Indagini su Calenda:
concussione sessuale

QUESTO VUOLE essere pagato il conto, Mariù (Maria Di Lascio, ndr). Io non gli do niente, non gliela do la mia patatina e non gli do neanche la mia bocca”: ci sono passaggi pruriginosi nella informativa dei carabinieri allegata all’ordinanza sulla ‘sanità lucana’ firmata il 7 ottobre dal gip Antonello Amodeo. L’ordinanza chiude una prima fase delle indagini condotte dal pm Vincenzo Montemurro della Direzione distrettuale antimafia di Potenza che ha

portato all’arresto in carcere (e poi ai domiciliari) dell’ex capogruppo di Forza Italia al consiglio regionale della Basilicata Francesco Piro, all’arresto ai domiciliari della sindaca di Lagonegro Maria Di Lascio, all’obbligo di

Massimo Calenda e Roberto Marino

dimora per l’assessore regionale Franco Cupparo e l’ex assessore alla Sanità Rocco Leone, al divieto di dimora a Potenza del direttore generale dell’ospedale San Carlo di Potenza Giuseppe Spera.
Nell’informativa di 753 pagine del comando provinciale di Potenza dei carabinieri c’è un lungo elenco di persone per le quali “emergono gravi indizi di reato”. I passaggi salienti dell’informativa sono stati pubblicati in esclusiva da Leo Amato, cronista di giudiziaria del Quotidiano della Basilicata, edizione coordinata da Roberto Marino.
L’inchiesta di Leo Amato ha spinto il capo della procura potentina Francesco Curcio a diffondere un comunicato per precisare che “il perimetro oggettivo e soggettivo dell’indagine in questione – salvo sempre possibili nuove acquisizioni investigative dovute allo sviluppo delle indagini in corso – è, allo stato delineato dalle imputazioni provvisorie elevate nella richiesta cautelare e poi contenute nella successiva ordinanza del gip di Potenza”.
In attesa di “possibili nuove acquisizioni investigative”, i carabinieri hanno indicato decine di nomi e di episodi. Tra i citati nell’informativa c’è il napoletano Massimo Calenda, capo servizio della sede Rai di Napoli. Secondo i militari dell’Arma il giornalista potrebbe essere indagato per avere sollecitato prestazioni sessuali da una collaboratrice di Francesco Piro in cambio di un contratto in Rai.
Anche in passato Calenda è stato protagonista di vicende controverse. Poco più di dieci anni fa fu al centro di una intercettazione tra l’allora direttore generale di viale Mazzini Mauro Masi e Valter Lavitola, in

Vito Bardi e Valter Lavitola

quegli anni potente consigliere politico di Berlusconi, che chiedeva con insistenza, in vista delle vicine elezioni politiche, la nomina del redattore ordinario Calenda alla guida dei giornalisti di via Marconi.
Arriviamo a tre anni fa.

Nel febbraio del 2019 Calenda chiede “per motivi personali” tre settimane di ferie al capo della redazione partenopea Antonello Perillo. Le ferie vengono accordate ma poi Perillo scopre che il suo cronista politico si è trasferito a Potenza per guidare da addetto stampa la campagna elettorale di Vito Bardi, generale in pensione della Gdf, candidato di Forza Italia alla presidenza della Regione Basilicata. Bardi vince le elezioni e affida a Calenda l’incarico di suo portavoce mantenuto fino all’aprile del 2021. Al rientro Perillo assicura i redattori che naturalmente Calenda non si sarebbe più occupato di politica, settore che invece ha continuato e continua a seguire anche con Oreste Lo Pomo, che dal marzo scorso è il responsabile della redazione di Fuorigrotta.