Mattino, stop
al 'lavoro agile'

CON UNA COMUNICAZIONE a sorpresa il 30 agosto il capo del personale del Mattino Giovanni Santorelli ha informato Paolo Mainiero, componente del comitato di redazione, che dal primo settembre veniva abolito lo smart working e i giornalisti sarebbero tornati al lavoro a Torre Francesco.
La notizia ha destato perplessità e proteste tra i giornalisti che hanno in sostanza ‘obbligato’ il cdr (con Mainiero Aldo Balestra, Adolfo Pappalardo, per le redazioni distaccate Petronilla Carillo e per i collaboratori Marcello Colella) a convocare un’assemblea fissata per le 17 del 12 settembre. Molte le presenze, tanti gli interventi, con i lavori coordinati da Gianni Molinari che sono andati avanti fino alle 19,30. In

sostanza tutti favorevoli a chiedere al cdr di preparare un documento da approvare in assemblea. Subito dopo incontrare l’azienda per definire un accordo che tenga conto

Paolo Mainiero, Maria Pirro e Fulvio Scarlata

delle esigenze del quotidiano e dei redattori; ad esempio non ha senso imporre la presenza di cronisti nella landa desolata del Centro direzionale per chi deve chiudere il giornale a mezzanotte o deve garantire la copertura Internet alle sei del mattino. Del resto tutti i quotidiani, vedi Corriere della Sera e Repubblica, hanno siglato un’intesa sulla modifica dello smart working mentre al Messaggero l'accordo è in via di definizione.
Durante l’assemblea dalla squadra Internet (capo Alessio Fanuzzi, vice Marco Perillo, con Paola Perez, Maria Pirro e Fulvio Scarlata) è arrivata la notizia che in tre avevano chiuso un accordo individuale con l’azienda senza comunicare niente a nessuno, cdr incluso. Un’iniziativa che dimostrava una totale assenza di solidarietà con gli altri redattori e una preoccupante ignoranza sindacale, iniziativa che è stata duramente stigmatizzata dagli altri giornalisti nonostante qualche goffo tentativo (Pirro) di difendere la scelta. Del passo falso si è reso conto anche Santorelli che ha immediatamente chiesto scusa al comitato di redazione, anche perché qualcuno aveva ipotizzato una denuncia contro l’azienda per ‘attività antisindacale’, ex articolo 28 dello Statuto dei lavoratori.