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L'agenda è uno strumento di lavoro, ma anche, da tempo, un veicolo di informazione, spesso alternativa, dal basso. E di una informazione non omologata sulla giustizia (sulla giurisdizione assai più che sui magistrati) c'è oggi bisogno, in un periodo in cui dominano il falso (ripetuto ossessivamente per farlo diventare verità) e la rimozione. Nasce da qui il progetto di agemda, rivolto ai magistrati, agli avvocati, ai giuristi, alle forze sociali, alla società civile, a tutti quelli che si interessano di giustizia. È, insieme, uno strumento di servizio (con una raccolta di siti e di riferimenti telefonici utili) e di informazione, attraverso una lettura per date, e per flash, di alcune vicende della giustizia nel nostro paese a partire dal dopoguerra. Non è, né potrebbe essere, una storia, e neppure, un frammento di storia; è piuttosto un viaggio in cinquant'anni e più di vicende del bel paese. Come tutti i viaggi è incompleto e frammentario; soprattutto risente dell'esperienza e della sensibilità di chi lo ha curato. È, in ogni caso, un viaggio laico : senza trionfalismi sulla giurisdizione (che è, in realtà, un sistema complesso in cui le pagine alte si affiancano alle cadute e alle inadeguatezze) e inquieto nell'interrogarsi su quale giustizia. Com'è la storia e l'esperienza di Magistratura democratica. Mi hanno dato suggerimenti e indicazioni in molti: più degli altri Stefano Erbani, Antonio Ingroia, Juanito Patrone e Gianfranco Viglietta. Come si dice in questi casi, le cose buone sono di tutti e le |
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eventuali imprecisioni
solo mie. Altan, Chiappori, Elle Kappa e Staino ci hanno regalato le loro vignette con una disponibilità che, pur nella reciproca autonomia, li rende partecipi del nostro progetto. Di questo li ringrazio di cuore, convinto che le vignette sono, spesso, assai più efficaci di concettosi editoriali. |
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Inutile
aggiungere che agemda
è un'operazione culturale e non commerciale: ogni utile conseguente
alla sua diffusione sarà devoluto all'Associazione tra i familiari
delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980. Buona lettura e buon lavoro. settembre 2003---------------- livio pepino |