Caltagirone nega i permessi
sindacali: Mattino in sciopero

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE si candida a capo stormo tra i falchi della Federazione editori, negando i permessi sindacali ai componenti del cdr del Mattino (Gianni Colucci della redazione di Salerno e Francesco Romanetti della sede centrale) che il 14 e 15 novembre hanno preso parte a Roma agli Stati generali dei giornalisti convocati dalla Fnsi.

L’ennesimo atto di guerra, che rompe una prassi consolidata nei decenni, arriva martedì 21 novembre con una lettera del direttore generale Massimo Garzilli. Il giorno successivo c'è la replica, questa volta pronta e incisiva del cdr (Gianni Ambrosino, Enzo Ciaccio, Francesco Romanetti): ventiquattrore di sciopero per far


Gianni Ambrosino e Albino Majore

saltare il giornale di venerdì 24 novembre e il ritiro delle firme dei redattori per i numeri di sabato e domenica.
L’iniziativa dell’azienda non è giunta del tutto a sorpresa: prima degli Stati generali l’azienda aveva annunciato la decisione di non riconoscere i permessi sindacali e il cdr aveva subito risposto con lo sciopero; la minaccia era poi rientrata anche grazie alla mediazione del direttore Mario Orfeo.
“La lettera di Garzilli – scrive il cdr - rappresenta un'ulteriore gravissima provocazione, che intende colpire l'esercizio dei diritti sindacali e la redazione tutta”. I compenenti del comitato continuano parlando di “incredibile spregiudicatezza”, e di “atteggiamento aggressivo e anti-sindacale che continua a fare del Mattino del Gruppo Caltagirone un caso unico in Italia. In nessun giornale, in nessuna azienda editoriale, si è tentato di negare il permesso


Enzo Ciaccio e Corrado Giustiniani

sindacale ai rappresentanti del cdr per partecipare ad una iniziativa nazionale del sindacato che ha visto riunire a Roma tutti gli organismi di categoria per discutere delle iniziative da adottare nella difficile vertenza per il rinnovo del contratto di lavoro. Con argomentazioni che hanno l'unico obiettivo di rimettere in discussione - violandoli

ostentamente e clamorosamente - regole consolidate, contratto di lavoro e Statuto dei Lavoratori e ignorando volutamente l'ampia e articolata giurisprudenza che si è occupata dei permessi sindacali”.
Il risultato, sostiene il comitato di redazione, è che “l’azienda si assume in questo modo la grave responsabilità di inasprire ulteriormente le relazioni tra le varie componenti del giornale e di rendere ingestibile il clima all'interno della redazione, rischiando di arrecare grave danno al prodotto stesso”. Infine, accanto all’annuncio dello sciopero e del ritiro delle firme, l’impegno a individuare, “con l'Associazione napoletana della stampa e in coordinamento con le altre testate del Gruppo Caltagirone, tutte le iniziative di lotta - d'intesa con la Federazione Nazionale della Stampa - che denuncino la valenza nazionale della grave provocazione anti-sindacale portata avanti al Mattino”.
Al duro comunicato del giornalisti di via Chiatamone i vertici aziendali del

Mattino (il presidente Albino Majore, il direttore generale Massimo Garzilli e il capo del personale Raffaele Del Noce) hanno risposto con un comunicato diffuso dall’Ansa, beccandosi nel giro di un’ora e mezza, sempre via agenzia, la controreplica del cdr.
“L’atteggiamento aggressivo” e le “gravissime provocazioni” dell’editore e dei suoi uomini ha


Fabio Morabito e Francesco Romanetti

comunque già prodotto un primo importante effetto: si sta, nei fatti, costruendo un coordinamento dei cdr dei quotidiani del Gruppo Caltagirone: accanto alla corazzata Messaggero, gli incrociatori Mattino e Gazzettino e le fregate Corriere Adriatico, Gazzettino e Nuovo Quotidiano di Puglia, una flotta con una capacità di fuoco di 632mila copie al giorno, secondo le tirature dichiarate dall’editore per il 2005.
La prima uscita del neonato coordinamento c’è stata il 18 novembre quando i cdr di Mattino, Gazzettino, Corriere e Quotidiano hanno espresso solidarietà ai giornalisti del Messaggero costretti a “effettuare uno sciopero in seguito ad una iniziativa dell’azienda, che ha arbitrariamente modificato la programmazione delle presenze redazionali in occasione dello sciopero nazionale, proclamato dalla Fnsi, per il giorno 15 novembre, senza


Raffaele Del Noce

preavvertire i redattori interessati e senza nemmeno una comunicazione all’organismo sindacale”.
Quattro giorni dopo è stato il comitato di redazione del Messaggero (Corrado Giustiniani, Fiorella Iannucci, Fabio Morabito) a prendere posizione al fianco dei giornalisti del Mattino, “impegnati in una vertenza per il riconoscimento di un elementare diritto di praticabilità sindacale".  
E vanno giù duri i componenti del cdr del Messaggero: “Il Gruppo Caltagirone Editore, - scrivono in una nota - che pure vuole darsi

un'immagine di modernità, sembra precipitare nel Medioevo delle relazioni industriali. L'iniziativa di negare i permessi sindacali è esemplare di un comportamento che vuole fiaccare il sindacato, con costanti tentativi di molestia e rappresaglia. L'Editore ha prima negato, poi concesso, poi di nuovo negato i permessi sindacali in dispregio non solo degli usi, delle consuetudini, delle norme, del buon senso, ma anche della correttezza che deve esserci sempre tra le controparti, rappresentanti dei giornalisti e dell'editore”.