La Penna
in pensione

IN UN PRIMO tempo Marisa La Penna sembrava orientata a rimanere in cassa integrazione a zero ore fino al 31 marzo 2019 quando si concluderà il biennio dell’ultimo stato di crisi del Mattino; poi ci ha, giustamente, ripensato e ha firmato le dimissioni. Dall’undici dicembre, dopo oltre trenta anni trascorsi a via Chiatamone, è fuori dal giornale.
Resta in piedi l’azione giudiziaria promossa contro l’editore per mobbing,

demansionamento e danno biologico con una richiesta di 292mila euro di risarcimento danni.
La prima udienza davanti al giudice del lavoro del tribunale di Napoli Maria Rosaria Lombardi si è tenuta il 17 novembre, la seconda è fissata per il prossimo 12 gennaio alle

Titta Fiore e Generoso Picone

ore 13. In quella sede è previsto l’esame in contraddittorio di Marisa La Penna con Massimo Garzilli, direttore amministrativo di fatto dell’azienda, anche se è in pensione dal gennaio del 2008.
Ora piccolo aggiornamento sulle uscite. Fuori a novembre Anna Maria Asprone, Riccardo Marassi, Maria Paola Milanesio e Luciano Pignataro; a dicembre è toccato a Franco Buononato e Cinzia Peluso cui si è aggiunta Marisa La Penna; a gennaio dovrebbero lasciare il giornale Titta Fiore e Generoso Picone che andando via non da prepensionati ma da pensionati potranno sottoscrivere un contratto di collaborazione con il Mattino; a marzo sarà il turno della senatrice Rosaria Capacchione che chiuderà l’aspettativa e sarà prepensionata con lo scioglimento delle Camere.