Agcom riapre i termini
del bando di ferragosto

IN FONDO, IL presidente dell’Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni Corrado Calabrò e gli otto commissari sono persone ragionevoli: hanno capito che il bando per selezionare il capo ufficio stampa pubblicato solo sulla Gazzetta ufficiale nei giorni caldi di ferragosto era magari difendibile sul piano strettamente giuridico, ma era una pessima pubblicità per l’Authority sul piano della trasparenza e della credibilità della selezione. Risultato: l’undici ottobre sui quotidiani La Repubblica e Il Mattino (chissà perché in cronaca di Napoli) è comparso una avviso dell’Agcom che annuncia la riapertura dei termini per la presentazione delle domande, termini che scadono l'otto novembre. Gli aspiranti hanno infatti trenta giorni dalla

pubblicazione della proroga sulla Gazzetta ufficiale del 10 ottobre (tutte le notizie sul bando sono disponibili sul sito www.agcom.it).
Probabilmente decisiva per il ripensamento dei vertici dell’Authority è stata la lettera indirizzata il 20 settembre dal senatore


Fausto Bertinotti, Franco Marini e Raffaele Tecce

Raffaele Tecce al presidente dell’Agcom e per conoscenza al ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni e ai presidenti delle Camere Bertinotti e Marini. Il primo effetto immediato dell’iniziativa del senatore è stato il rinvio da parte del consiglio dell’Agcom, riunito a Napoli il 21 settembre, della nomina della commissione che avrebbe dovuto esaminare i diciotto giornalisti che nonostante l’afa di ferragosto erano riusciti a presentare domanda.
Nella seduta successiva, il 27 settembre, il consiglio ha deciso di riaprire i termini per la selezione del responsabile dell’ufficio stampa e di darne notizie con un avviso da pubblicare su quotidiani di rilevanza nazionale.
"Prendiamo atto con soddisfazione – ha commentato Tecce - che l'Agcom ha accolto positivamente la mia richiesta di riaprire i termini del bando pubblico per l'assunzione del dirigente dell'ufficio stampa. Il senso della mia iniziativa non era quello di alimentare una cultura di sospetto rispetto ai rischi di poca divulgazione del bando stesso, ma riaffermare il principio della trasparenza e il diritto all'informazione in un settore delicato come quello della comunicazione istituzionale di un importante autorità di garanzia come l'Agcom".