4
febbraio
2003
/ anno
XI
numero
3
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politica (*) |
economia (*) |
giustizia (*) |
media
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sanità (*) |
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CAPIROSKA |
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Noi
siamo, e forse l'avrete ormai capito,
veterotutto: ma il fastidio che
ci dà il cosiddetto bel mondo
non ha nulla di ideologico. Una
volta, un dermatologo quasi impazzì
nel cercare di capire perché
ci riempivamo di bolle al solo sentire
la parola vip. Il 28 gennaio, così,
non è stato un giorno facile.
Il Corriere del Mezzogiorno, sempre
più fedele alla linea "che
mangino brioches", pubblica
in prima pagina una lettera-articolo
di Januaria Piromallo, esponente
a tutti gli effetti del jet-set
(scusateci, ricomincia a pruderci
un braccio). Il titolo è
"L'altra sera a cena con Marina
e Vittorio Emanuele":
ci risiamo, sono i Savoia,
e se cancellare il divieto al loro
rientro in Italia doveva servire
a "chiudere una pagina del
passato", per ora sta servendo
soprattutto ad aprirne molte per
il futuro. Il pezzo merita di essere
letto integralmente; ma qualche
passaggio va messo in evidenza,
e vi invitiamo a tener presente
che, piazzandolo in prima pagina,
il direttore Marco Demarco,
il redattore capo Francesco Durante
e il capo servizio Angelo
Lomonaco presumono che il testo
abbia rilevanza giornalistica.
Si apre con lo scoop: "Ho fatto
pace con Marina di Savoia, la mia
ex nemica". Ma l'arena non
è stata quella della Storia:
piuttosto, Gstaad, sulle Alpi svizzere,
al "gala Chopard", dove
spesso convergono anche quelli di
Termini Imerese per dirimere le
loro questioni. Accusata da Marina
di scrivere "sciocchezze su
di lei e la sua famiglia" (accusa
che limita immeritatamente il suo
campo d'azione), la Piromallo chiude
la polemica inviando a "Madame",
come la chiama lei, "due barattoli
di confettura alla mela e alla cannella".
Sul biglietto d'accompagnamento,
scrive "un pensiero di Nietzsche:
se qualcuno ti offende manda della
marmellata per addolcirgli l'amaro".
E poi dicono che i filosofi non
servono a niente.
Dopo alcuni tentativi andati a vuoto
per incontrare i Savoia, la svolta
arriva da Laura Gancia, "donna
col turbo, stratega |
d'immagine
e migliore amica di Madame",
e, aggiungiamo noi violando
la sua riservatezza, ex mondina
diesel. I Savoia vengono invitati
alla festa a Gstaad: "vi
aspetto a Chalet Wispillen",
noto covo di No global. "Vittorio
Emanuele me lo lascia incerto:
'sa, con il busto ha |
Francesco
Durante e Angelo Lomonaco
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difficoltà
a muoversi'". Ci piace quell'espressione,
e la useremo: quando il nostro direttore
ci chiederà un pezzo che
non ci va di fare, risponderemo
"capo, questo glielo lascio
incerto".
Arriva il gran giorno, ma "i
reali" arrivano in anticipo.
È il caos: "il filippino
si infila la giacca al volo, Toti
è ancora in accappatoio,
Paco Wirz, campione mondiale
di windsurf, macina ghiaccio per
una capiroska-bomba. La scena che
si materializza davanti ai reali
è quella di un basso napoletano
in trasferta". È una
similitudine perfetta. Non passa
sera senza che, nei bassi napoletani,
scorra capiroska a fiumi. È
tutto un allegro vociare: "Vicie',
chittemmuorto, viene a macina' 'o
gghiaccio"; "Sangheddìo,
Cunce', sono ancora in accappatoio".
Il filippino, magari, manca, ma
poiché è l'unico che
non ha nome, al contrario di Toti
e Paco, si nota meno.
I reali fanno il loro ingresso e,
sorpresa, c'è anche Vittorio
Emanuele, "imbustato (ancora
un residuo del suo incidente da
raid automobilistico) ma in forma".
Ora, noi siamo repubblicani: ma
imbustare un erede al trono lo troviamo
offensivo, e immaginiamo la scena:
"Altezza, cosa ha sulla fronte,
un livido?", "No, sa,
è l'affrancatura". Non
capiamo solo il riferimento al "raid
automobilistico": forse si
voleva dire "rally", anche
perché Vittorio Emanuele
i raid preferisce farli, se ci capite,
a Cavallo.
Intanto ecco altri ospiti, e l'immagine
del basso napoletano irrompe di
nuovo: "Arrivano Setsuko,
la vedova di Balthus e jetsetter
planetaria e il principe Nicolas
Romanoff"; c'è anche
Susanna Benussi, "creatrice
di gioie, la birthday-girl che spegnerà
le candeline su una torta a forma
di diamante", e dite voi se
non sembra una scena degna di Raffaele
Viviani. "I reali partono
e la festa si scatena. La capiroska
stende tutti", compresi Toti,
Paco e il filippino, che ormai,
come nel film "Hollywood party",
è attaccato alla bottiglia
e allunga pure le mani. L'indomani,
Madame telefona e "invita l'intera
combriccola per il the. Che stile,
maestà. Anzi, che lezione
di stile. L'aspettiamo a Napoli":
dove, nei bassi, hanno già
cominciato a macinare il ghiaccio.
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SORPRESA
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Il fatto
che un medico decida di andare a
lavorare, anziché in una
clinica privata, in uno dei tanti
inferni in terra che Dio ci ha regalato
nella Sua infinita bontà,
ci lascia pieni di un'ammirazione
che sconfina nel rimorso: come non
inchinarsi di fronte ai volontari
di Medici senza frontiere, associazione
molto meno frequentata dell'altra,
Medici senza fattura? Altro gruppo
benemerito, naturalmente, Emergency:
c'è chi osa chiamarli professionisti
della solidarietà, ma detto
dai dilettanti dell'esistenza è
un complimento. Il 27 gennaio, nel
Girocittà curato per il Mattino
dal caposervizio |

Claudia Marra |
Maria
Chiara Aulisio, un articolo
di Claudia Marra
ci racconta di un'iniziativa
per raccogliere fondi. Già
il titolo ci ha messo in
allarme: "Party. Una
notte per Emergency / Compleanno
e solidarietà con
attori, politici e cubiste".
L'attacco del pezzo non
tradisce le attese: "L'anno
è appena iniziato
e la gara per la festa più
bella è già
partita. Deciso a vincerla
a tutti i costi il neurologo
Luigi Lavorgna che
per il 33esimo compleanno
ha dato un superfestone
con cubisti, spogliarelliste
e
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sorprese". All'ingresso,
un "grande salvadanaio di terracotta"
per le offerte: ma la vera sorpresa
sarebbe se l'anno prossimo i soldi
spesi per superfestone, spogliarelliste
e cubisti venissero devoluti direttamente
a Emergency. La "gara per la
festa più bella" sarebbe
vinta in partenza. |
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FATE LUCE |
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Non bisogna mai perdere la
fiducia: a volte, proprio quando
meno te l'aspetti, accade l'impensabile.
Fra tutte le acrobazie possibili,
pensavamo che il salto dalla vicedirezione
dell'Unità alla guida di
un quotidiano di centrodestra
quale, piaccia o no, è
il Corriere del Mezzogiorno, avesse
fiaccato le pur non esigue energie
di Marco Demarco. Ma che potesse
scavalcare qualcuno a sinistra,
senza nemmeno uno stiramento muscolare,
ci ha lasciato piacevolmente
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sorpresi.
Dunque, il presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi
- cui per evitare il processo
Sme non resta che dire agli
ispettori Onu che Saddam
Hussein nasconde i suoi
arsenali nella Procura di
Milano - annuncia a Roma,
insieme al ministro delle
Infrastrutture Piero Lunardi,
che "il |
Marco
Di Lello e Piero Lunardi
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Governo
ha allo studio un progetto per l'illuminazione
notturna degli scavi di Pompei".
È l'ennesimo scivolone del
premier, che, ormai, si vanta delle
promesse mantenute dagli altri:
quel progetto infatti è già
stato realizzato dalla Regione,
e la suggestiva inaugurazione risale
al 28 settembre scorso. Il 23 gennaio
la notizia apre la prima pagina
del Cormezz, con un titolo diretto,
appena attenuato dal fatto che virgoletta
una frase dell'assessore regionale
all'Urbanistica Marco Di Lello:
"Gaffe di Berlusconi su Pompei".
Accanto, un duro corsivo di Antonio
Fiore, che dice tra l'altro:
"il presidente-elettricista
ha finito col prendere la scossa
proprio sul suo terreno preferito,
ovvero quello degli effetti speciali".
Quello stesso giorno, anche il Mattino,
diretto da Mario Orfeo, dedica
alla vicenda un titolo, al centro
della prima pagina: "Tutti
gli scavi di Pompei saranno illuminati
/ Annuncio del presidente del Consiglio:
il progetto allo studio". Non
un accenno alla gaffe: e, rinviando
al settore Grande Napoli, si rimanda
al solo articolo di Laura Cesarano,
che riporta la splendente idea di
Berlusconi; ma |

La prima pagina del Mattino
del 23 gennaio |
lì,
a pagina 41, c'è
anche un'intervista di Francesco
Vastarella a Di Lello
("Ma l'illuminazione
c'è già, soltanto
la Regione ha investito"),
su cui in prima scende inesorabile
il buio.
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E l'effetto,
in prima pagina, è tanto
più curioso perché
c'è una bella immagine
degli scavi illuminati: il Mattino,
con la macchina del tempo, è
dunque andato nel futuro per scattare
la foto di qualcosa che non c'è
ancora. Al "presidente elettricista",
così, fa da sponda al Mattino
qualche graduato, diciamo così,
illuminista, che però, più
che alla Ragione, crede alla ragion
di Stato. |
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TUTTO GAS |
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Chi
invece davvero promette e mantiene,
a differenza del Cavaliere, è
proprio il Mattino. Muore Gianni
Agnelli, ed è un pezzo
di storia italiana che se ne va.
Se ne occupano, naturalmente, agenzie,
giornali e tv di tutto il mondo
(anche se l'Ansa dice che con la
|
scomparsa dell'Avvocato i
senatori a vita "scendono
a sette", mentre scendono
a sei). L'Adn Kronos annuncia
che il Mattino dedicherà
largo spazio alla figura di
Agnelli: "il redattore
capo Antonello Velardi,
che sta curando le undici
pagine, ha previsto servizi
speciali sui tre grandi amori
di Giovanni Agnelli: Capri,
la costiera amalfitana e Ischia;
in particolare verrà
descritto il grande legame
di amicizia che univa il senatore
a vita con la famiglia Morgano,
proprietaria del grande albergo
|
Gianni
Agnelli
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Quisisana
a Capri". E aggiunge: "ma
il pezzo forte riguarda una serie
di foto esclusive che rappresentano
il legame dell'Avvocato con la Campania".
Il 25 gennaio, così, ci siamo
precipitati in edicola. La "serie
di foto esclusive" consta di
sei immagini: in una si vede solo
la barca di Agnelli, le altre lo
ritraggono sul molo di Santa Lucia,
al convegno dei giovani industriali,
al museo di Capodimonte, con Jacqueline
Onassis a Ravello e con Edvige
Fenech a Capri. Se questo è
il "pezzo forte", abbiamo
pensato, che ne sarà dei
"servizi speciali"? Venticinque
righe ciascuno. In cui da Capri
Anna Maria Boniello parla delle
"sfide di calcio sul campetto
di Cesina", e il |

Antonello Velardi |
sommario
di "campetto di Celano";
da Ravello Mario Amodio
ricorda la vacanza con Jacqueline,
che il sommario ribattezza
"la Divina" (ma
non era la Callas?);
da Ischia Ciro Cenatiempo
racconta di quando Agnelli
si fece prestare uno scooter
e "girò in tondo
per un paio di minuti"
in piazza Restituta, e il
sommario ce lo descrive
"sul motorino a tutto
gas". Ringraziamo l'Adn
Kronos per non averci fatto
perdere questi scoop, ma
ci viene in
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mente
quell'aforisma di Émile
M. Cioran: "è incredibile
che la prospettiva di avere un biografo
non abbia indotto nessuno a rinunciare
ad avere una vita". |
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RIGORE |
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La Salernitana
perde a Siena per 3-0, e i toscani
sbagliano anche un tiro dal dischetto.
L'inviato del Mattino Raffaele
Schiavone, al seguito dei granata,
resta scosso: e nel suo articolo
del 20 gennaio |
scrive che "il Siena
potrebbe fare poker ma Tiribocchi
si fa parare un rigore".
Nella pagella da lui stesso
compilata, però, al
portiere Botticella
(ribattezzato per l'occasione
Botticelli) dà "mezzo
voto in più per il
rigore parato a Ghirardello",
e, nel sommario, il desk dà
credito |
Domenico
Botticella e Stefano Ghirardello
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a questa
seconda versione. Squadra e stampa,
dunque, sotto choc: perché
a Siena si va per il palio, non
per il paliatone. |
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Da
internet in libreria
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|
Papere
e papaveri |
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"Ho
capito del malcostume
esistente
a Napoli
più leggendo in
una notte questo
libro che in anni
e anni
di studio". |
Gerardo
Marotta
|
|
Papere
e papaveri può essere
acquistato nelle
librerie napoletane
o, via internet,
contattando:
Loffredo - loffredo@rinascita.it
(tel. 081-5783534/5781521)
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(tel. 081-5799113) |
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