Documentario di Minoli
su Siani al Premio Italia

È FINALMENTE PRONTO il documentario della Rai su Giancarlo Siani, il cronista abusivo del Mattino ucciso dalla camorra il 23 settembre 1985. Giovanni Minoli, direttore di Rai Educational e responsabile del programma “La storia siamo noi”, lo presenta il 24 settembre a Verona nell'ambito della 59° edizione del Premio Italia.
Nel settembre del 2004 Minoli aveva annunciato una trilogia sulle vittime di mafia e camorra con documentari su Paolo Borsellino, Carlo Alberto Dalla Chiesa e Giancarlo Siani: il primo è andato in onda nel luglio 2005, il secondo nel gennaio 2006, il terzo, Siani, era annunciato per il gennaio 2005, ma vede la luce con oltre trenta mesi di ritardo, per problemi di vario genere e forse per la maledizione che ha finora colpito chi ha provato a raccontare per immagini

la vicendaumana e professionale di Siani e la sua morte.
Nel 2003 è uscito ‘E io ti seguo’, il film su Siani prodotto e diretto da Maurizio Fiume, che in pochissimi hanno


Paolo Borsellino, Carlo Alberto Dalla Chiesa e Giancarlo Siani

visto perché ignorato o censurato dai distributori; nel 2005 si è arenato per mancanza di fondi il progetto di “fort apasc, vita e morte di Giancarlo Siani, cronista a Torre Annunziata’, con produttore Gianfranco De Rosa e regista Marco Risi, del quale era stata anche registrata alla Siae la sceneggiatura, firmata dallo stesso Risi insieme a Jim Carrington e Andrea Purgatori.
Il documentario sul cronista del Mattino, della durata di 55 minuti, che a Verona sarà la bandiera di Rai Educational, è stato realizzato da Gianluigi De Stefano, socio e autore della società Janus che lavora anche con Minoli. Quarantatre anni a ottobre, natali partenopei e vita spesa a Roma, da tredici pubblicista e da otto collaboratore de ‘La storia siamo noi’, De Stefano ha firmato i documentari su Borsellino, Dalla Chiesa e ‘Sabato nero’, la puntata dedicata alla deportazione nell’ottobre del ’43 di oltre mille ebrei romani da parte dei nazisti.
Per Siani ha intervistato i giornalisti del Mattino Francesco Romanetti e Daniela Limoncelli, nel 1985 anche loro precari a via Chiatamone, il giudice Luca Semeraro, il docente universitario Alfonso Di Maio, il professore Amato Lamberti, Armando D’Alterio, il pm che ha condotto le indagini decisive su killer e mandanti, e il pentito Ferdinando Cataldo, molto difficile


Gianfranco De Rosa, Maurizio Fiume e Andrea Purgatori

da raggiungere e sentire perché sottoposto al programma di protezione. Il pentito ha confermato a De Stefano il 'bacio di Giuda', cioè il bacio di saluto dato a Siani da un

imprenditore di Torre, Salvatore Annunziata, suo conoscente per consentire ai killer appostati a poca distanza di individuare la loro vittima.
Sono stati anche intervistati, ma non compaiono nel documentario quasi tutti per una scelta di riservatezza, il fratello di Giancarlo, Paolo Siani, il redattore capo del Mattino Pietro Gargano, Bruno Rinaldi, il capo della squadra mobile che ha affiancato D’Alterio, e Chiara Grattoni, l’amica alla quale Siani scrisse del libro su Torre Annunziata che aveva ormai terminato e del quale non si è mai trovata traccia.