Ha impiegato, cioè, un anno per coprire la distanza di appena 1 Km e 800 metri che separa palazzo Spada in piazza Capo di Ferro 13 da palazzo della Consulta.
La palma per l'ordinanza giunta alla Consulta con il maggiore ritardo spetta ad un provvedimento emesso in Calabria il 6 febbraio 2008 dal Giudice unico del tribunale di Rossano (poi inglobato nel tribunale di Castrovillari). Forse anche per effetto della fusione dei due tribunali sono stati addirittura necessari ben 11 anni e 4 mesi prima che l'ordinanza n. 93 del 2019, riguardante una causa tra le Poste e la Curia Achiropita e vertente sulla variazione del saggio di interesse sui Buoni postali fruttiferi, venisse pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 25 del 2019.
Al 2° posto figura con 10 anni e 2 mesi l'ordinanza del 1° aprile 2009 della Commissione tributaria provinciale di Genova in cui si discuteva della legittimità della costituzione in giudizio della società ricorrente.  
Al 3° posto vi è l'ordinanza del 16 gennaio 2013 del Giudice unico del Tribunale di Napoli in una causa di lavoro che ha impiegato ben 5 anni e 10 mesi per arrivare a Roma. In discussione era proprio la mancata previsione dell'invito al resistente a costituirsi nel termine di dieci giorni prima dell'udienza e dell'avvertimento che la costituzione oltre il predetto termine implica le decadenze dell'art. 416 cod. proc. civ. La questione era stata ritenuta rilevante "posto che, non essendo stata resa edotta di quale fosse il termine ultimo entro il quale dover svolgere la propria attività difensiva, la parte resistente coinvolta nella risoluzione di gravi problemi personali di cui v'è prova agli atti di causa - non si è tempestivamente rivolta ad un legale, decadendo dal diritto di articolare una compiuta ed adeguata difesa in fatto ed in diritto". Ciò costituiva una mutilazione del diritto di difesa spettante a ciascun cittadino coinvolto in una causa di lavoro il quale deve essere reso edotto, al pari di quanto previsto nel rito ordinario, di quale sia il termine ultimo entro il quale poter svolgere le proprie difese. Nonostante queste interessanti premesse le carte sono arrivate alla Consulta dopo più di 2 mila giorni. Con ordinanza n. 92 del 17 aprile 2019 la Corte ha comunque respinto tutte le eccezioni ritenendole inammissibili.
Seguono in graduatoria: al 4° posto con un ritardo di 4 anni e 8 mesi l'ordinanza del 29 settembre 2014 della Commissione tributaria regionale per la Toscana sul ricorso proposto da una società contro l'Agenzia delle Entrate riguardante la violazione Iva sulle esportazioni. 
Al 5° posto con un ritardo di 4 anni e 7 mesi l'ordinanza del 13 gennaio 2014 della Commissione tributaria regionale per la Lombardia sezione distaccata di Brescia sul ricorso proposto dall'Agenzia delle entrate riguardante l'Ires, imposta sul reddito delle società. La Consulta ha respinto tali eccezioni ritenendole manifestamente inammissibili con ordinanza n. 140 del 6 giugno 2019 perché erano state già accolte dall'Alta Corte oltre 4 anni fa con la sentenza n. 10 dell'11 febbraio 2015.