il giudizio
il direttivo dell'Assostampa,
difesa dall'avvocato Calcedonio
Porzio, ha avviato
le procedure per le elezioni,
facendo venire meno la
materia del contendere.
La seconda iniziativa
parte nel giugno del 2000,
quando sette giornalisti
(la terna della segreteria
regionale di Autonomia,
Capua Fiore e Palmesano,
e quattro esponenti del
gruppo guidato da Ferrara:
oltre Ferrara, Ottavio |
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Domenico Ferrara e Franco Mancusi |
Lucarelli, Franco Mancusi
e Carlo Verna) spediscono
una diffida stragiudiziale al
presidente dell'Assostampa chiedendo
che convochi subito le elezioni
perché il mandato biennale
è già scaduto.
I sette giornalisti non ricevono
alcuna risposta. Il 10 luglio
invece, nel corso dell'assemblea
convocata |
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per l'approvazione
del bilancio, alla quale sono presenti
una ventina di giornalisti, viene
presentata e approvata a maggioranza
una delibera che proroga da due a
tre anni il mandato del direttivo.
Contro la delibera i sette firmatari
della diffida, assistiti dagli avvocati
Fabbri e Marziale, presentano un ricorso
al tribunale di Napoli. La difesa
dell'Assostampa è invece affidata
agli avvocati Luigi Pietro Rocco
di Torrepadula e Carlo Siviero.
Il 27 marzo 2001 il giudice della
settima sezione civile del tribunale
di Napoli Magda Cristiano firma
un'ordinanza con la quale sospende
l'esecutività della delibera
del 10 luglio 2000 (è la delibera
inviata da Napoli a Del Boca per informarlo
che "l'assemblea dei soci ha
approvato in data dieci luglio gli
adeguamenti allo statuto federale
decisi dal direttivo"). La sentenza
arriva il 16 luglio 2002. Il giudice
Cristiano "dichiara la nullità
della delibera impugnata". Inoltre
"condanna l'Associazione napoletana
della stampa a pagare agli attori,
in via tra loro solidale, le spese
di giudizio che liquida in lire 4263,33
oltre accessori". Soldi che l'Assostampa
non ha ancora pagato. Dopo aver chiesto
una rateazione perché ha le
casse vuote, ricorrendo anche alla
mediazione dei propri legali, l'Assostampa
si è impegnata a liquidare
le spese in quattro rate mensili a
decorrere da novembre, ma si è
fermata al pagamento della prima rata.
In ogni caso la delibera dichiarata
nulla è costata finora all'Assostampa
soltanto di spese giudiziarie oltre
settemila euro, se si conteggiano
la somma liquidata dal giudice, le
spese di registrazione e la parcella
degli avvocati del sindacato.
Chiuso il lungo, un po' burocratico,
ma necessario riepilogo, torniamo
alla dichiarazione messa a verbale
da Autonomia il 24 gennaio scorso.
Il vertice del sindacato non sembra
preoccuparsi più di tanto della
richiesta di convocare subito le elezioni
e continua per la sua strada puntando
ad andare al voto il prossimo anno.
Perciò i componenti della segreteria
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campana
di Autonomia, attraverso l'avvocato
Marziale, hanno inviato il 29
gennaio una nuova diffida
stragiudiziale con la quale
"intimano e diffidano la
presidenza dell'Associazione
napoletana della stampa e/o
gli organismi statutariamente
preposti agli adempimenti elettorali,
a porre in essere |

Giuseppe Marziale e Carlo
Siviero
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con immediatezza quanto
necessario a che possano essere indette
e tenute le elezioni per il rinnovo
delle cariche direttive entro e non
oltre la scadenza biennale delle cariche
medesime". "In mancanza
e senza indugio alcuno - conclude
Marziale - i miei assistiti si riservano
l'attivazione delle idonee procedure
legali per l'osservanza della pronunzia
giudiziaria resa e per la tutela dei
diritti degli associati".
Resta ora da attendere le decisioni
dei dirigenti dell'Assostampa. |
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|
Papere
e papaveri |
|
"Un
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irresistibile,
che fornisce un
quadro agghiacciante
dell'attuale giornalismo
napoletano. Con
un umorismo genuino
e debitamente
feroce. Sono fiero
di non figurare
nell'indice dei
nomi". |
Antonio
Ghirelli
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