Cronache: ministro in visita
e iniziative con la Provincia

VA AVANTI SPEDITO il piano di iniziative dei vertici di Cronache di Napoli per promuovere il giornale coinvolgendo rappresentanti delle istituzioni.
Il quotidiano è in salute e, a Napoli e provincia, si piazza alle spalle di Mattino, Repubblica e Corsera-Corriere del Mezzogiorno, con un venduto dichiarato nel mese di novembre che supera le novemila copie. Un risultato favorito

anche dalla feroce guerra tra i clan camorristici a Scampia, che non poteva non premiare un giornale da sempre bollettino puntuale e capillare della cronaca nera.
La performance di Cronache è notevole anche perché i vertici del quotidiano, “l’editore di


Maurizio Clemente e Giovanni Lucianelli

fatto” Maurizio Clemente e il direttore Giovanni Lucianelli, sono da tempo protagonisti di gravi vicende penali.
Per Lucianelli, numero uno del giornale anche se in gerenza risulta direttore editoriale mentre viene indicato come responsabile Domenico Palmiero, la questione più spinosa è collegata a un finanziamento attraverso i Pop, i Piani operativi plurifondo finanziati dalla Comunità europea, per il quale il 4 marzo del 1999 è stato rinviato a giudizio dal gip Laura Triassi per tentata truffa ai danni della Regione Campania, allora guidata da Antonio Rastrelli, che nella prima udienza utile si è costituita parte civile. Dopo cinque anni e mezzo e oltre trenta udienze il processo si è fermato il 26 novembre 2004 per intervenuta prescrizione del reato, ma l’ufficio legale della Regione Campania ha già annunciato che avvierà un’azione civile per ottenere dal direttore di Cronache un risarcimento almeno pari al finanziamento di 186mila euro che stava per


Rosa Russo Iervolino, Antonio Rastrelli e Laura Triassi

intascare.
Maurizio Clemente, "editore di fatto" (la definizione è dei magistrati di Santa Maria Capua Vetere che da anni conducono indagini sulla sua attività) di Cronache di Napoli e del Corriere di Caserta è stato arrestato l’undici dicembre 2003

per estorsione a mezzo stampa. Dopo alcuni mesi di detenzione Clemente è stato scarcerato e ora è in attesa che si concludano le indagini della procura di Santa Maria.
Il giorno stesso dell’arresto La Stampa, che a Napoli e Caserta veniva venduto in tandem con Cronache e Corriere, ha interrotto l’abbinamento con i giornali controllati da Clemente, nonostante per il quotidiano piemontese, diretto da Marcello Sorgi, l’accordo significasse un notevole apporto in termini di copie vendute e di copertura territoriale, con evidenti riflessi sulla raccolta pubblicitaria.
Certo, secondo la Costituzione (articolo 27, secondo comma), tutti i cittadini sono "non colpevoli" fino a sentenza definitiva di condanna, ma a Torino hanno pensato che per il terzo quotidiano italiano dovessero prevalere, sulle ragioni del business, motivi di immagine e di opportunità in attesa che il lavoro della magistratura facesse chiarezza sull’intera vicenda.
Di avviso evidentemente diverso alcuni esponenti delle istituzioni: il 18

novembre il ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno, accompagnato dal capogruppo di Alleanza nazionale alla Regione Salvatore Ronghi e dal consigliere regionale Luciano Schifone, si è recato nella sede di Cronache, a Fuorigrotta,


Pietro Illiano e Pasquale Clemente

per ricevere un premio e ha risposto alle domande dei giornalisti delle agenzie di stampa e delle televisioni. Il 7 dicembre è toccato al prefetto di Napoli Renato Profili andare in visita alla redazione. Il 4 gennaio l’Ansa ha annunciato per il giorno successivo la presentazione nella sala della giunta della Provincia dell’iniziativa “Regala una buona notizia” promossa da Cronache di Napoli, con l’intervento del presidente della Provincia Dino Di Palma e del sindaco Rosa Russo Iervolino. Il sindaco poi non ha preso parte alla conferenza stampa perché bloccata dalle proteste dei disoccupati.
Sia agli incontri in redazione con il ministro e il prefetto che alla conferenza stampa tenuta il 5 gennaio a piazza Matteotti erano presenti Pasquale Clemente, fratello di Maurizio, e Pietro Illiano, che nei resoconti pubblicati da Cronache di Napoli vengono rispettivamente indicati come rappresentante dell’Editalia (la società titolare della testata) e direttore commerciale.
Ad Alemanno, Profili, Di Palma e Iervolino Iustitia ha girato una domanda che taglia in maniera netta la questione: perché i vertici societari della Stampa scelgono una strada e loro ne imboccano una che appare molto diversa?


Salvatore Ronghi, Luciano Schifone e Marcello Sorgi

“Il prefetto si è recato presso la sede di Cronache di Napoli – chiarisce  Gabriella D’Orso, dirigente dell’ufficio stampa della prefettura – per un saluto alla redazione nel suo complesso, così come aveva fatto per altre sedi di testate giornalistiche

locali che lo avevano invitato al momento del suo arrivo a Napoli (il 19 maggio 2003, ndr). All’epoca non fu possibile visitare Cronache perché erano in corso lavori di ristrutturazione e la visita, per par condicio, fu rinviata al termine dei lavori. In tutti gli incontri avuti Profili ha fatto un breve discorso augurale, auspicando che la voce libera dei giornalisti prevalesse sempre su tutto, per onorare lo spirito che obbligatoriamente e necessariamente deve avere la categoria”.
Ma il prefetto era a conoscenza delle vicende giudiziarie che interessano i vertici di Cronache? I suoi collaboratori non sono in grado di dare una risposta certa, ma é probabile che fosse all’oscuro di tutto. E qui si dovrebbe capire come lavorano gli staff, non solo stampa, di uffici delicati, ma l’argomento andrà affrontato in altra occasione.
Anche Alemanno ci tiene a puntualizzare. “Delle vicende giudiziarie relative ai vertici di Cronache – spiega Cristiano Carocci, portavoce del ministro delle Politiche agricole – non ero a conoscenza. Vorrei precisare che il ministro Alemanno si è recato il 18 novembre 2004 presso la redazione di Cronache di Napoli per ritirare il premio Megaris quale ‘Politico dell’anno’. Non si è

trattato, quindi, né di una visita ufficiale a questo giornale, né è stata tenuta alcuna conferenza stampa. Semplicemente si è trattato di una delle tante occasioni a cui il ministro in questi tre anni ha partecipato su tutto il territorio nazionale e a cui naturalmente hanno


Francescoo Borrelli e Alfonso Pecoraro Scanio

partecipato anche i rappresentanti dei media”. E nell’entourage di Alemanno c’è chi osserva che le informazioni incomplete su Cronache derivano dal carente funzionamento del filtro territoriale di Alleanza nazionale.
Evanescente, per usare un eufemismo, la risposta che arriva dalle stanze di palazzo San Giacomo. “Il messaggio che il sindaco di Napoli sta lanciando agli operatori dell’informazione, e più in generale all’opinione pubblica, - dichiara Rosa Russo Iervolino, che non precisa neanche se è a conoscenza dei problemi giudiziari dell’editore "di fatto" di Cronache - approvando l’idea promossa da un quotidiano di lanciare “Una buona notizia al giorno”, è molto semplice, cioè la ritiene un’iniziativa positiva”.
Il presidente della Provincia Dino Di Palma affronta il nodo e teorizza il dovere, come rappresentante delle istituzioni, di dialogare con tutti i media, senza richieste preventive di patenti o certificati penali. Ma a chi gli fa notare che la Provincia ha fatto molto di più, ospitando l’iniziativa di Cronache, con Di Palma (e l’annunciata Iervolino) quasi nelle vesti di testimonial, ammette di non sapere niente delle vicende giudiziarie che hanno interessato o tuttora coinvolgono i vertici di Cronache. Vicende che dichiarano di ignorare anche due dei tre assessori presenti all’incontro: Guglielmo Allodi, che nel suo


Guglielmo Allodi, Angelo Cirasa e Corrado Gabriele

intervento si guarda bene dal citare il giornale, e Corrado Gabriele, che, dopo avere osservato i tre minuti di silenzio decisi dall'Unione europea in ricordo delle vittime dello tsunami nel Sud est asiatico, si è subito allontanato dalla sala. Presenza partecipe invece

quella dell'assessore Francesco Borrelli, uno dei boys della covata dell’ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio, del quale Lucianelli ha curato le pubbliche relazioni.
Allora il 5 gennaio chi ha deciso e organizzato la conferenza di piazza Matteotti? Il capo ufficio stampa della Provincia Antonio Vista prende le distanze dall’iniziativa. "Ero del tutto all'oscuro della conferenza, - dice Vista - che è stata organizzata, come del resto è accaduto altre volte, dallo staff del presidente". Ripetiamo la domanda al portavoce del presidente Di Palma, Angelo Cirasa, che a metà degli anni Novanta alla redazione napoletana del Tempo, guidata da Giovanni Lucianelli, ha fatto il praticantato, ma Cirasa preferisce non rilasciare dichiarazioni.