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Tco, chiusa
la vertenza |
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SI È CHIUSA senza sanzioni la vicenda disciplinare di Rino Genovese, cronista politico e componente del comitato di redazione di via Marconi, reo di avere fornito una consulenza a una società del settore rifiuti senza informare la Rai. Non ci sono stati giorni di sospensione dallo stipendio, assicura Genovese, né lettere di richiamo; soltanto l’invito a informare l’azienda prima di accettare incarichi esterni.
Finalmente chiusa anche la lunghissima vertenza dei telecineoperatori Claudio Ciccarone e Gianni Occhiello con la Rai. I giornalisti, battuti in primo grado (sentenza nel marzo 2004 del giudice Maria Gallo) e vittoriosi in appello (sentenza del gennaio 2009 del collegio presieduto da Alessandro Bavoso, |
con relatore Gabriele Di Maio), hanno siglato un accordo senza aspettare la decisione della Corte di cassazione.
La transazione con Occhiello ha confermato integralmente quanto sancito dalla sentenza della Corte d’appello, che
gli aveva riconosciuto la |

Claudio Ciccarone, Rino Genovese e Gianni Occhiello |
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qualifica di telecineoperatore dal 15 gennaio 1999 e il relativo trattamento economico dal 13 maggio 1996, con differenze retributive per 15mila euro e spese legali per 4500 euro, mentre aveva respinto la richiesta del riconoscimento della qualifica di inviato e del risarcimento “per danno professionale e di immagine”.
Nel caso di Ciccarone la trattativa è stata più complessa perché la Corte d’appello, come per Occhiello, aveva riconosciuto la qualifica di tco dal 22 dicembre 1998 e il relativo trattamento economico dal 13 maggio 1996, ma aveva quantificato in 96mila euro le differenze retributive. A luglio l’accordo è stato siglato con la restituzione di ventimila euro alla Rai da pagare nell’arco dei tre anni. Infine a entrambi la Rai ha chiesto, e ottenuto, di rinunciare alle differenze retributive maturate dal deposito della sentenza della Corte d’appello nel maggio 2009 al dicembre 2010.
A luglio Ciccarone e Occhiello, insieme ai napoletani Giuseppe Caterino e Claudio Della Rocca e a 150 telecineoperatori provenienti da tutte le sedi italiane, hanno partecipato a Roma a un esame davanti a una commissione formata da rappresentanti dell’azienda e del sindacato, per diventare “figura unica”, formula burocratica per definire un giornalista a 360 gradi in grado realizzare un servizio, condurre un tg, girare le riprese di un avvenimento. |

Carlo De Cesare e Claudio Della Rocca
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Alla fine della prova è risultato promosso soltanto Della Rocca, mentre per Caterino, Ciccarone e Occhiello c’è stata una comunicazione secca: “inidoneo”. In attesa di capire come e perché è scattata la bocciatura, tra gli inidonei emergono almeno due perplessità. Perché un giornalista professionista deve risostenere una prova scritta che ha già superato al |
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momento della idoneità professionale davanti a una commissione formata sotto l’alta vigilanza del ministero della Giustizia e presieduta da un magistrato di Corte d’appello? La seconda perplessità: sono diventati idonei senza sostenere la prova (tra gli altri il napoletano Carlo De Cesare), limitandosi a presentare la documentazione del lavoro svolto, i tco che hanno potuto dimostrare di avere già realizzato servizi in autonomia grazie, in molti casi, a compiacenze, disattenzioni o tolleranze sospette. Ma, denunciano gli “inidonei”, così si vanno a sanare, con l’assenso del sindacato, comportamenti in violazione delle regole aziendali. |
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