8
marzo
2003
/ anno
XI
numero
8
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politica (*) |
economia (*) |
giustizia (*) |
media
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sanità (*) |
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LA PEZZA |
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In un
quotidiano o in un tg il giornalista
risponde del suo operato al responsabile
di settore, che ne risponde al direttore,
che ne risponde a sua volta all'editore,
che ne risponde, spesso, al suo
referente politico. Come vedete,
è tutto un rispondere, che
autorizza però anche una
domanda: e il lettore? Si arrangi.
Forse ricorderete che dal 6 dicembre
2000 il Mattino non si stampa più
nella storica tipografia di via
Chiatamone. Il direttore dell'epoca,
Paolo Gambescia, le diede
l'addio con parole commosse: |
"Ci mancherà l'odore
della carta e dell'inchiostro
fresco che ti macchia le mani
e fa fatica ad andar via quando
la notte torni a casa con
il giornale 'fresco'".
Si inaugurava la rotativa
Wifag di Pascarola, definita
"avveniristica":
e non immaginava che, prima
o poi, anche il suo successore
Mario Orfeo avrebbe
rimpianto quella vecchia.
Chi il 6 marzo ha comprato
la prima edizione del Mattino
non ha avuto scampo, sia |
La
rotativa del Mattino a Pascarola
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che
fosse interessato ad argomenti seri
come la spaccatura nell'Onu sulla
guerra all'Iraq, sia che lo fosse
ad altri più futili come
il festival di Sanremo. In prima
pagina, due titoli: "Iraq,
scontro finale alle Nazioni Unite"
e "Sanremo, non bastano le
donne". Nel primo caso, si
rimanda agli articoli di pagina
6 e 7; nel secondo, a quelli delle
pagine 22 e 23. A pagina 6 compare
però solo una pubblicità
del Mattino: "Nel tuo quotidiano
una pausa di riflessione".
Ah, ecco, ha pensato il lettore:
è passata la linea-camomilla.
Invece delle notizie dall'Onu, una
pausa di riflessione. Dopo qualche
minuto di relax, rigenerato, il
lettore decide di occuparsi di Sanremo.
Ma a pagina 22, un'altra pubblicità
dell'editore Caltagirone:
"Caltanet casa. Il portale
immobiliare preferito dai mouse.
Risponde. Assiste. Risolve".
Chi resta senza risposte, assistenza
e soluzioni, però, è
il lettore, soprattutto quelli che
non sono un mouse. Deve aspettare
la seconda edizione perché
alle pagine annunciate trovi gli
argomenti |

Massimo Garzilli e Antonio
Mastrodonato |
corrispondenti:
"Francia-Germania-Russia:
l'asse del no" e "Tra
Britti e Alexia
spunta Alina, la
star dodicenne".
Non sappiamo quali pasticci
siano successi nell'avveniristica
rotativa di Pascarola, tanto
da pubblicare, pur di andare
in edicola,
pezze a colore
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pubblicitarie;
il direttore amministrativo
Massimo Garzilli e quello
dell'area tecnica Antonio Mastrodonato
avranno sicuramente spiegazioni
esaurienti. Sappiamo però
che nessuno dei giornalisti, resosi
conto del disguido, si è
quanto meno preoccupato di modificare
i richiami in prima pagina, per
evitare che chi era interessato
all'Onu e a Sanremo fosse costretto
a prendersi una "pausa di riflessione"
e a sapere quale portale preferiscano
i mouse. "
Quando la notte
torni a casa con il giornale 'fresco'",
singhiozzava Gambescia: ma qui,
l'unico che sta fresco è
il lettore. |
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LE SCUSE |
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Ma passano
solo ventiquattr'ore e al Mattino,
che quanto a fair-play dà
dei punti a tutti, decidono di farsi
perdonare del "furto"
di pagine ai danni di chi aveva
comprato la prima edizione del giornale.
Il 7 marzo, infatti, è quella
definitiva, la più diffusa
in città, a presentare una
simpatica caratteristica: la prima
dell'Economia compare sia a pagina
7 che a pagina 11. Non è
un omaggio al responsabile Marco
|
Esposito e al vice
Enzo Popoli, che non
hanno alcuna colpa per il
doppione; né una manovra
per censurare l'importante
argomento trattato in apertura
della pagina dell'Attualità,
che nella prima edizione c'è
("Giustizia, funzioni
separate per giudici e pm"); |
Marco
Esposito e Enzo Popoli
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né
un trabocchetto per Armando Borriello,
che di solito cura la chiusura notturna
delle pagine, e ha licenziato l'impaginazione
corretta. È, oltre che un
omaggio ai lettori defraudati il
giorno prima, un grido di dolore
che si leva dalla tipografia. Il
titolo replicato è "Bce
taglia, ma l'Europa è alle
corde": perché alle
corde, con l'Europa, ci sembra anche
Pascarola. |
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LIBERTÀ
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Tra
gli effetti collaterali delle non-notizie
c'è quello di aprire un dibattito
sul nulla, ed essendo per molti
l'unico argomento su cui sanno tutto
(come diceva di se stesso Oscar
Wilde), i risultati sono sconvolgenti.
Dunque, tra qualche mese si celebrerà
il sessantesimo anniversario dello
sbarco alleato a Salerno. Le iniziative
in cantiere sono state presentate
alla Borsa internazionale del turismo
a Milano. Il Corriere del Mezzogiorno
del 15 febbraio fa un titolo a sei
colonne: "Sbarco, alla Bit
silenzio su Joan Baez / Nessun
accenno nel calendario ufficiale
dell'evento". Se è per
questo, silenzio anche sul Papa
e Bush: infatti, come ci spiega
nel suo pezzo Gabriele Bojano,
"il clamoroso diniego della
folk-singer americana, che ha fatto
sapere di non essere interessata,
per ragioni politiche, a venire
a esibirsi a Salerno ('l'Italia
sta attraversando un momento difficile'),
non ha causato nessuna variazione
al programma dell'evento, in quanto
non ne ha mai fatto parte".
Quel titolone, dunque, equivale,
ridotto ai minimi termini, a dire
"Silenzio su un fatto che non
accadrà né doveva
accadere". Ma il niente scatena
"reazioni", come |

Gabriele Bojano |
ci racconta
Felice Naddeo in
un box: in cui Vincenzo
Fasano, deputato di
An che solo con una non-notizia
poteva sperare di comparire
su un giornale, affronta
a muso duro la Baez. "Qualcuno
dovrebbe spiegare a questa
datata eroina del '68 che
la guerra in Vietnam è
finita da parecchio tempo".
Secondo noi lo sa, visto
che all'epoca aver protestato
le costò la galera;
e definire "datata"
una donna di 62 anni è
una finezza che deve aver
a che
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fare
con la "concezione diversa
della cultura" che Fasano rivendica
alla destra. Ma è "ancora
più incisiva la determinazione
del gruppo juniores di An di Salerno,
che intende trasformare in caso
nazionale la vicenda legata all'artista
americana". E' tutto un tripudio
di biberon e tricolori: "Siamo
pronti a manifestare contro
questo concerto nelle strade e nelle
piazza del capoluogo, conferma Pietro
Cardella, membro del direttivo
centrale di Azione Giovani",
incurante, con sprezzo virile, del
fatto che tale concerto non ci sarà
ne era previsto che ci fosse. "Chi
parla così - aggiunge - dimostra
di essere ex stalinista ed ex marxista
ma ancora troppo comunista per poter
accettare la libertà".
È vero, perdinci: libertà,
libertà per tutti. A cominciare
dalle parole. |
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LE
STATUE |
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Tra le nuove rubriche del
Mattino ce n'è una di indovinelli,
e spesso, come vedrete, si tratta
di domande trabochetto. Il 20
febbraio Claudia Marra
realizza una pagina il cui argomento,
che ci hanno detto furoreggiare
durante la ricreazione alle scuole
medie, sono i cognomi buffi sull'elenco
telefonico, ma anche i quiz di
toponomastica. Uno degli articoli,
la cui testatina "Le statue
nei posti sbagliati" dovrebbe
già suggerire la soluzione,
è intitolato
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"Mazzini?
A piazza Cavour. Garibaldi?
A piazza Mancini". L'attacco
del pezzo ribadisce la domanda:
"Perché la statua
di Mazzini si trova in piazza
Cavour e quella di Garibaldi
in piazza Mancini? Una cattiveria
storica, secondo alcuni".
Per depistare gli enigmisti,
però, viene pubblicata
una foto del busto di Mazzini
sullo sfondo del Maschio Angioino.
Delle due l'una: o Castel
Nuovo si trova a piazza Cavour,
o, anziché di una "cattiveria |
Claudia
Marra
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storica",
si tratta di un'altra città.
Sospetto confermato anche dal fatto
che la statua di Garibaldi si trova
proprio a piazza Garibaldi, e non
a piazza Mancini. Da tutto questo
si evince un'ulteriore curiosità:
via Chiatamone è su Marte. |
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MERENDINE |
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Da bambini
la nostra lettura preferita, come
per molti della nostra generazione,
era il Corriere dei Piccoli: chi
ricorda la chiusa delle strisce
di Sergio Tofano, "qui
finisce l'avventura del signor Bonaventura"?
È quella tenerezza ormai
perduta che ritroviamo spesso, con
rimpianto, sulle pagine di Repubblica
Napoli: sembra che a volte il responsabile
Luigi Vicinanza e il vice
Antonio Corbo partecipino
alla riunione di redazione con i
pantaloni alla zuava, per compensare
la perdita dell'innocenza cui li
costringe la dura cronaca. Poi,
come il 4 marzo, un paio di guizzi
ce li restituiscono immacolati.
Leggete com'è fredda e tecnica
questa notizia: "Il fondo Usa
Carlyle Group, rappresentato dall'ex
presidente Usa, Bush |

Giovanni Paolo II |
senior,
si è aggiudicato
la gara indetta dal demanio
italiano per alienazioni
di 36 immobili del valore
di 230 milioni di euro".
Solo un animo di fanciullo
può ingentilire una
materia così arida:
e allora ecco sbocciare
un titolo come "Papà
Bush cerca casa a Napoli"
che, se da un
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punto
di vista giornalistico è
comico (e approssimativo: gli immobili
si trovano anche in altre cinque
città), ci fa ritrovare l'incanto
svagato delle nostre letture infantili.
E in quella stessa pagina c'è
anche di più: si parla delle
iniziative per il digiuno per la
pace promosso da Giovanni Paolo
II, e il titolo coglie a colpo
sicuro la più significativa:
"Un segno dagli studenti, a
scuola senza merendine". Fosse
stato per i signori Bonaventura
di Repubblica, si sarebbero spinti
oltre: per evitare la guerra, minacciare
Saddam di mandarlo a letto
senza dolce. |
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LEO FOREVER |
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L'invidia
non è mai un bel sentimento,
ma qualche volte se ne capiscono,
pur senza giustificarla, le ragioni.
Forse ricorderete un botta e risposta
tra Corriere del Mezzogiorno e Repubblica
Napoli. Due mesi fa il quotidiano
diretto da Marco Demarco
spiazzò la concorrenza pubblicando
in prima pagina l'anatema di Michele
Griffo, sindaco di Trentola
Ducenta, paese di cui è originaria
la |
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famiglia
dell'attore Leonardo DiCaprio:
il divo non ci è mai
voluto tornare, e allora,
come ci raccontava Angelo
Agrippa, il primo cittadino
aveva detto che non sarebbe
andato a vedere "Gangs
of New York", facendo
rischiare la bancarotta a
Hollywood. Un mese dopo, per
non essere da meno, Repubblica
Napoli aveva raccontato la
stessa storia sguinzagliando
l'inviata Eleonora Bertolotto.
Passa un altro mese, e il
Mattino si mette in pari.
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Michele
Griffo
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L'otto
marzo (nella pagina Attualità:
scelta bizzarra) Antonio Magliulo
firma un pezzo così titolato:
"Operato per un'ernia al disco,
muore cugino di Leonardo DiCaprio".
Patrizio Di Caprio, appena
42enne, non sopravvive a un intervento
cui si era sottoposto in una clinica
di Castelvolturno. E la foto a corredo
dell'articolo ritrae il divo americano:
perché un uomo morto in ospedale
fa pena, ma un cugino famoso fa
notizia. |
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Da
internet in libreria
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Papere
e papaveri |
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"Ho
capito del malcostume
esistente
a Napoli
più leggendo in
una notte questo
libro che in anni
e anni
di studio". |
Gerardo
Marotta
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Papere
e papaveri può essere
acquistato nelle
librerie napoletane
o, via internet,
contattando:
Loffredo - loffredo@rinascita.it
(tel. 081-5783534/5781521)
Libreria Scientifica
Editrice - pisanti@netgroup.it
(tel. 081-55527105)
Ziccardi - libreriaziccardi@tin.it
(tel. 081-5799113) |
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