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'Abbiamo un calo di incarichi',
licenziamento all'Asca-Timone

4 febbraio
2003 / anno XI
numero 3

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IL 30 GENNAIO la redattrice della cooperativa il Timone Elisabetta Donadono ha ricevuto la lettera di licenziamento con decorrenza primo febbraio, il 31 gennaio il direttore responsabile del Timone Alberto Borrelli l'ha incaricata di seguire la conferenza stampa del presidente della giunta della Regione Campania Antonio Bassolino.
Nella
lettera di licenziamento il presidente della cooperativa, Daniela Quaranta, ex impiegata dell'Ascom di Napoli, da dodici mesi giornalista praticante, scrive che la società "è stata interessata da un calo consistente degli incarichi professionali" e che, "al fine di contenere le perdite e i costi, siamo venuti alla determinazione di procedere alla soppressione del tuo posto di lavoro".
La Quaranta non fornisce notizie sul "calo consistente" e non specifica quali sono "gli incarichi professionali" venuti meno. Una lacuna che viene colmata dal direttore della testata (l'Agenzia del Mediterraneo) pubblicata dalla cooperativa. "Il Timone - precisa Borrelli a Iustitia - aveva due
commesse importanti: una dall'Asca; l'altra, per un importo annuo di trentamila euro, dal settimanale Lavorare, edito da una società collegata alla camera di commercio di Roma, che aveva quattro sedi periferiche (Milano, Torino, Bari e Napoli), improvvisamente tagliate nello scorso giugno. Un taglio per il quale abbiamo già aperto un contenzioso giudiziario".
Dei tre redattori in organico al Timone (Borrelli, Donadono e Quaranta, con i quali
Elisabetta Donadono
collabora una corrispondente da Salerno, Caterina La Bella, non
contrattualizzata) era la Quaranta a occuparsi prevalentemente dei servizi per il settimanale Lavorare, mentre la copertura del consiglio regionale veniva curata dalla Donadono, napoletana, trentotto anni compiuti il giorno del licenziamento, professionista dal '93 con un praticantato svolto al Giornale di Napoli, al Timone dal primo giugno del 2000, assunta con contratto da redattore soltanto nel maggio successivo e un anno dopo retrocessa articolo uno part time.
La Donadono ha immediatamente affidato la questione del licenziamento a un legale e informato l'Assostampa, che con il tesoriere Silvio Bruno Geria ha scritto al comitato di redazione dell'Asca e con il presidente Gianni Ambrosino ha convocato Borrelli, nelle sue molteplici vesti di direttore, fondatore (nel 1978) e componente del consiglio d'amministrazione della cooperativa, trait d'union con l'Asca, alla quale è legato anche da un contratto da corrispondente.
"Abbiamo subito accolto l'invito del sindacato, - dichiara Borrelli, napoletano di Torre Annunziata, quarantacinque anni da compiere a fine febbraio, professionista dal '92 con un praticantato svolto a Mondo e missione, il mensile del Pime, il Pontificio istituto missioni estero - per

Alberto Borrelli e Daniela Quaranta

cercare una soluzione per tutti soddisfacente".
Accanto al licenziamento c'è ora sul tappeto la questione del notiziario dell'Asca. È infatti piuttosto complicato il triangolo formato dal consiglio regionale della Campania guidato dal presidente Bruno Casamassa, l'agenzia Asca,

diretta da Claudio Sonzogno, e la società cooperativa a responsabilità limitata il Timone, a cui l'agenzia romana gira poco più del 50% di quanto incassa dal consiglio regionale. E sul triangolo sono intervenuti con grande durezza molti consiglieri regionali che il 4 febbraio hanno sottoscritto un documento in difesa della giornalista licenziata.
Tra i firmatari esponenti di tutti gli schieramenti, con una folta presenza di capigruppo; tra gli altri, Nino Daniele (Ds), Francesco Maranta (Prc), Salvatore Ronghi (An).
Nel documento viene ricordato che il consiglio regionale ha con l'Asca due convenzioni: la prima, sottoscritta il 16 febbraio 2000 e in scadenza il 30 maggio 2003, per la fornitura di notiziario istituzionale da inserire nel sito internet del consiglio che costa 37.572, 24 euro all'anno; la seconda, stipulata il 30 gennaio 2001 e operativa fino al 31 dicembre 2003, per servizi dei notiziari dell'agenzia girati a diciotto tra radio e tv campane per un costo di 89.885, 82 euro. In totale la spesa annua per il consiglio ammonta a oltre 127 mila euro.
"Nonostante una convenzione - è scritto nel documento - consenta all'Asca di lavorare in piena tranquillità economica, siamo venuti a conoscenza di una situazione a dir poco incresciosa. L'agenzia in questione ha, nei fatti, sub appaltato il lavoro di informazione istituzionale a una cooperativa di giornalisti. Questa cooperativa si è avvalsa di una giornalista che ha seguito con molto scrupolo e professionalità i lavori del consiglio, sebbene sia stata per tutto il tempo del suo operare in condizioni
di irregolarità. Infatti la sua cooperativa le ha corrisposto in maniera discontinua e irregolare salario e contributi. Tale giornalista è stata poi licenziata, senza nessuna particolare motivazione, il primo febbraio scorso".
Ed è perentoria la
Bruno Casamassa, Nino Daniele e Salvatore Ronghi
richiesta indirizzata al presidente del consiglio Casamassa: "Pertanto le chiediamo, come primo rappresentante dei lavori della nostra assemblea, di esercitare tutta la sua autorevolezza per convincere i dirigenti responsabili dell'Asca a far lavorare i propri giornalisti nel rispetto del contratto di categoria e di reintegrare, immediatamente, la giornalista Elisabetta Donadono. Ci sembra infatti sottinteso che, in assenza di queste garanzie, il consiglio sarà costretto a rivedere la convenzione con questa agenzia".

 

Da internet in libreria


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Papere e papaveri

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Antonio Ghirelli


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